La dieta mima digiuno di Valter Longo: nuova moda o business per la società fondata dal ricercatore? A settembre arriva il kit in farmacia e il volume in libreria
La dieta mima digiuno di Valter Longo: nuova moda o business per la società fondata dal ricercatore? A settembre arriva il kit in farmacia e il volume in libreria
Roberto La Pira 30 Agosto 2016La dieta mima digiuno, ideata e promossa da Valter Longo, apparentemente non vuole essere un modo per dimagrire come avviene per le altre diete modaiole. Secondo Longo si tratta di un regime vegetariano in grado di rallentare l’invecchiamento, rigenerare le cellule e, solo come effetto collaterale, permettere la perdita di peso. L’inventore precisa in tutte le interviste che il modello alimentare non va gestito in autonomia, ma va adottato con il supporto di un dietologo o di un nutrizionista.
La dieta propone di alternare il modello alimentare quotidiano a qualche giorno in cui si “mima” il digiuno, assumendo da 800 a 1100 calorie. La maggior parte di queste calorie deve provenire da grassi (noci, per esempio) e vegetali, e solo in quantità ridotta da zuccheri e proteine. L’idea della dieta nasce dagli studi sull’invecchiamento condotti da Valter Longo che, all’attività di direttore del Longevity Institute della University of Southern California, affianca quella di ricercatore presso l’Ifom di Milano.
Il sistema si basa su due elementi. Le popolazioni di alcuni villaggi sulle Ande nell’Ecuador non si ammalano quasi mai di cancro e di diabete e le persone sono alte circa un metro e dieci. Il nanismo è infatti una delle caratteristiche peculiari di queste persone (spesso sono anche obese o in sovrappeso) che sono affette dalla sindrome di Laron. Secondo Longo la chiave di lettura per giustificare l’assenza di malattie correlate all’invecchiamento è da attribuire a livelli bassi di IGF1 e insulina. Poiché questo ormone aumenta con l’assunzione di proteine animali, un modo per “mimare” ciò che avviene di positivo nelle persone con la sindrome di Laron è agire sull’alimentazione, riducendo la quota di carne, latte, uova, e favorendo: verdure, cereali, proteine vegetali e al limite il pesce.
La dieta mima digiuno viene presentata dal ricercatore come un tasto di reset, che permette alle cellule di rigenerarsi e di ripartire. Longo nelle interviste rilasciate precisa che gli studi sono stati condotti in colture di lievito, di topi e anche nell’uomo, attraverso un trial che ha coinvolto 100 individui (numero molto limitato che da un punto di vista scientifico ha scarso valore). Sulla base di questi elementi Longo propone un regime alimentare con un ridotto consumo di proteine animali, abbinato a qualche giorno in cui si simula il digiuno, per permettere alle cellule di rigenerarsi. Per la maggior parte delle persone relativamente sane la frequenza della dieta mima digiuno dovrebbe essere una volta ogni 3-4 mesi, negli altri casi ogni 30 giorni. La dieta prevede qualche giorno di mima-digiuno ogni mese,da alternare a un’alimentazione normale, che dovrebbe portare ad una riduzione dell’apporto calorico di circa 5000 calorie per gli adulti di sesso maschile.
Enzo Spisni, ricercatore nutrizionista dell’Università di Bologna è abbastanza critico sulla mima-digiuno e precisa che «Molti studi arrivano alla conclusione che la restrizione calorica è un modo per allungare la vita. Il concetto è corretto ma solo negli organismi utilizzati in laboratorio. Negli esperimenti condotti sulle colture di lievito la lunghezza della vita triplica in condizioni di restrizione calorica, raddoppia nelle prove condotte sui vermi, mentre nei topi aumenta quasi del 30%. Come dire che, salendo la scala evolutiva, gli effetti positivi sembrano affievolirsi». «La dieta del digiuno – continua Spisni – non va bene per tutti e non deve essere un alibi per le persone che si sentirebbero legittimate a mangiare di più dopo il periodo di restrizione». Il regime alimentare non è adatto alle persone obese, a chi soffre di malassorbimento intestinale, così come ai diabetici. Nelle situazioni di sovrappeso e obesità, adottare questo modello alimentare significa fare la guerra alle conseguenze e non cercare di eliminare le cause. Il primo compito di chi segue pazienti obesi o in forte sovrappeso è individuare gli sbagli del pasto quotidiano e gli errori nello stile di vita. Introdurre giorni di digiuno prestabiliti si rileva in genere poco utile, perché questi periodi verrebbero compensati con errori maggiori nei giorni successivi.
Esistono svantaggi? Secondo Spisni «la condizione di lavoro attivo si coniuga male con la dieta mima digiuno: si rischiano situazioni di ipoglicemia che possono influire negativamente su concentrazione e attività fisica. Lo sanno benissimo gli sportivi, che mai affronterebbero allenamenti in condizioni di digiuno. I nostri avi, quando praticavano i digiuni tradizionali, lo facevano in una condizione di riposo. Quindi, se si decide di inserire giornate di digiuno o di scarso apporto calorico, attenzione a farle coincidere con giornate in cui abbiamo poco o nulla da fare, e possiamo rilassarci, magari all’ombra di qualche albero».
La dieta mima digiuno ha anche un aspetto commerciale. Valter Longo affianca all’attività di ricercatore, quella di fondatore (oltre che presidente del board scientifico) della società L-NUTRA che si occupa di “nutritecnologia”. La società ha sviluppato e ha programmato l’inizio della vendita negli Usa e in Italia di due kit per seguire la dieta mima-digiuno denominata ProLon®. Longo sottolinea che le sue azioni saranno assegnate a un’associazione no profit e non riceverà alcun compenso, anche se questo aspetto non preclude una sorta di conflitto di interessi. L’altra novità è che il prossimo 15 settembre dovrebbe uscire il libro “La dieta della longevità“, scritto dallo stesso Longo ed edito da Vallardi. Anche in questo caso i proventi dell’autore andranno a favore della ricerca.
Una delle ambiguità della dieta mima digiuno è quella di estendere al grande pubblico e di proporre i modelli e gli esiti dell’esperienza scientifica maturata su pazienti con patologie anche gravi. La sensazione è quella di una nuova dieta “vegetariana” quasi miracolosa che, oltre a fare dimagrire, agisce contro l’invecchiamento ed è in grado di rigenerare e resettare le cellule. Si tratta di un programma affascinante capace di catturare l’attenzione di molti, affiancato dal business della vendita del kit e dal libro di prossima uscita. Il percorso risulta simile a quello di molte diete modaiole che durano lo spazio di qualche stagione e promettono di perdere chili senza fatica. Lo schema è ormai standardizzato: si prende un modello scientifico come riferimento, si scrivono libri e manuali e si vendono in farmacia kit o prodotti alimentari “utili” per seguire la dieta. La novità di Longo è di consigliare l’affiancamento di un dietologo.
Aggiornamento del 12 ottobre 2016: leggi articolo La dieta mima-digiuno di Valter Longo a Le Iene. Tanti i dubbi sul nuovo regime alimentare. Il parere del nutrizionista
Riceviamo e pubblichiamo questa nota della Fondazione Valter Longo.
- Il titolo non spiega che alla base della Dieta mima digiuno vi sono solide basi scientifiche e che il suo fondatore devolva tutti i suoi proventi in ricerca e beneficienza
- La perdita di peso è un effetto secondario, con valenza dunque positiva, non un effetto collaterale della Dieta mima digiuno
- Il campione di 100 pazienti sottoposti a studio clinico ha un alto valore scientifico e statistico (i.f. 17.16), dati i massimi criteri dello studio (randomizzato e con cross-over), accettato e pubblicato da una rivista scientifica peer reviewed di alto livello
- Il “valore scientifico”, o meglio la significatività scientifica dei risultati, non è data dal numero di soggetti arruolati nello studio, ma dalla qualità dei risultati
- Non vengono citate fonti scientifiche per dimostrare che la Dieta mima digiuno non sia adatta ad obesi, diabetici o individui con malassorbimento intestinale. Inoltre, le pubblicazioni scientifiche a riguardo dimostrano un accentuato effetto positivo in soggetti a rischio di malattia, con elevati markers/fattori di rischio legati a invecchiamento, diabete, cancro, malattie cardiovascolari e autoimmuni
- In vitro ed in vivo è stato scientificamente dimostrato che la Dieta mima digiuno allunghi la vita
- La Dieta mima digiuno è compatibile con l’attività lavorativa. Gli individui che vi si sottopongono riportano maggiore concentrazione e lucidità mentale, mentre l’associazione di attività sportiva è sconsigliata
- Valter Longo è il fondatore ed il principale azionista della azienda che produce il kit e devolve tutti i ricavati in ricerca e beneficienza, ma non lo commercializza, e non ricopre alcun ruolo operativo o alcuna carica all’interno della società
- I risultati sui pazienti con patologie gravi non vengono proposti al pubblico bensì al mondo scientifico ed accademico, che ha ampiamente accolto l’iniziativa visto che ad oggi ci sono 38 studi clinici in corso presso le maggiori università ed ospedali europei e statunitensi
- A differenza di quanto riportato nell’articolo, il percorso non è affatto simile a quello di “molte diete modaiole”. Al contrario, questa dieta è stata sottoposta a studi preclinici, clinici ed analizzata alla luce di studi epidemiologici
Romina Ines Cervigni – Fondazione Valter Longo
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Nel servizio di Presa Diretta, primavera 2016, Valter Longo spiegava che la mancata introduzione di zuccheri per 3-5 giorni poteva indurre le cellule cancerogene (molto voraci) al suicidio: ovvero la dieta “mima digiuno” avrebbe ridotto la probabilità di insorgenza del cancro.
Sarebbe interessante sapere se questo può essere vero o no.
A quanto ci risulta e abbiamo anche scritto nell’articolo la sperimentazione effettuata è assolutamente insufficiente per giungere a conclusioni di questo tipo
Secondo gli studi di Valter Longo un digiuno breve d 3-5 giorni (o la dieta mima-digiuno), potrebbe(i risultati non sono definitivi) migliorare l’efficacia della chemioterapia, cioè aumentare la mortalità delle cellule cancerogene e rafforzare le cellule sane, quindi ridurre gli effetti collaterali della chemio.
Ma il digiuno da solo, senza altre terapie, non ha alcun effetto contro il cancro in generale!
Probabilmente riduce indirettamente il rischio di quei tumori correlati al sovrappeso e all’obesità, semplicemente perché può aiutare a mantenersi snelli, ma credo che qualsiasi altra strategia per dimagrire e rimanere magri(come l’attività fisica) può avere gli stessi effetti preventivi.
A dimostrazione che le regole del profitto finiscono sempre per inquinare financo la credibilità/validità di pratiche che – ovviamente al netto di problematiche metaboliche che afferiscono ad una fisiologia geneticamente o incidentalmente “difettosa” – non possono che apportare benefici vieppiù in ragione di un contesto socio/economico/culturale che spinge inesorabilmente l’essere umano al minimo di attività fisica (dai lavori sempre più sedentari alla possibilità di fare un numero sempre crescente di commissioni – operazioni bancarie,pagare bollette addirittura fare la spesa – stando comodamente seduti ad una poltrona) e che,pertanto, rende plausibile – e mediamente priva di rischi per i più – la riduzione della quota/die di energia destinata a sostenere il lavoro muscolare nel computo totale del fabbisogno energetico giornaliero . Il reset fisiologico evocato dal dott. Longo, lo si può benissimo ottenere banalmente digiunando una volta a settimana 24/36h avendo cura di idratarsi. E’ lapalissiano che il tutto deve essere concepito approcciando l’alimentazione con la mentalità non già del “consumatore” bensì del “semplice fruitore” ovvero di colui che carica il gesto del portare cibo alla bocca di nessun altro significato che non sia quello di introitare “energia quanto più possibile pulita” per la macchina che madre natura gli ha donato e a tale scopo dovrebbe pretendere dal proprio Stato informazioni oggettive ed imparziali che educhino (magari a partire già dalle scuole) a scelte sempre salutari e quanto più sostenibili. Delle volte mi sorge il dubbio se il Sistema alimentazione/nutrizione dei vari paesi con tutti gli stakeholder che ci stanno dentro stabilisca standard nutrizionali e linee guida per la sana alimentazione avendo fisso il principio della “Salute Pubblica” o quella del MOLOCH MERCATO/FINANZA. Si ricordi che in America, negli anni ‘90, le lobbies dell’agroalimentare -soprattutto produttori di carne, latte e derivati – hanno avuto il potere di obbligare le istituzioni pubbliche a demolire letteralmente le Dietary Guidelines nei loro principi cardine poiché incentivavano comportamenti alimentari improntati alla frugalità e per questo potenzialmente limitanti i loro lauti guadagni ; poi seguì il compromesso secondo cui le Linee Guida, nelle successive edizioni,avrebbero dovuto enfatizzare il perseguimento della fitness attraverso l’esercizio fisico quotidiano piuttosto che con il controllo della dieta. E’ preoccupante tutto ciò. E se ci si riflette su, lo spreco di risorse naturali è enorme. Basterebbe nutrirsi meno…
Continuo a sostenere che viviamo tempi in cui avremmo potenzialmente tutti gli strumenti – tecnici e di conoscenza – per garantire agevole accesso ai più fondamentali diritti umani – quello al cibo in primis – alla totalità degli 8 mld di individui di questo sputo nell’universo che chiamiamo Terra. Che non si addivenga alla realizzazione di una tale prospettiva, è responsabilità di una cultura – quella capitalistico/occidentale – la cui insensibilità all’equilibrio (principio inderogabile e imprescindibile per quel po di NATURA che abbiamo ancora il privilegio di contemplare) è fondamento e al contempo costituirà fine della sua (e se non cresciamo in coscienza critica prima che sia troppo tardi, anche nostra) esistenza.
Sono assolutamente d’accordo con Giuseppe sull’eccesso di cibo, spreco e l’assoluta assenza di equilibrio che impera nel mondo occidentale. Sottolinerei a questo proposito la quantità enorme di alimenti che vengono “buttati” e finalmente scopriamo che il problema del “food waste” è diventato prioritario a livello internazionale.
Ma non è che la “Natura” farà sempre meglio senza la specie umana? Scusate il pessimismo.
Un po’ di siintesi ?
Diciamo che lo “scopritore” della “Dieta della longevità” è stato negli anni ’60 un certo Ancel Keys, campato fino alla veneranda età di 100 anni, insieme alla moglie novantacinquenne. Ovviamente sto parlando della dieta Mediterranea…chissa se Longo ne ha mai sentito parlare?
il problema è che la dieta mediterranea del 60 non potrà mai essere quella di oggi, mio nonno è campato 90 anni ma mangiava carne solo una volta l’anno ,come per i salumi, tantissimi legumi e vegetali e sempre frutta, pescè una volta al mese(e che sia di domenica!) il problema non sta solo nella frequenza(ormai si mangia proteine animali ogni giorno) ma anche nella qualità del prodotto, che con tutti gli allevamenti intensivi di oggi sono di scarsissima qualità!
Valter Longo nei suoi studi è partito proprio dalla vera dieta mediterranea ,tanto per intenderci,NON quella che promuove il consumo quotidiano di pasta e cereali raffinati.
Il pregio dei suoi studi,per quanto limitati nella dimensione,al momento, e’ tuttavia quello di aver dimostrato con approccio scientifico i meccanismi biologici che si attivano all’interno del nostro organismo durante il digiuno o la restrizione calorica.
Il corpo umano si è infatti strutturato sin da tempi antichissimi,prima ancora dell’avvento dell’agricoltura, a sostenere periodi più o meno prolungati di scarsità di Cibo, quando il clima o semplicemente il fallimento di una battuta di caccia ne limitavano la disponibilità. A ben guardare digiuno e restrizione calorica sono entrati a far parte delle pratiche di grandi filosofie e religioni mantenendo questi momenti di reset e riposo,fino ai tempi nostri,dove tutto questo è stato in qualche modo dimenticato e il nostro corpo si è trovato a dover gestire un carico digestivo che impegna il 30% della nostra e regia disponibile,senza possibili periodi di pausa e riposo,rappresentati appunto da digiuno e restrizione calorica.
Ma per fare il digiuno ogni tanto serve una dieta da scienziati da vendere in farmacia?
. . . e se, nel dubbio, mangiassimo meno e meglio, con attenzione alla qualità? E magari un giorno a settimana leggessimo invece di pranzare e cenare? Fisico e cervello ringrazierebbero.
Ne dubito molto. A mio avviso il digiuno non fa altro che privare il corpo di quello che gli è indispensabile. Saltare i pasti è una delle cose più dannose che si possa fare, fa soltanto perdere energie, e se il fisico può anche resistere di certo il cervello non ringrazia. la questione è puntare alla qualità invece delle quantità, che comunque non può scendere troppo. Detto il maniera molto semplice: sacco vuoto non sta in piedi.
Dall’intervista a Valter Longo andato in onda nella trasmissione Presa Diretta (primavera 2016),
1. la sua non è una dieta dimagrante
2. non basta un solo giorno di dieta a settimana, ma servono almeno almeno 3 giorni di dieta, ogni 3-6 mesi
3. il concetto alla base è che le cellule buone, in assenza di zuccheri, si mettono in stand-by, per poi ripartire con maggior vigore di prima quando rientrano gli zuccheri in circolo. Le cellule tumorali, in assenza di zuccheri, muoiono
4. la dieta di Valter Longo è in sperimentazione in alcuni ospedali tedeschi che la utilizzano anche per chi ha malattie autoimmuni (artriti, ad esempio).
5. la dieta va eseguita sotto controllo medico.
Ma se non è una dieta dimagrante cos’è? Un sistema per allungare la vita? Se si usa in ospedale non è opportuno divulgare il metodo al grande pubblico come mi sembra stia facendo.
Nel servizio di Presa Diretta questo tipo di dieta veniva applicato a pazienti sotto chemioterapia e si evidenziava una migliore risposta immunitaria.
Risulta allora alquanto bizzarro vendere kit in farmacia …
Resta il fatto che la scienza dell’alimentazione, proprio in quanto scienza, necessita di un approccio sperimentale (ben più accurato rispetto a quanto fatto da Longo) che ne dimostri i benefici mettendo magari anche in confronto con altre metodiche che hanno già ottenuto risultati scientificamente provati. Ad oggi l’unico regime alimentare con valenza scientifica positiva sulla salute umana è la dieta mediterranea, Patrimonio dell’UNESCO, che è ben diversa da quella descritta qualche commento più su. Il digiuno, anche per brevi periodi, scatena dei meccanismi molecolari a livello cellulare e metabolico-ormonali che non sono fisiologici di un organismo sano. Se poi questo regime di digiuno vuole essere una cura al cancro allora si proceda con le dovute sperimentazioni (molto spesso pluriennali) invece di farne un business come ce ne sono migliaia con libri e preparati miracolosi da vendersi in farmacia e sulle bancarelle
Ho riletto da poco “Grassi Dolci Salati” M. Moss, un libro illuminante consigliato anni fa, proprio da ilfattoalimentare (http://www.ilfattoalimentare.it/grassi-dolci-salati-dipendenza.html) Emerge chiaramente come la nostra “libertà di scelta” venga sospesa, “in tutti i sensi”, non appena entriamo in un supermercato, anche chi ritiene di possedere uno spirito sufficientemente critico è in balia degli stratagemmi più sofisticati dell’industria alimentare, sempre disposta a venirci incontro anche sul fronte della lotta all’obesità, che essa stessa genera, purché riesca a guadagnarci anche in questo caso, magari facendoci comprare qualcosa di più appropriato che contenga “Meno o Nulla di X” e guarda caso costi di più! Oppure dirottando la soluzione del problema in “più attività fisica”, ma mai, dico mai sia “ridurre i consumi”… Chi ci guadagna se, paradossalmente, tutti adottassero anche solo qualche giorno di digiuno? (Che poi ha sempre fatto bene, anche quando la gente mangiava molto meno dei giorni nostri) Sarebbe una mossa equivalente alle azioni di boicottaggio di un prodotto, vero spettro per l’industria! No no, continua a consumare che poi quando stai male te lo troviamo noi un rimedio, sembrano dire, la farmacia è sempre aperta… Perdinci, con tutti i soldi che investe in “ricerca”, dovrà pure far rientrare qualcosa! Oggi il gesto più rivoluzionario diventa decidere in “autonomia”, di saltare un pasto o poco più… “Seguiti da un dietologo…” Come vorrei poterlo raccontare a mio nonno, sopravvissuto a due anni di lavori forzati a Dachau, mangiando patate e verza, si farebbe quattro risate, visto che nonostante il campo, insieme alla vita aveva conservato il senso dell’umorismo.
L’approccio scientifico della ricerca del Dott. Longo è molto interessante ma va confermata.
Non condivido alcune obiezioni del Dott. Spisni ai digiuni mimati, che non sono veri digiuni ma solo riduzioni caloriche peraltro opportunamente distanziate.
Sul fatto poi che per ogni modesta restrizione corrisponda un recupero per eccesso, presuppone una dipendenza psicologica, più che un problema metabolico e come tale va trattato e non solo dal nutrizionista.
Se sono vere e saranno confermate le risultanze scientifiche del Dott. Longo, ritengo sia un sistema semplice di prevenzione e di sostegno ai trattamenti medici, mediante un supporto alimentare efficace.
Mentre concordo sull’inopportunità e probabilmente l’inutilità degli integratori venduti a supporto delle diete.
Come distruggere un potenziale buon lavoro di ricerca con un abbinamento commerciale; forse negli USA è la prassi, ma da noi non funziona.
Siamo giunti alla scoperta dell’acqua calda!!
Un vecchio e saggio proverbio recita: calazione da Re, pranzo da Principi e cena da Poveri. (nella versione più cattiva era previsto che la cena la si regalasse al proprio nemico)
Rita Levi Montalcini faceva un pasto al giorno è morta lucida all’età di 103 anni, il Presidente Pertini cenava con un brodino dai tempi della Resistenza ed è rimasto lucido fino a tarda età, Il Prof. Veronesi fa un pasto al giorno (la cena) è molto avanti con l’età e lavora ancora, ha anche scritto un interessante libro sull’argomento.
Il dottor Berrino ha confermato che due giorni di digiuno prima della chemio e due giorni dopo, migliorano sensibilmente gli effetti della terapia (nota bene: non fa “guarire” ma aiuta).
la restrizione calorica guarisce quasi tutte le malattie metaboliche, lo sanno bene i chirurghi bariatrici che , soprattutto all’estero (Francia Svezia ) la utilizzano per curare il diabete ecc.., in Italia circa 8.000 interventi all’anno per lo più per finalità estetiche, in Francia 40.000 interventi all’anno, li’ la chiamano chirurgia metabolica.
in sintesi, la sera, bevetevi un brodino e non toccate più cibo dalle 17:00 fino alle 08:00 del mattino seguente; chi ha problemi di sovrappeso, ipertensione, diabete ne gioverà ed è molto probabile che guarisca a patto che a colazione e pranzo mangi normalmente e possibilmente non cibo preparato industrialmente.
Vi garantisco che si consegue anche un cospicuo risparmio ed una riduzione della vergognosa prassi dello spreco alimentare. Non mi meraviglio, pertanto, che tale pratica venga osteggiata dall’industria alimentare e da molti (non cito la categoria per evitare querele) che consigliano (sotto dettatura quando sono in malafede e molto ignorantemente quando ne sono convinti) che bisogna mangiare ogni tre ore, poco e spesso.
buon digiuno a tutti.
l’idea della prolon la considero solo in parte una trovata commerciale. Penso non sia così semplice bilanciare le calorie, controllare la risposta insulinica, la quantità ottimale di antiossidanti e altre variabili da tenere in gioco. Almeno in ambito medico mi trovo d’accordo su questo kit. Per quanto riguarda la massa invece mi trovo in disaccordo e non si può negare che è solo un mero ritorno economico
Non so se sia chiaro all’autore dell’articolo (con cui non voglio fare polemica) che Longo lavora sia per l’Ifom che per l’università della California e è proprio specializzato in gerontologia, dal suo curriculum non mi sembra il solito cialtrone anti-ogm, anzi ha un curriculum invidiabile Longo.
Personalmente appena uscita la sua review [ http://goo.gl/R0iwOU ] la ho studiata. In quelle 15-20 pagine si usavano solo modelli animali (topi) e effettivamente si avevano dei discreti miglioramenti; solo successivamente si è passati ai trial clinici. Ovvio che non mi aspetto miracoli.
Sono felice dei progressi nelle chemioterapie quello che si è visto è che almeno per le chemioterapie, aiuti a uccidere le cellule cancerogene visto che nonostante il calo di calorie giornaliero continuino a duplicarsi rispetto alle cellule normali portandole alla morte. effettivamente è un grande passo in avanti [ http://goo.gl/7RcJJf ]
Ho cercato più dati possibili, il 15 settembre uscirà il suo libro di cui il 100% andrà alla ricerca scientifica e non nelle sue tasche… e mi auguro di trovare delle spiegazioni più esaurienti su questo nuovo ramo.
Il succo comunque è che una restrizione calorica può dare QUASI gli stessi benefici di un digiuno completo ma con molte meno controindicazioni.
Altre review che consiglio sono:
1. Protein and amino acid restriction, aging and disease: from yeast to humans
2. Fasting: Molecular Mechanisms and Clinical Applications
PS: non vedo il commento pubblicato. ho disattivato gli adblock. eventualmente rimuovete i miei commenti doppioni
Il modello mima digiuno viene proposto alle persone “sane” che hanno problemi di obesità, e questo non mi sembra nelle corde e nella mission di un ricercatore che studia sistemi di dieta su pazienti con patologie oncologiche. Il modello viene presentato da buona parte dei giornali come una vera novità per le persone “sane” e non per i pazienti oncologici e questo altro elemento non mi sembra ottimale.
Semplificando:
se ho capito bene la DMD va intesa come l’alimentazione nel periodo di rottura alle “cattive” abitudini di alimentarsi, al fine di permettere all’organismo una parziale “rigenerazione” e poter successivamente rimettersi in carreggiata e procedere correttamente.
solo in tale periodo si avrebbe potenzialmente l’utilizzo di possibili prodotti da “commercializzazione” PROLONGO o in alternativa con l’ausilio di un dietologo una alimentazione ad hoc nel periodo.
Capisco i dubbi ( efficacia della proposta scientifica valida per tutti gli individui? ) ma introdurre sempre dietrologia e/o comportamenti furbeschi mi sembrano eccessi e superficiali. E le competenze professionali ( quelle riconosciute ) non ne teniamo in conto?
L’autore polemizza troppo. Forse non si rende conto che molte (troppe) persone si fidano di un prodotto solo se e` venduto in farmacia. Quindi, acquistare il kit e farsi seguire da un medico specializzato nel percorso della dieta (che ha valenza TERAPEUTICA, non DIMAGARNTE) puo` essere l’unico modo per avvicinare una deerminata categoria di persone. Per chi volesse provare senza avere patologie, nessuna necessita` di acquistare il kit: Longo fornisce tutti i macronutrienti necessari per ogni giorno di dieta ed e’facilissimo farla a casa (anche se loro sconsigliano il fai da te… ). Io ho provato la dieta. Non per dimagrire, semplicemente per dare un boost al mio sistema immunitario e senza comprare nessun kit.
D’altra parte, tantisismi altri ricercatori (vedi Luigi Fontana, Berrino, Veronesi) sono sulla stessa lunghezza d’onda per quanto riguarda il digiuno.
Ah, si puo benisismo fare lavorando.