In Gran Bretagna i piccoli telespettatori sono bombardati da pubblicità di junk food nei programmi a loro specificamente dedicati tra le 20 e le 21, ossia nella fascia televisiva di maggior ascolto familiare e di più alta presenza di bambini davanti allo schermo. Un quarto delle pubblicità riguarda prodotti alimentari e almeno undici spot l’ora promuovono cibi non salutari da parte di supermarket, catene di fast food, produttori di cioccolato e dolciumi.
Chi fa pubblicità sa che a quell’ora la presenza di un pubblico giovane davanti alla tv è molto alta e infatti gli spot puntano su temi divertenti, con bambini come protagonisti, invece che sul costo e la convenienza dei prodotti.
È quanto emerge da una ricerca condotta dall’Università di Liverpool per conto del gruppo coordinato dalla BHF (British Heart Foundation) “Action on Junk Food Marketing”, che riunisce varie organizzazioni che chiedono una più stretta regolamentazione delle pubblicità di junk food rivolte ai bambini, estendendo il divieto fino alle ore 21.
Mitch Blair, responsabile per la promozione della salute presso il Royal College of Pediatrics and Child Health, ha dichiarato: “I bambini non dovrebbero essere sfruttati commercialmente e l’industria pubblicitaria deve assumersi qualche responsabilità per aiutare ad affrontare il crescente problema dell’obesità infantile.”
Beniamino Bonardi
© Riproduzione riservata
Foto: Photos.com