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Il caffè con le capsule ha un costo (oltre a quello in euro) ambientale significativo

Dopo le polemiche sull’impatto ambientale delle capsule per macchina da caffè, diffuse in tutto il mondo grazie e Nespresso, arrivano i nuovi contenitori biodegradabili, da buttare nella frazione umida della spazzatura.

Se l’ipotesi della capsula eco prendesse piede, si ottimizzerebbe il successo dell’espresso “fatto come al bar”, preparato con cartucce già pronte inserite in una macchinetta, pratica e veloce. Ma il caffè “porzionato”, tanto apprezzato dai consumatori, ha un costo (oltre a quello in euro) ambientale significativo, visto che ogni tazzina comporta un imballo, in metallo o plastica, da gettare nell’immondizia. Come ridurre questo ennesimo rifiuto? La Novamont, azienda leader nel campo dei materiali e bio-chemicals, ha creato la prima capsula completamente compostabile.

 

caffè capsula
Le nuove capsule si possono buttare con tutto l’involucro nel sacco dei rifiuti organici (umido)

Per la fabbricazione delle eco-porzioni è stato usato anche Mater-Bi® di IV generazione, una nuova bioplastica che richiede meno energie e risorse durante la fase di produzione rispetto alle versioni precedenti.

«Le nuove capsule – precisa Andrea Di Stefano di Novamont – si possono definire ecofriendly perché dopo avere preparato l’espresso, si può buttare tutto l’involucro con all’interno il fondo di caffè, nell’umido. La ricerca sui nuovi materiali ha permesso di garantire sia la conservabilità che la qualità, assicurando un’efficace barriera ai gas, mantenendo inalterato l’aroma. Siamo i primi in Italia, a proporre questa soluzione, mentre in Europa un altro player è l’azienda svizzera Basf, che produce elementi analoghi in plastica ecoflex®.

 

Il materiale è in sperimentazione insieme alle principali aziende del settore che dimostrano grande interesse per le nuove capsule eco. L’intento è di catturare la vasta area di consumatori che, pur apprezzando il nuovo sistema di preparare l’espresso in casa, sono attenti alle proprie scelte in tema di impatto ambientale».

 

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Le capsule Vergnano sono in “Biodè”, un materiale pubblicizzato come biodegradabile, in realtà è plastica oxodegradabile, non biodegradabile né compostabile, che in discarica si frammenta

Il problema è reale visto che Nespresso, leader di mercato, dà la possibilità ai clienti di smaltire le capsule di metallo usate portandole nei centri raccolta. L’analogo prodotto firmato Fiorfiore Coop indica sulla confezione come separare i componenti: il fondo del caffè (organico), la copertura (alluminio), la cartucce (plastica).

Non sempre tutto è così chiaro: in vendita nei supermercati si trova Caffè Espresso di Vergnano che per le capsule utilizza un materiale chiamato “Biodè”, pubblicizzato come biodegradabile e a basso impatto ambientale. La realtà è un po’ diversa: si tratta di una plastica addittivata, che impiega alcuni anni prima di degradarsi, mentre per i materiali compostabili la biodegradabilità deve raggiungere il 90% in 180 giorni.

 

Valeria Nardi

© Riproduzione riservata

Foto: Photos.com

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Ale Roma
Ale Roma
8 Novembre 2013 14:12

meglio la cara vecchia Moka economica e eco friendly 😉

patstella
patstella
Reply to  Ale Roma
13 Novembre 2013 09:56

perfettamente d’accordo!! w la moka!!

Valter63
Valter63
10 Novembre 2013 21:42

Interessante, ma come la mettiamo con il prezzo??? E’ sempre stratosferico?? Comunque concordo con Ale Roma, meglio la vecchia cara moka.
Ciao.

Elisabetta
Elisabetta
13 Novembre 2013 08:58

Nel caso di Nespresso le capsule ora sono contenute in un astuccio di cartoncino senza ulteriore protezione. Il Mater-Bì di IV generazione è in grado di resistere in condizioni analoghe o necessita di un ulteriore imballo come quello di Vergnano? In caso affermativo di che materiale sarà composto? Grazie!

luigi
luigi
13 Novembre 2013 14:20

per quanto a mia conoscenza biodè non è oxodegradabile ma biodegradabile (non a opera di ossigeno ma di batteri).
esistono altre capsule che sono oxodegradabili ma iniziano a degradare dal momento in cui vengono prodotte (stampata la plastica) mentre biode dovrebbe iniziare a degradare dopo l’erogazione , in presenza di umidità e batteri quindi questa mi sembra migliore
la capsula non è compostabile in quanto degrada in tempi non compatibili con compostaggio.
per essere compostabile dovrebbe essere degradata in 180 gg.
la capsula , una volta usata, diventa un rifiuto indifferenziato biodegradabile (info rilevate da sito http://www.biode.it)
non mi è chiara la % di degradabilità ma
visto che in italia molti rifiuti vengono ancora interrati personalmente ritengo che biodè sia comunque un piccolo passo avanti (anche se lontano dall’essere risolutivo) in quanto dopo alcuni anni è comunque più degradata della plastica.
penso inoltre che sia importante che l’utente sia informato in modo chiaro e corretto visto che si fa molta confusione tra biodegradabile, compostabile, riciclabile, rigenerabile…