Oggi chi compra Panettoni e Pandori ha la garanzia di acquistare prodotti di ottima qualità. Per legge i dolci delle feste sono preparati con un impasto ottenuto da lievitazione naturale e gli ingredienti principali utilizzati sono esclusivamente: farina, burro, uvetta, uova fresche e canditi. Per questi dolci il decreto 22.7.05, a firma dei ministri delle Attività produttive e delle Politiche agricole e forestali, stabilisce nel dettaglio la ricetta, il metodo di fabbricazione, le caratteristiche del prodotto e le diciture in etichetta. La norma fornisce un elenco tassativo degli ingredienti obbligatori e di quelli facoltativi, per le versioni arricchite con farciture, ripieni, glassature o decorazioni. Ogni variazione rispetto alla ricetta classica deve essere sempre indicata in etichetta (es. “Panettone senza canditi”, “Panettone ricoperto di cioccolato con farcitura alla crema e nocciola”…).
Le sanzioni peraltro sono notevoli: l’utilizzo fraudolento delle denominazioni Panettone e Pandoro comporta una multa da € 3.000 a 15.000, nonché la confisca amministrativa dei prodotti. Oltre alle sanzioni penali e amministrative applicabili per la violazione della disciplina generale sulla produzione e vendita di alimenti (quali a esempio, il delitto di frode in commercio).
Grazie a questa norma nessuno può commercializzare in Italia un Panettone fatto con la margarina al posto del burro: si salvaguarda così l’autenticità e la genuinità dei dolci che per tradizione accompagnano le ricorrenze. Era del resto inammissibile che prodotti così radicati nella nostra cultura non venissero protetti dal rischio di operatori spregiudicati, ispirati da logiche commerciali, alterano ricette originali stravolgendo l’immagine e il sapore di queste specialità.
La corsa ai ribassi dei prezzi ha tuttavia spinto alcuni “peones del low-cost” ad attrarre i consumatori distratti verso dolci solo in apparenza simili a Panettoni e Pandori, realizzati con ingredienti di minor pregio e messi in vendita non con la denominazione di “dolce da forno”.
Il Ministero per lo sviluppo economico ha risposto con durezza, affermando che sono “da ritenere ingannevoli e potenziale fonte di concorrenza sleale le modalità di presentazione dei prodotti di imitazione che richiamano in maniera inequivocabile i lievitati classici di ricorrenza (forma del prodotto, forma della confezione, immagine) e che si distinguono da essi solo per il fatto di utilizzare, in maniera poco evidente (fondo della scatola, caratteri piccoli, ecc…) denominazioni alternative” (Circolare 3.12.09, n° 7021).
In poche parole, sugli scaffali dei supermercati non possono esserci dolci che assomigliano ad un Panettone o ad un Pandoro senza rispondere alle norme di legge sugli ingredienti e le modalità di produzione.
Foto panettone : Wikimedia cc
Foto pandoro : Wikimedia cc
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Avvocato, giornalista. Twitter: @ItalyFoodTrade