Latte e latticini fanno parte delle nostre tradizioni gastronomiche, ma sempre più di frequente si evidenziano criticità e si promuovono diete come quella vegana che escludono questi alimenti dalla dieta. Le stesse imprese produttrici, pur impegnandosi nel rilancio dei consumi, propongono al contempo prodotti “sostitutivi” e bevande a base di soia o riso oppure latte e latticini light o delattosati per venire incontro alle esigenze del pubblico. Abbiamo chiesto alla pediatra e dietologa Margherita Caroli e al nutrizionista Enzo Spisni, docente di Fisiologia della nutrizione all’Università di Bologna un parere su questi problemi.
Partiamo dalle ragioni che potrebbero indurre a limitare il consumo di latte…
“Il latte è un insieme di elementi molto complessi – spiega Spisni – che accanto a macronutrienti (proteine, lipidi e zuccheri) e a micronutrienti (calcio, vitamine e minerali) contiene fattori di crescita (1), potenzialmente capaci di regolare la fisiologia dell’organismo, oltre che micro RNA (2), piccole molecole, oggetto di diversi studi recenti, il cui ruolo fisiologico non è ancora completamente chiarito”. D’altronde ricordiamo che il latte è un alimento che è evoluto nell’arco di migliaia di anni proprio per far crescere rapidamente i cuccioli dei mammiferi, “senza dimenticare che i metodi di allevamento sono molto cambiati e così la genetica delle mucche da latte è cambiata”. Diversa è la posizione di Margherita Caroli che precisa: “è vero che siamo l’unica specie a consumare abitualmente latte di altre specie, ma il paragone non regge, perché il nostro percorso evolutivo è unico: tanto che siamo anche i soli animali a sbucciare la frutta e a cucinare”.
Come mai nella primissima infanzia il latte vaccino non è adatto?
“La composizione è molto diversa da quella del latte materno – spiega Caroli – per questo prima dei dodici mesi non deve essere somministrato. Il latte vaccino è povero di ferro che è invece essenziale ai bambini, anche per un corretto sviluppo del sistema nervoso, e ha un maggior contenuto di grassi saturi e proteine, di qualità diversa rispetto a quelle del latte umano. Fino a un anno di vita – continua Caroli – il latte ideale è quello della mamma, come alimento esclusivo fino a sei mesi e più avanti integrato con altro cibo. Quello formulato venduto in barattolo – preparato a partire dal latte vaccino modificato per renderlo più simile al latte umano – è nato proprio per venire incontro alle esigenze di chi non può allattare, o per integrare un allattamento insufficiente“.
Gli adulti possono bere latte tranquillamente?
“Dal punto di vista evolutivo – spiega Spisni – il latte è entrato nella nostra dieta in tempi relativamente recenti, circa 10.000 anni fa. Si spiega così perché non siamo ancora completamente adattati dal punto di vista genetico, tanto che circa il 50% della popolazione italiana è intollerante al lattosio, lo zucchero principale del latte. Queste persone mostrano una carenza dell’enzima lattasi che serve per digerire il lattosio, in quanto la sintesi dell’enzima diminuisce dopo lo svezzamento”.
“Attenzione però – osserva Caroli – non bisogna dimenticare che in molti casi è possibile indurre la produzione dell’enzima lattasi con l’assunzione di piccole quantità di lattosio che vanno ad aumentare nel tempo. È vero che esiste un piccolo numero di bambini intolleranti al lattosio dalla nascita – prosegue la pediatra – ma sono casi molto rari e si riconoscono facilmente dai sintomi, così come è rara – non più del 3/5% della popolazione – l’allergia alle proteine del latte”. “In questo caso si tratta di una reazione avversa – spiega Spisni – mediata da meccanismi immunitari, nei confronti di una o più proteine del latte vaccino, solitamente le caseine o la β–lattoglobulina del siero di latte”.
Anche chi è intollerante al lattosio può consumare latticini?
Nella maggior parte dei casi le persone intolleranti non hanno problemi con piccole quantità all’interno di una preparazione alimentare. E’ a soggetti come questi che sono rivolti latte e latticini a basso contenuto di lattosio sempre più diffusi sul mercato. Di recente inoltre il ministero della Salute, rispondendo a una richiesta di Assolatte, ha autorizzato a etichettare come “ naturalmente privi di lattosio” o “a basso contenuto di lattosio” prodotti in cui il tenore residuo dello zucchero è rispettivamente inferiore a 0,1 g/100g o 0,5 g/100g, come nel caso di latti fermentati o formaggi sottoposti a una lunga stagionatura. “Purtroppo”, osserva Caroli, “oggi molti propagandano diete prive di lattosio o di altri elementi, che dovrebbero avere effetti benefici su molte patologie ma che non hanno alcuna base scientifica”.
Quali sono i vantaggi nutrizionali di latte e latticini?
“Per i bambini – sottolinea Caroli – il latte è un alimento sano e importante, ricco di calcio. L’importante è non esagerare nelle dosi perché se assunto in eccesso, come di qualunque altro alimento, limita la varietà della dieta che è il principio più importante di una corretta alimentazione”. Ad esempio dopo l’anno l’abitudine di dare un biberon di latte prima di andare a dormire è inutile, e può aumentare eccessivamente l’assunzione di calorie giornaliere. “Non dimentichiamo però – sottolinea la pediatra – che ci sono due picchi di mineralizzazione ossea che richiedono un notevole apporto di calcio e cioè i primi due anni di vita e l’adolescenza”.
“Possiamo certamente spezzare una lancia a favore dei prodotti fermentati (yogurt e formaggi intensamente fermentati come il gorgonzola) – afferma Spisni – sia per il contenuto di probiotici, sia per il contenuto in prodotti della fermentazione di cui stiamo scoprendo gli effetti positivi per la salute. Per il resto mi sento di sottoscrivere la validità di un consumo moderato di latte – che per un adulto equivale a una porzione da 200 g – e prodotti lattiero caseari, possibilmente non quotidiano e di prodotti il più possibile integri per chi non ha particolari problemi di salute”.
Limitare le dosi serve a evitare di consumare grassi e proteine in eccesso?
“Certamente – osserva Spisni – il discorso generale sulla quota di proteine animali, nella nostra dieta, molto aumentata negli ultimi anni, vale anche per latte e derivati: non dimentichiamo che i nostri bisnonni consumavano un quarto della carne rispetto a oggi, e anche meno formaggi e prodotti caseari. Anzi una delle caratteristiche principali della dieta mediterranea originaria, proposta da Ancel Keys era il basso contenuto di proteine animali!” . “Occorre anche limitare l’assunzione di carne e derivati, senza arrivare a diventare vegetariani – conclude Caroli – la misura e la moderazione sono i migliori strumenti di salute”.
Note:
(1) Bioactive factors in milk across lactation: Maternal effects and influence on infant growth in rhesus macaques (Macaca mulatta). Bernstein RM, Hinde K. Am J Primatol. 2016 Mar 30. doi: 10.1002/ajp.22544. [Epub ahead of print]
(2) Milk miRNAs: simple nutrients or systemic functional regulators? Melnik BC, Kakulas F, Geddes DT, Hartmann PE, John SM, Carrera-Bastos P, Cordain L, Schmitz G. Nutr Metab (Lond). 2016 Jun 21;13:42. doi: 10.1186/s12986-016-0101-2. eCollection 2016.
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giornalista scientifica
Il 50% della popolazione italiana ADULTA puo’ essere intollerante al lattosio, Nei bambini il fenomeno è assai meno frequente (eccetto nei bimbi con infezione gastrointestinale recente da Rotavirus)
Intollerante vuol dire che possono bere 200/250 g di latte al giorno
Da più fonti si dice che il latte favorirebbe addirittura l’osteoporosi perchè favorirebbe la mobilizzazione di calcio dalle ossa e il cancro alla prostata grazie alla presenza del fattore IGF1 che stimola la moltiplicazione cellulare. Quanto c’è di vero in queste notizie?
In rete si dicono tante cose ma le fonti accreditate non sono di questo parere . Torneremo sull’argomento
A dire il vero, di studi scientifici che dimostrano quanto questi alimenti siano dannosi ed inadatti al nostro organismo ce ne sono un’infinità.
Il titolo poi lascerebbe presagire una specie di par condicio invece sembra che i due abbiano, alla fine dei conti, la stessa identica posizione di sempre: mangiare tutto ma con moderazione, e non sia mai che smettiate di mangiare formaggi!
Brava Claire, hai riassunto tutto perfettamente, non c’è bisogno di aggiungere altro!
questa propaganda a favore del latte vaccino non suona bene. Ci sono studi che dimostrano, invece, come l’assenza di questo alimento aiuta molte persone affette da malattie varie. Io ne sono un esempio avendo l’artrite psoriasica (malattia autoimmune di tipo reumatico) che è molto migliorata dopo il passaggio ad una dieta vegetale.
Posso dire che io ero diventato intollerante al latte anni fa, nel senso che un bicchiere mi provocava dissenteria. Con il tempo e iniziando a bere un cappuccino decaffeinato al giorno (fino ad arrivare alla dose odierna di 3) ho eliminato il problema, tant’è che posso bere il latte fresco intero direttamente dalla bottiglia senza che mi provochi problemi. Tuttavia fa riflettere il fatto che siamo anche gli unici animali che sbucciano la frutta e cuociono gli alimenti, forse dovremmo ritornare alle origini e mangiare l’alimento il meno sofisticato possibile.
Dispiace leggere, in un articolo italiano, che la Dieta Mediterranea è proposta da Ancel Keys e si tralascia il medico italiano nutrizionista Lorenzo Pirrodi.
Keys viene in italia dopo la seconda guerra mondiale Pirrodi parlava di dieta Mediterranea dal 1939.
Sono sempre gli americani che hanno una paternità, come per il telefono, Bell-Meucci
Signor Antonio però non mi risulta che esistano studi clinici realizzati dal dott Piroddi, mentre ce ne sono realizzati da Ancel Keys. Che ha forse avuto il merito di dare concretezza a un’ipotesi che potrebbe essere stata non solo sua.
Non discuto il fatto che NON sia indispensabile,ma è innegabile che come altri alimenti sia una fonte di nutrienti non sofisticati, può essere sostituita o no, sono libere scelte personali…io bevo latte esclusivamente perchè mi piace, non perchè lo vedo come un nutraceutico, stesso discorso per i fermentati