Prosegue l’emergenza-fame in Sahel. Appena sotto i deserti nordafricani, 600 bambini muoiono ogni giorno. Come tuttora in Corno d’Africa nonostante gli aiuti (scarsi) della comunità internazionale, mancano cibo e acqua, ma da almeno un decennio si poteva prevedere, vista la puntuale ricorrenza della carestia. I media ancora tacciono, al pari dei grandi leader del pianeta. Proviamo noi nel nostro piccolo – come ogni mese ormai [1] – a raccogliere e diffondere gli appelli sinora inascoltati delle Ong che operano in loco.
Niente di nuovo sul fronte dell’Africa occidentale. L’ultima carestia ha condotto all’ennesima crisi alimentare in pochi anni, per una delle poche regioni del pianeta ove l’indice demografico è ancora positivo. Nel silenzio dei media nazionali, fatto salvi i lodevoli casi de L’Unita e de L’Osservatore romano.
Neppure un politico, non un Francois Hollande nè un Beppe Grillo della situazione, si sono degnati di levare una voce per gridare «Aiuto! 18 milioni di esseri umani, 3 milioni di bambini stanno ora morendo di fame, a un breve tratto di mare e deserto da noi. Facciamo qualcosa!» Il silenzio è imbarazzante anzi rumoroso, e indegno. Ancor più considerando che proviene dalle potenze (ex-?) coloniali, sempre peraltro disposte ad accogliere braccianti in nero per raccogliere pomodori e agrumi, sotto caporalato.
Solo il Ministro per la Cooperazione Andrea Riccardi, è intervenuto sull’argomento. Una voce nel silenzio che tuttavia non riesce a smuovere gli uffici stampa dei suoi colleghi, né da noi né nei Paesi vicini. E allora, cosa si può fare? Diffondere noi questa non-notizia, sforzarci a immaginare l’emergenza di una madre, o di un padre, che assiste al logorio dei propri figli, sino alla fine. Un’emergenza che le supera tutte, in una dimensione reale che va al di là di uno spread o di una banca in difficoltà.
Oltre a parlarne, si può donare, per una causa davvero giusta, una volta tanto. Donare cibo, acqua potabile e assistenza sanitaria. Qui e ora, perchè domani sarà troppo tardi. Come? Oxfam e Medici senza Frontiere sono già attivi, e con un piccolo contributo possono salvare sempre più vite umane. Neppure uno spicciolo disponibile? Firmiamo allora la petizione promossa da Oxfam e rivolta al Ministro degli Esteri, Giulio Terzi. Per il futuro del nostro pianeta e della nostra Europa, così vecchia da avere già bisogno di giovani braccia. Ma alle nuove generazioni africane vanno offerti tutti gli aiuti necessari, comprese assistenza sanitarie ed educazione, se un domani dovessero venire qui, ad assistere i nostri anziani e mantenere (anche) la nostra economia.
Franco Gentile
Foto: Photos.com
[1] Precedenti articoli de ilfattoalimentare.it sull’emergenza in Sahel: