Il Fatto Alimentare e l’olio di palma: anche il sito del Guardian rilancia la nostra petizione e spiega perchè i consumi stanno cambiando
Il Fatto Alimentare e l’olio di palma: anche il sito del Guardian rilancia la nostra petizione e spiega perchè i consumi stanno cambiando
Roberto La Pira 9 Dicembre 2015Oggi il sito del quotidiano The Guardian pubblica un articolo sulla lotta degli italiani contro l’invasione dell’olio di palma, prendendo spunto dalla petizione lanciata da Il Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade su Change.org. La nota spiega che le firme raccolte sono più di 160 mila e intorno all’iniziativa si è creato un movimento di opinione importante. Il dato emerge da una ricerca di mercato realizzata pochi mesi in Europa, secondo cui da noi c’è stata una forte presa di coscienza contro l’impiego dell’olio tropicale. Se nel 2014 il 18% degli italiani attribuiva un giudizio negativo al palma per via della distruzione delle foreste e per gli effetti negativi sulla salute, quest’anno la percentuale è più che raddoppiata (37%). Lo studio ribadisce più volte l’accresciuta sensibilità rispetto agli altri paesi, in parte giustificata dal fatto che l’Italia dopo l’Olanda è il principale importatore europeo con 992 mila tonnellate.
The Guardian cita aziende come Misura e Gentilini che dopo l’avvio della petizione de Il Fatto Alimentare hanno deciso di togliere l’olio di palma dai loro prodotti, mentre catene di supermercati come Coop ed Esselunga hanno preso l’impegno di ridurne la presenza nelle proprie referenze. Il testo cita come esempio la nuova crema spalmabile (tipo Nutella) al cacao e nocciole equo-solidale firmata Coop, dove il palma è stato sostituito con burro di cacao e olio di girasole. L’articolo conclude dicendo che l’iniziativa italiana è importante, ma non basta per bloccare la continua distruzione di milioni di ettari di foreste in Indonesia per lasciare spazio alle coltivazioni. La svolta si potrebbe avere solo quando iniziative simili coinvolgeranno paesi come la Cina e l’India che sono i più grandi consumatori di palma nel mondo.
Firma la petizione contro l’invasione dell’olio di palma, clicca qui
Abbiamo raggiunto 165 mila firme
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Sono cliente Coop Centro Italia a Chiusi (SI) e segnalo che da qualche settimana :
– sono scomparsi i biscotti “Arte Bianca”
– i “Gentilini” sono stati relegati alla scaffale a pavimento con un solo tipo e numeri miseri
– non ci sono altri biscotti con burro
Insomma, dopo tanta campagna contro i grassi vegetali, non sono rimasti sugli scaffali che biscotti con grassi vegetali! E’ la nuova strategia delle grandi marche, fare terra bruciata in senso anche metaforico?
Chiedo agli altri lettori: avete notato qualcosa di simile nei vostri supermercati?
Assolutamente no, io non ho notato nulla di simile. Milano città, nei supermercati Esselunga (quelli che frequento di solito per vicinanza a casa) è sufficiente cercarli e i biscotti senza olio di palma si trovano eccome. Una volta che sai quali sono e in quale scaffale sono, li trovi a occhi chiusi, non c’è nessuna strategia per occultarli, anzi.
Io al posto tuo cambierei supermercato.
Anch’io ho notato che l’offerta di biscotti senza olio di palma alla Coop della mia città è pochina, oltre ad essere molto più cara e inoltre, credevo che i prodotti del loro marchio non contenessero più olio di palma, invece ho notato che lo contengono tuttora, nonostante avessero annunciato l’impegno di toglierlo.. Solo i Viviverde Coop non lo hanno, mentre i Coop normali continuano ad averlo.
Faccio presente i biscotti DiLeo, di Matera.
Li abbiamo già inseriti nella nostra lista , li trova a questo indirizzo
http://www.ilfattoalimentare.it/olio-di-palma-biscotti-tab.html
L’articolo del Guardian riferisce di una recente rassegna degli studi condotti sull’olio di palma, dalla quale risulterebbe che esso non determini alcun aumento del rischio cardiovascolare.
L’avete potuta esaminare?
No non abbiamo notizie in merito
Cliccando nell’articolo del Guardian stesso sulla parola “review” si apre l’articolo in questione. Il link di seguito: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4365303/