I padiglioni impresentabili di Expo 2015: Ferrero, McDonald’s e Coca-Cola. Balli, giochi e divertimenti per Nutrire il mondo. Greenwashing e pubblicità scorrette. Chieste tre censure all’Antitrust
I padiglioni impresentabili di Expo 2015: Ferrero, McDonald’s e Coca-Cola. Balli, giochi e divertimenti per Nutrire il mondo. Greenwashing e pubblicità scorrette. Chieste tre censure all’Antitrust
Roberto La Pira 3 Maggio 2015
Andate a Expo 2015, è la prima cosa che mi viene in mente dopo una visita di 6 ore fatta il primo maggio. Superata la barriera dei controlli (del tutto simili a quelli di un aeroporto) appare un enorme totem di Ferrero alto 7 metri che sovrasta il primo padiglione e non lascia presagire nulla di buono. Per fortuna dopo questo anomalo benvenuto vai avanti e ti trovi in un grande vialone largo 30 metri e lungo oltre un chilometro con migliaia di persone che si spostano a destra e sinistra per visitare 150 padiglioni dei vati paesi dalle forme e dai colori più strani. L’ impatto è forte e hai la sensazione di essere dentro un set che per sei mesi sarà il posto dove si gira uno strano e forse unico film sul cibo del mondo.
Per visitare l’immenso set servono almeno due giorni. Gli stand sono grandi e molti come il padiglione Zero situato all’ingresso utilizzano schermi giganteschi lunghi 20-30 metri per trasmettere video, dati immagini, oppure allestimenti maestosi come la montagna di rifiuti. Nello spazio del Kuwait c’è un plastico lungo 30 metri che mostra il modo di coltivare e di vivere in questa regione. Abbiamo visto il supermercato del futuro progettato da Coop che permette di leggere sui visori posizionati sopra gli scaffali i valori nutrizionali dei prodotti, il foot print, l’origine degli ingredienti principali…
Ci sono anche padiglioni più piccoli come quello di Granarolo dove viene proiettato il filmato di un progetto in Africa di un’azienda che produce latte e latticini per migliaia di bambini. Anche Coldiretti distribuisce “lo scrigno dei semi” un kit di semi di ortaggi di specie italiane da piantare per salvare la biodiversità. Si tratta di grandi e piccoli progetti in linea con la filosofia di Expo. In questa grandissima kermesse ci sono decine di iniziative ogni giorno e un albero della vita che promette luci colori musica e giochi d’acqua. Sono programmati incontri e convegni scientifici di buon livello insieme ad altri che hanno il sapore della passerella dei soliti personaggi da vetrina che si raccontano. Tutto ciò avviene sotto il cappello dello slogan “Nutrire il mondo energia per la vita”. Un motto che ha raccolto progetti interessanti, idee innovative e anche qualcosa di più banale adatto ad una scenografia di un immaginario Disneyfood. In ogni caso un’occasione da non perdere.
All’interno dell’esposizione mondiale ci sono anche aziende italiane e qualche multinazionale del cibo che si è accreditata pagando fior di milioni per una grande operazione di greeenwashing. Stiamo parlando di McDonald’s, Coca Cola e Ferrero che hanno conquistato diversi spazi espositivi con un esborso da noi valutato complessivamente intorno a 8-10 milioni di euro. La prima riflessione riguarda la necessità di accettare sponsor così scomodi da collocare a fianco dei padiglioni delle varie nazioni. Perché l’amministrazione di Expo ha accettato privati con una storia alimentare caratterizzata da principi che contrastano apertamente con lo spirito dell’evento? La domanda è legittima ma nessuno ha fino ad ora risposto. Forse Ferrero, McDonald’s e Coca-Cola pensano di nutrire il pianeta con Nutella, hamburger, patatine e un bicchiere di bibita zuccherata? A Rho ci sono anche aziende come San Pellegrino, Perugina, Algida, Lindt, Illy con i loro prodotti ma c’è una differenza sostanziale. Ferrero, McDonald’s e Coca-Cola propongono modelli e stili di consumo in aperto contrasto con quanto consigliato dai nutrizionisti a dispetto di ogni regola. Le loro campagne pubblicitarie e gli spot in tv e in rete incidono veramente sul comportamento a tavola dei giovani e dei bambini con effetti sin troppo evidenti. Si tratta di un atteggiamento spudorato.
Coca Cola per due anni ha realizzato messaggi promozionali in cui invita le mamme a dare ai loro bambini la bibita zuccherata durante i pasti! Adesso continua posizionando la bottiglia al centro di tavole imbandite familiari.A Expo la multinazionale propone una mostra fotografica e una pista da ballo dove ci si dimena battendo i tacchi sul pavimento per attivare un mega schermo che riprende i ballerini! Il messaggio è chiaro per nutrire il pianeta bisogna fare movimento dimenando il bacino.
Ferrero invita i bambini a fare colazione con un grosso biscottone chiamato Nutella B-ready composto per il 75 % di Nutella . Bisogna anche ricordare come altre pubblicità sulla crema di nocciole più amata dagli italiani come ingrediente ideale per il primo pasto del mattino, sono state censurate dalle autorità di controllo in USA, Germania e Inghilterra. Ferrero colleziona da anni richiami da parte dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria. A Expo la società ha allestito un lunghissimo campo giochi per bambini denominato “Kinder sport” Oltre a questa arena sportiva Ferrero dispone di 7 totem giganti disposti lungo il percorso e di un ristorante con terrazza all’interno del padiglione di Eataly dove si mangia Pane e Nutella. A Eataly sarebbe bello chiedere quale criterio ha seguito per posizionare i ristoranti che ospiteranno i migliori cuochi del paese a fianco del ristorante dove si servono decine di piatti a base di Nutella.
McDonald’s oltre che realizzare spot contro la pizza dove si vedono bambini che adorano Happy Meal è riuscita a realizzare un’operazione di marketing incredibile ma purtroppo vera. Ha convinto l’assessore al lavoro e all’istruzione della Regione Lombardia Valentina Aprea ad inviare una lettera ai direttori delle scuole milanesi invitando gli alunni ad andare a mangiare un Happy Meal allo stand della catena di fast food a Expo. In questo modo i ragazzi riceveranno un gelato gratis, mentre gli adulti avranno uno sconto del 50%. Attenzione però, l’offerta valida solo per il mese di maggio. È troppo difficile commentare queste iniziative. Prima della Valentina Aprea anche un illuminato ministro della Repubblica aveva indossato il grembiulino di McDonald’s inneggiando alla bontà dei suoi panini.
Questi sono i fatti, questi sono i partner ufficiali della manifestazione sul cibo più importante del pianeta. Qualcuno ritiene che certe scelte siano in contrasto sia con le indicazioni del WHO, sia con le buone regole alimentari, ma serve a poco. Di fronte ai soldi cedono le barriere ideologiche, cedono i principi della sana alimentazione, si sgretolano tutti i discorsi sulla corretta educazione dei ragazzi. Il risultato è che Expo annovera tra i più importanti protagonisti i soggetti responsabili del modello alimentare che tutto il mondo cerca di contrastare. Il Fatto Alimentare per festeggiare l’esposizione mondiale e contribuire in qualche modo a “nutrire il mondo” ha inviato tre esposti all’Antitrust contro i messaggi scorretti proposti nelle ultime settimane da Ferrero, Coca-Cola e McDonald’s . Vi terremo informati.
Roberto La Pira
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
vorrei spezzare una lancia in favore di ferrero, una delle poche multinazionali italiane, i loro prodotti se assunti con moderazione ed una tantum possono essere inseriti nella nostra dieta.
non trovo nulla di male ad addentare una barretta ogni tanto.
E magari se s’impegnassero ad eliminare l’olio di palma si potrebbero consumare più spesso.
più che una guerra a queste multinazionali si dovrebbe educare il consumatore, in modo tale da poter liberamente scegliere tra cosa comprare e cosa evitare.
trovo inoltre scorretto che venga paragonata a coca cola e mcDonald’s, non ha le stesse pubblicità scorrette.
Visto che si parla di Ferrero e pubblicità scorretta, mi viene in mente quanto letto nei giorni scorsi in merito alla pubblicità di B-ready…
Vedi: http://www.ilfattoalimentare.it/nutella-b-ready-colazione.html
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In seconda battuta il ragionamento sull’assunzione moderata vale per tutti, dal BigMac alla Coca Cola…
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se non fosse che tutti, Ferrero inclusa, cercano di far passare il messaggio che i loro prodotti sono adatti ad un consumo quotidiano…
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vedi la Coca Cola consumata durante i pasti e vedi anche Ferrero; perchè la colazione i bambini la fanno tutti i giorni ed infatti B-ready secondo loro è “un nuovo modo di farvi felici a colazione“.
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Da parte mia ritengo che il consumatore dovrebbe educarsi da solo, informandosi e facendo quindi delle scelte consapevoli.
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Vero è che se ci si basa sulle pubblicità, per fare delle scelte…
anche la pizza, le verdure fritte fatte in casa, il tiramisù buonissimo e genuino fatto in casa non sono per un consumo quotidiano, e chi fa l’arbitro dei consumi? L’educazione alimentare, la coca cola ha fatto le versioni zero, il Mc donalds propone non solo tante varianti di panini ma anche dia ltri cibi differenti dal solito panino e patatine in Italia oltre ad aver fatto un menu senza patatine. Non puntano la pistola alle tempie di nessuno per entrare nel MC e la pubblicità di un marchio anche se fa vedere una modalità di consumo non presume il consumo quotidiano. è come se vedessimo una pubbilicità dell’audi e dicessimo che ci obbliga a prendere l’audi A6 anche se ci possiamo permettere l’A1 che senso ha? ognuno sceglie quello che vuole di propria coscienza ed EDUCAZIONE ALIMENTARE
Di tutto l’articolo la cosa più grave e sconcertante è la “prestazione” dell’assessore regionale in favore di Mc Donald’s.
Più che fare esposti all’antitrust chiederei le dimissione della signora Aprea.
L’Antitrust ci ascolta ed è un nostro interlocutore , il palazzo della Regione e un ambito che non conosciamo e li dovrebbero essere altri politici che dovrebbero chiedere le dimissioni .
A partire dal titolo, ci sono un pò di errori nell’articolo (mi auguro di battitura).
Grazie comunque del prezioso servizio che offrite.
Grazie,corretto
chi corregge gli altri e scrive “pò” mi fa sorridere…
Ma che sta dicendo? Attacca Ferrero? Bah, io non lo so. Anche dal punto di vista etico. Il fondatore è appena morto e tutti abbiamo saputo che grande uomo mite e riservato era. Una persona che non si faceva intervistare, odiava apparire, che andava a lavorare tutte le mattine presto e lavorava per ore tutti o giorni e per tutta la vita, una persona che rispettava i suoi collaboratori, una persona d’altri tempi che dobbiamo tutti piangere. Ma anche la stessa cocacola, è una bevanda con caratteristiche forti certo, ma fa parte dela vita degli Stati Uniti, e se assunta con moderazione non fa male. Altrimenti dovremmo odiare anche i vini e bandirli dall’Expo perché l’abuso nel consumo causa incidenti e morti, in alcuni casi dà dipendenza fino a farti diventare etilista. Insomma… togltiegli il vino a questo!
Il suo giudizio sulla persona è un aspetto che non rientra nei nostri articoli. Noi parliamo dei prodotti
Ma cosa dice lei?? Siccome andava a lavorare tutte le mattine non si possono criticare i suoi prodotti??
Gran bell’articolo, coraggioso e ricapitolativo dell’Expo di Milano. Il neologismo usato lo descrive perfettamente: Disneyfood.
Ogni tanto risento parlare di Ferrero, e in queste occasioni e leggendo i peana a favore, scrollo un po’ la testa. Perchè?
Perchè, con tutto il rispetto dovuto, mi sembra eccessivo ricordarne la correttezza, le doti e soppratutto l’italianità del fondatore e dell’azienda, senza mai accennare al fatto che comunque risiedesse nel Principato di Monaco. Senza accennare che l’ azienda ha la sede finanziaria in Lussemburgo. Senza informare che buona parte dei prodotti sul mercato non provengono da stabilimenti italiani, ma da impianti stranieri di cui la stessa azienda (ovviamente sfruttando pieghe della legge) omette la provenienza … cito Kinder Merendero, Tic Tac come esempio.
Cosa del tutto legittima se non ricorresse il falso messaggio di “Italianità”
Quello che riconosco come qualità all’ azienda è sicuramente la sua capacità ed esperienza nel marketing, nel proporsi come benefattrice nei confronti dei nostri pargoli.
Scrollo la testa perchè trovo tutto questo un pò “peloso”, ma passiamo oltre, non si può fare la guerra al mondo, ma almeno non lasciamoci incantare…
Bravo Achille le hai cantate giuste basta con le persone che si fermano alla sola facciata tralasciando tutto quello che ci sta dietro. Dove sta l’italianita’ se i guadagni li portano all’estero? Dove sta la nostra salute se ci danno da mangiare prodotti imbottiti di olio di palma? Ciao
grazie, bel post. Sono d’accordo su tutto. L’assessore è da vergogna. Vorrei aggiungere che dobbiamo considerare anche l’impatto ambientale della produzione di queste multinazionali. Per fare del male ai nostri figli con il loro orrendo junk food, si permettono anche di distruggere l’ambiente ..E poi vengono all’expo a nutrire il Pianeta.
Tutti a criticare un articolo che è non fa altro che descrivere la realtà dei fatti. Questo sito si avvale di esperti nel campo della nutrizione che oggettivamente i loro articolo sono incontestabili. Se queste 3 aziende fanno prodotti di un certo tipo e a voi piace non prendetevela con l’articolista se scrive la realtà dei fatti ma chiedetevi perché la comprate.
Buongiorno, sono una Dietista e lavoro sul territorio torinese occupandomi, tra le altre cose, di confrontarmi con i cittadini rispetto al grande tema dell’educazione alimentare.
Da anni ormai il tema calorie, grassi etc…. non fa quasi più parte degli argomenti che vengono discussi mentre trova ampio spazio il tema “cosa mangiamo” e come impattano le nostre scelte su ambiente, economia e società. Non voglio entrare nel merito perché la tematica è ampia se non dire che non è facile nè tanto meno immediato raggiungere l’obiettivo di migliorare abitudini alimentari poco salutari. Sicuramente il consumatore ha un potere immenso. Le Aziende producono in base alle ricerche di mercato che a loro volta si basano sullo studio degli acquisti fatti. Se decidessimo di non acquistare più cibi di pessima qualità le Aziende inizierebbero a produrre cibi di qualità se non ottima ….. almeno sufficente. Anche la politica ha le sue responsabilità ma io inzio a prendermi le mie, da consumatrice innanzitutto ma anche da persona che mette a disposizione strumenti e conoscenze a favore della comunità. Non ho messo la firma sulla petizione contro l’olio di palma (o la falsa veste con cui lo troviamo indicato in etichetta cioè “olio vegetale”) ma ho smesso di comprare alimenti che lo contengono. Per coerenza, seppure molto dispiaciuta di non poter dire “io c’ero” ma con la forte convinzione che posso essere parte attiva di questo grande cambiamento nel quale credo fortemente, non andrò a Expo.
Grazie.
complimenti al dr. La Pira, chiaro nella sua esposizione come sempre. Dopo vari anni di incontri di educazione alimentare nelle scuole con ragazzi, insegnanti e genitori, come medico della Prevenzione, confermo la difficoltà di far crescere la consapevolezza di acquisire abitudini di scelte e consumo alimentare sane in un epoca di produzione alimentare “malsana”.EXPO un ‘occasione universale, speriamo non vada solo sprecata!saluti
IL POST MI PIACE, E’ CHIARO E PRECISO. AL DI LA DEI COMMENTI LEGGERI, SUL FATTO CHE NESSUNO OBBLIGA NESSUNO E’ VERO MA L’IGNORANZA E’ TANTA, SPERO SOLO CHE I TRE ESPOSTI ALL’ANTITRUST VADANO A BUON FINE E VI RINGRAZIO PER LA CURA E SERIETA’ CON CUI FATE QUESTO LAVORO.
GRAZIE
Nelle scelte alimentari faccio da solo. Legato alla tradizione del panino non mi sono mai lasciato convincere da tutti questi nomi stranieri.
Pomodori, zucchine, melanzane e peperoni sono la mia passione;
tutto sta alla fantasia per cucinare gli ortaggi in vari modi, con grande vantaggio del palato e della salute
I produttori fanno alimenti che costano il meno possibile per massimizzare i loro profitti ( es. olio di palma vs oliva ) e ti abbindolano con la pubblicità spesso falsa, tanto la gente per tante ragioni è davvero ignorante , cioè non sa . Bisognerebbe ci fosse un Ente, Sanità ad esempio, che controlla e fa cancellare le pubblicità fasulle, si può se si vuole …