C’è voluto un po’ di tempo ma alla fine il Ministero della salute ha pubblicato un approfondimento sul caso dei frutti di bosco contaminati dall’epatite A, come più volte richiesto da Il Fatto Alimentare. Nel documento compaiono anche i nomi dei prodotti e le aziende i cui lotti sono stati ritirati dal mercato. La vicenda, iniziata più di un mese e mezzo fa, diventa ogni giorno più seria e leggendo i documenti allegati al comunicato stampa si scopre che il focolaio dell’epidemia si trova proprio in Italia. È infatti nel Nord Est del Paese che si è registrato un importante incremento dei casi di epatite A rispetto agli anni precedenti. La vicenda ha superato anche i confini nazionali visto che sono stati colpiti dall’infezione anche numerosi turisti olandesi, tedeschi e polacchi che avevano soggiornato in Trentino-Alto Adige.
Le confezioni di frutti di bosco congelati sono di origine italiana, ma le materie prime provengono da: Polonia, Bulgaria, Canada e Serbia. L’indagine per completare le tracciabilità è ancora in corso. Il Ministero infoma che i punti vendita interessati e i supermercati hanno già provveduto a ritirare i lotti dal mercato.
La scelta di pubblicare i nomi dei prodotti è comunque molto importante anche se giunge in ritardo. Va precisato inoltre che il Ministero consiglia ai cittadini di non consumare frutti di bosco surgelati crudi. Nessun problema invece per lo yogurt visto che i frutti di bosco aggiunti sono spesso surgelati ma vengono sempre sottoposti a pastorizzazione.
Per ulteriori informazioni si rimanda anche alla consultazione del report di EFSA/ECDC e alle FAQ pubblicate dal Ministero.
Di seguito si riporta l’elenco delle notifiche dei prodotti sottoposti ad allerta e ritirati dal mercato per la presenza del virus dell’epatite A.
© Riproduzione riservata
Foto: Photos.com, Greenicespa.it, Asiagofood.it
Questo documento pubblicato su Epicentro fornisce ulteriori elementi di approfondimento sui focolai di epidemia in Italia
Le informazioni raccolte dall’indagine
Dal 1 gennaio al 30 giugno 2013 sono stati segnalati al Seieva, 471 casi di Epatite A, rispetto a una media di 190 casi notificati nello stesso periodo nei 2 anni precedenti. I dati evidenziano che questo aumento si è concentrato in 7 Regioni settentrionali, nelle quali si registra il 58% dei casi segnalati: P.A. di Trento e Bolzano, Emilia-Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Veneto. Un incremento importante è stato registrato anche in Puglia (Figura 1).
Figura 1. Numero di casi per Regione e per anno, nel periodo gennaio-giugno 2011-2013*
*dati provvisori
Nello stesso tempo, in seguito alla pubblicazione della Circolare ministeriale del 23 maggio 2013, sono pervenute al ministero stesso e al Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Iss un totale di 206 segnalazioni di casi di epatite A da 16 Regioni. Di queste solo il 43% riportava l’informazione relativa al consumo di frutti di bosco surgelati.
Tabella 1. Numero di segnalazioni di Epatite A pervenute dal 23 maggio al 11 luglio 2013 per Regione.
Regione |
Numero di segnalazioni |
Piemonte |
22 |
Valle d’Aosta |
1 |
Lombardia |
47 |
P. A. Bolzano |
4 |
P. A. Trento |
10 |
Veneto |
20 |
Friuli Venezia Giulia |
5 |
Liguria |
4 |
Emilia Romagna |
16 |
Toscana |
15 |
Umbria |
5 |
Marche |
9 |
Lazio |
3 |
Abruzzo |
4 |
Molise |
0 |
Campania |
0 |
Puglia |
40 |
Basilicata |
0 |
Calabria |
0 |
Sicilia |
1 |
Sardegna |
0 |
Totale |
206 |
Dalla pubblicazione della Circolare, al Laboratorio di riferimento nazionale del Dipartimento di Malattie infettive, parassitarie e immunomediate (Mipi) dell’Iss sono pervenuti 44 campioni clinici di casi di epatite A, confermati dal rilevamento di anticorpi anti-Hav IgM effettuato presso la struttura ospedaliera di provenienza. Dei campioni pervenuti finora, 41 sono stati sottoposti ad amplificazione con nested-PCR della regione VP1/2A del genoma di Hav per il sequenziamento e la definizione del genotipo, e 27 sono stati anche sottoposti a valutazione della carica virale nel siero mediante Real Time PCR. Un prodotto di nested-PCR da sequenziare è stato ottenuto da 37 dei 41 campioni analizzati e, ad oggi, sono completate le sequenze di 25 di essi. Per gli altri campioni il sequenziamento è in corso. Il Dipartimento Mipi ha inoltre ricevuto dati di sequenziamento della regione VP1/2A da un totale di 41 casi di epatite A e da 1 campione di frutti di bosco da 4 laboratori di riferimento regionali.
All’11 luglio, dall’analisi effettuata, risulta che in 26 casi di epatite A (genotipo IA), verificatisi in 6 diverse Regioni italiane, le sequenze sono risultate identiche tra loro, indicando una comune fonte d’infezione, nonché identiche alla sequenza ottenuta da un campione di frutti di bosco surgelati, suggerendo fortemente il coinvolgimento di tale tipo di alimento come fonte d’infezione.
Contemporaneamente, il Cnesps dell’Iss, sta conducendo in collaborazione con 5 delle 8 Regioni interessate dall’incremento (Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, P.A. di Bolzano, P.A. di Trento, Puglia) uno studio caso-controllo utilizzando un protocollo operativo standard. Da una analisi preliminare dei risultati dello studio nella P.A. di Trento, il consumo di frutti di bosco surgelati è risultato il fattore di rischio più associato alla malattia rispetto a tutti quelli indagati.
Le indagini di laboratorio sugli alimenti, fino a ora condotte presso la rete degli Istituti zooprofilattici sperimentali (Iizzss) tra i quali principalmente l’Izsler, hanno permesso di isolare il virus dell’epatite A (Hav) su 4 diversi campioni di frutti di bosco surgelati corrispondenti ad altrettanti prodotti mix a base di ribes rossi, mirtilli neri, more e lamponi. In seguito al riscontro di positività in 4 campioni (Mix Bosco Reale lotto 13036 della ditta Asiago Food; 2 Mix Bosco Buono della ditta Green Ice lotto 13015 e lotto 13079; mix frutti di bosco della ditta Erica) è stata lanciata un’allerta Rasff non solo al territorio nazionale ma a tutti gli Stati membri della Ue che ha consentito di ritirare dal commercio i lotti contaminati e di avviare la raccolta informativa sulla tracciabilità dei prodotti e delle materie prime.
Il Dipartimento Spvsa (Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare) dell’Iss oltre ad affiancare il ministero della Salute e le Regioni, nelle indagini sulla tracciabilità (trace back e trace forward) degli alimenti contaminati e sospetti di contaminazione, sta supportando l’attività delle Asl e dei laboratori diagnostici attraverso l’elaborazione e disseminazione di protocolli di campionamento delle matrici alimentari di origine vegetale, in particolare dei frutti di bosco, per la ricerca del virus Hav in collaborazione con l’Izsler, e la validazione sui frutti di bosco dello standard ISO/TS 15216 (Metodo orizzontale per la ricerca del virus dell’Epatte A e Norovirus in matrici alimentari) di recente pubblicazione, in collaborazione con la rete degli Iizzss.
Inoltre, il 19 giugno 2013, tramite le piattaforme europee Epis ed Ewrs, è pervenuta la segnalazione da parte dell’Irlanda di 3 casi di epatite A in cittadini irlandesi che non avevano storia di viaggio in Italia e che avevano consumato frutti di bosco surgelati nel periodo di incubazione. Tutti e tre i casi presentavano una sequenza identica a quella isolata dai casi italiani, olandese e tedesco e dal campione di frutti di bosco surgelati risultato positivo in Italia. Questo supporta l’evidenza di una possibile fonte comune di infezione dei casi riscontrati in Italia e in Irlanda ovvero che la distribuzione di alimenti contaminati da virus Hav nell’Ue non sia limitata al nostro Paese. Va sottolineato che il genotipo e la sequenza dei virus responsabili dell’epidemia in Italia e dei 3 casi irlandesi sono diverse da quelle responsabili dell’epidemia nel Nord Europa e negli Stati Uniti.
Risorse utili
- l’articolo pubblicato su Eurosurveillance il 4 luglio 2013 “Ongoing outbreak of hepatitis A in Italy: preliminary report as of 31 May 2013”
- il comunicato stampa del ministero della Salute del 9 luglio 2013 e le faq
- la circolare ministeriale del 23 maggio 2013 “Individuazione casi di epatite A in Italia” (pdf 219 kb)
- l’approfondimento pubblicato il 23 maggio 2013 “Incremento di casi di epatite virale A in Italia”, a cura di Maria Elena Tosti (reparto Epidemiologia clinica e linee guida, Cnesps-Iss)
- il Rapid Outbreak Assessment Ecdc-Efsa (9 luglio 2013) “Update: Outbreak of hepatitis A virus infection in Italy and Ireland” (pdf 85 kb).
Nota 1: Task force istituita dal ministero della Salute
- Gruppo di lavoro Iss
Caterina Rizzo, Valeria Alfonsi, Carmen Montano, Lara Ricotta, Maria Elena Tosti (Cnesps-Iss) Anna Rita Ciccaglione, Roberto Bruni, Stefania Taffon (Mipi-Iss) Martina Escher, Simona di Pasquale, Gaia Scavia, Dario De Medici, Luca Busani, (Dspvsa-Iss) - Izsler
Marina Nadia Losio, Enrico Pavoni, Giorgio Varisco - Ministero della Salute
Benedetta Cappelletti, Sarah Guizzardi, Raffaello Lena, Vanessa Martini, Mario Massaro, Alessandra Menghi, Maria Grazia Pompa
Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione
quindi per i frutti di bosco freschi (origine Italia) non ci sarebbero problemi?