Il comunicato stampa del Ministero della salute sul dossier dell’olio di palma ha avuto come conseguenza la pubblicazione di due lanci delle agenzie Ansa e Adnkronos, caratterizzati da un tono assolutorio. Da qui sono scaturiti a cascata un centinaio di articoli che hanno invaso la rete e non solo. La realtà è visto che il documento dell’Istituto Superiore di Sanità riporta gravi criticità correlate all’assunzione del grasso tropicale nella dieta di bambini e adulti.
Il concetto è ribadito in questa intervista a Marco Silano dell’ISS rilasciata a Il Fatto Alimentare il 4 marzo, “Secondo l’OMS, la quantità di acidi grassi saturi nella dieta giornaliera non dovrebbe superiore al 10% delle calorie giornaliere totali. I bambini nella fascia di età 3-10 ne assumono 27,88 g/die, un valore compreso fra 11-18 % delle calorie totali. Ovvero fino al 40% in più. Di questi grassi saturi, 7,72 grammi derivano da alimenti con olio di palma aggiunto (merendine, biscotti, grissini, cracker, fette biscottate e prodotti da forno…). Anche per gli adulti il consumo giornaliero di saturi è di 27,21 g ovvero il 24% in più del dovuto”.
Salvo poi concludere dicendo “Non è solo necessario ridurre la quantità di acidi grassi saturi nella dieta dei bambini, e dei soggetti adulti a rischio (ipertesi, cardiopatici, dislipidemici…) ma contemporaneamente aumentare l’apporto di acidi grassi mono-insaturi e poli-insaturi. Dovendo scegliere se ridurre latte, formaggi, carne, prosciutto cotto da una parte e biscotti e merendine dall’altra, direi che la scelta va indirizzata verso la moderazione dei prodotti da forno dolci e salati e dei cibi venduti nei supermercati che contengono olio di palma”.
Recuperare la verità dopo una valanga di articoli che assolvono il palma è difficile. La situazione è ancora più complicata per l’avvio di una campagna pubblicitaria milionaria firmata dalla lobby dei produttori, su tv e giornali che presenta l’olio tropicale come un prodotto di cui ci si può fidare all’interno di una dieta corretta. La realtà è un molto diversa visto che ogni italiano ne assume 12 g al giorno con i problemi che ne seguono, evidenziati dall’Istituto Superiore di Sanità!
Si arriva al paradosso che il sito dell’Unione italiana per l’olio di palma sostenibile (finanaziato da multinazionali come Ferrero, Nestlè e Unilever) ribalta il documento dell’ISS e dichiara soddisfatto che sono stati “sfatati finalmente gli inutili allarmismi nutrizionali” riferiti all’eccessivo consumo di palma. Parlare di inutili allarmismi è inaccettabile, ed è ancora più scandaloso interpretare a proprio favore il parere dell’Istituto Superiore di Sanità. È doveroso sgombrare il campo da qualsiasi forma di assoluzione e riflettere sul fatto che questa confusione è funzionale alla lobby delle aziende che utilizzano in gran quantità l’olio tropicale. Ci aspettiamo ora un nuovo parere dei nutrizionisti del Crea Nut sul problema del palma e, un intervento chiaro da parte dei siti e dei giornalisti che hanno accusato Il Fatto Alimentare di avere orchestrato una campagna denigratoria.
Ecco alcuni titoli dei lanci di agenzia e di articoli apparsi in rete:
Ansa: Unione italiana olio palma sostenibile, Iss sfatato allarmismi
Adnkronos (1° lancio): “L’olio di palma non è nocivo”, parola dell’Istituto superiore di sanità, poi limato con un 2° lancio Adnkronos: Iss, olio di palma non nocivo, eccessi da evitare
La Stampa: L’olio di palma non è nocivo, rischi dall’eccesso di grassi saturi
Greenstyle: Olio di palma: non fa male secondo l’Istituto Superiore di Sanità
CorporeSano Magazine: L’Olio di Palma non è un veleno: fine del terrorismo alimentare?
Magazine delle donne: Olio di palma fa male? A quanto pare no
La Stampa: ISS e Ministero d’accordo l’olio di palma non è più dannoso
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Dobbiamo anche aspettarci un serio intervento dell’Istituto Superiore di Sanità che costringa i fautori di questa incredibile bufala alimentare a correggere le info errate con gli stessi mezzi usati e certamente a pagare le conseguenze.
Negli USA gli interventi degli Istituti preposti alla salvagurdia della salute e della pubblicità non veritiera sarebbero già scattati.
Gli USA, a mio parere e per quanto ne so, sono gli ultimi da prendere quale esempio in salvaguardia della salujte alimentare. Farmaci al supermercato, allevamenti con ormoni e medicinali, coltivazioni OGM e chi più ne ha più ne metta. E l’Europa subito dietro. Noi, purtroppo, siamo i migliori e non possiamo prendere esempio da nessuno per ciò che riguarda la salvaguardia della salute alimentare. Gli altri o sono come noi o sono peggio. E’ evidente che l’olio di palma non è tossico. E’ tossico in quanto acido grasso saturo, come tutti gli acidi grassi saturi. Uova, burro, ne contengono in quantità anche superiori. Potrebbe l’ISS mettere al bando burro e uova? Si potrebbe raccomandare un uso meno invasivo, consigliare di sostituirlo con altri grassi. Ma si dovrebbero consumare meno merendine e meno dolciumi. Avrei la curiosità di sapere se coloro che producono alimenti senza olio di palma riescono a produrre alimenti più salutari in genere.
Segnalo che sui treni vengono distribuiti prodotti dolciari e snack a base di olio di palma non so se a questo punto sia necessario sollevare il problema
Basta, possibile che parliate sempre di olio di palma? Sempre a gridare al complotto, fa male non fa male, a me sembra tutta una montatura, ma non pensate che possa esserci qualcuno che voglia rifilarci qualche altro olio più costoso e meno produttivo? è da almeno vent’anni che in tutti i giornali e i programmi di divulgazione scientifica si consiglia di ridurre il consumo di alimenti salati, insaccati, merendine e porcherie varie, non perchè il singolo ingrediente fa male, ma perchè in toto fanno male, e adesso la gente si preoccupa per l’olio di palma, ma pensate veramente che le grandi aziende se lo sostituissero con un altro olio cambierebbe qualcosa? Se davvero ci tenete alla vostra salute e all’ambiente mangiate meno e meglio, dolci solo a Natale e Pasqua e feste comandate, più frutta e verdura locali, meno carne meno tv e più movimento, voglio vedere chi ci riesce, e soprattutto la qualità si paga, questo è un dato di fatto, se il consumatore vuole i dolci a buon mercato non si stupisse se poi è di qualità scadente! Andate a comprare i dolci nelle pasticcerie artigianali, il pane nei forni dove usano farine di qualità e non vi lamentate dei prezzi! Poi prima di pensare all’olio di palma pensiamo alle nostre terre avvelenate dai rifiuti e dalle scorie! Altro che danno alla salute!
Io credo che certe battaglie non escludano la guerra in toto.
Valeria, è giusto quello che dici, ma siccome a mangiare fuori casa ci capitano milioni di italiani, non è che tutti abbiano la fortuna, ogni santo giorno, di portarsi i pasti da casa. E siccome l’olio di palma è ovunque, e la gente è disinformata, questa è una campagna informativa che nulla toglie ad altre “storie”.
Ha ragione, anche io mi sto stufando di legere Il Fatto proprio perche’ stanno sviluppando una mania verso l’olio di palma (che, per inciso, mangio il meno possibile)
La nostra battaglia sull’invasione del palma ha portato ad un documento dell’istituto Superiore di Sanità in cui si dice che bisogna assolutamente ridurre la quantità e alla riflessione di molte aziende . È una questione di salute pubblica che interessa milioni di italiani , non è una nostra mania
Il documento dell’ISS dice che bisogna ridurre l’assunzione di acidi grassi saturi. Se sostituiscono l’olio di palma con il burro, voi siete contenti e assumete comunque acidi grassi saturi. La guerra non va fatta contro l’olio di palma, ma contro gli acidi grassi saturi. Altrimenti rischia di essere come la battaglia contro lo zucchero. Sugar free, ma edulcoranti che provocano pancreatite e tumori al pancreas. In compenso non riesco più a trovare una caramella fatta con lo zucchero, come dovrebbe essere in natura. Non abbiamo ridotto il consumo di caramelle, ma ne consumiamo di più perchè crediamo che sugar free sia sinonimo di “non fa male”. Così accadrebbe con merendine “olio di palma free”. Non c’è olio di palma, quindi ne posso mangiare di più. E cosa ci metteranno al posto dell’olio di palma? Burro? Olio di cocco? E via la campagna contro l’olio di cocco.
In realtà l’olio di palma viene sostituito nella maggior parte dei casi con girasole, mais, colza e introducendo più fibre nella ricetta. In questo modo la presenza di acidi grassi saturi si abbassa drasticamente. Il burro lo usano pochissimi.
Concordo con Valeria,
è risaputo che troppi grassi fanno male e che quelli animali, come il burro vanno consumati in maniera minore rispetto a quelli vegetali. Non c’entra nulla l’olio di palma in questa cosa. Anche se usassero olio di arachidi o di girasole sarebbe lo stesso.
Posso dare ragione a quelli che sono contrari all’olio di palma per questioni di ecologia, perchè non sono regolamentate le piantagioni nei paesi in via di sviluppo, ma non sono d’accordo a demonizzare l’olio di palma rispetto ad altri olii perchè l’apporto nutritivo è lo stesso.
Le rispondo con la prima frase di un articolo pubblicato ieri dall’istituto Superiore di Sanità.
“Il consumo dell’olio di palma va ridotto soprattutto nei bambini tra i tre e i 10 anni e negli adulti con fattori di rischio cardiovascolare. Questa è, in sintesi, la conclusione del parere pubblicato recentemente sul sito del Ministero della salute in merito alla tossicità dell’olio di palma, e che si basa sulle raccomandazioni di una sana e corretta alimentazione delle principali organizzazioni e agenzie internazionali”.
Perché i dietologi più noti, autorevoli e attivi sostenitori della nostra preziosa Dieta Mediterranea, non hanno ancora preso una posizione chiara e netta contro il consumo diffuso ed eccessivo di questo mediocre grasso saturo tropicale?
Che c’azzecca l’olio di palma con la nostra dieta, fiore all’occhiello del made in Italy?
E’ forse un promotore di longevità e benessere di cui ci possiamo vantare e sul quale possiamo contare per mantenere questo primato anche negli anni a venire e le future generazioni?
A quelli che non concordano con la posizione del Fatto ,sulla questione del palma,chiedo di fare un tentativo,cioè di fare la spesa provando ad acquistare prodotti da forno che non lo contengano. Si fa presto a dire,”limitiamo il consumo”. Vorrei aggiungere che le limitazioni vanno estese,se si vuole davvero cambiare in meglio il proprio stile alimentare,a tutti i prodotti zuccherati,(bibite,pseudo yogurt e qui c’è è da sbizzarrirsi),pasta e pane. Guardate che basta guardarsi intorno per capire c’è un problema di sovrappeso diffuso,o forse c’è ancora qualcuno che crede che tanto gli obesi sono solo gli anglosassoni mangia-hamburger,che noi in Italia abbiamo la mediterranea e la solita dottrina? Per quel che ne so,mangiano più mediterraneo in estremo oriente,dove non a caso,sono quasi tutti magri e più in forma di noi (e non perchè,poverini,sono morti di fame,come sento dire da qualche persona di spirito). Io sono per le scelte drastiche,o si fa o non si fa. O si toglie o non si toglie. Se uno pensa di limitare il consumo di qualcosa che è onnipresente negli alimenti,beh allora,auguri.
Come dire:
Non state a fare una battaglia contro le emissioni di polveri sottili di macchine e industrie! Anche i caminetti inquinano e nessuno dice niente. E se avete tutta questa verve salutista, consumate meno aria invece di fare menate contro l’inquinamento. O, se proprio volete la qualità, andatevene in montagna.
Finita la parte ironica, per me è sacrosanto che venga data l’informazione, e che l’utenza possa farsi la propria opinione.
Sull,olio di palma nello specifico, della problematica ne sono venuto a conoscenza tramite passaparola (secondo me il canale più al di sopra di ogni sospetto, perchè se un conoscente mi viene a dire qualcosa sull’olio, il tonno, o la catena di negozi X,, il massimo del sospetto che posso provare è che ami i pettegolezzi, non che ci guadagni qualcosa) e ben prima di sapere che esistesse ilfattoalimentare.
Certo che quando vedo che il messaggio olio di palma = male é veicolato dal passaparola, dai siti internet (che per me rimangono di nicchia) e solo dopo un po’, e solo ogni tanto arriva in TV,….
….MENTRE il messaggio olio di palma = bene è rappresentato da uno spot pubblicitario che fa tutto facile, una domanda me la faccio, visto che per fare spot sui canali nazionali servono tanti soldi, quindi evidentemente ne devono poter fare molti di più, quindi evidentemente hanno davvero moooooolti interessi e quindi evidentemente questa opinione è forse un pochino di parte..
complimenti per il vostro lavoro per un’informazione seria e corretta
Che bello poter entrare in un supermercato di una grande catena del Nord Italia (Esselunga) e vedere molti biscotti a loro marchio finalmente con olio di mais e addirittura alcuni con anche un po’ di panna e burro: ovviamente non in cima alla lista degli ingredienti, ma ci sono. Il prezzo? assolutamente in linea se non inferiore a quelli delle “grandi marche”, come gli altri prodotti con marchio del supermercato. Quindi mi sento di affermare che le presunte motivazioni “economiche” che fanno scegliere l’olio di palma a chi lo utilizza ancora NON sono credibili. E grazie a chi ha sensibilizzato l’opinione pubblica, i risultati sono incoraggianti ed evidenti.