Le linee guida delle società scientifiche di pediatria affermano senza incertezze che non bisogna dare alimenti e bevande zuccherati ai bambini molto piccoli, per non abituarli al gusto dolce. Nonostante questo, i prodotti per la prima colazione dei neonati e bambini piccoli britannici sono pieni di zucchero: in alcuni casi contengono l’equivalente di quattro cucchiaini per porzione. Inoltre, sono spesso consigliati dai 4 mesi, contro tutte le indicazioni secondo cui entro i sei mesi non bisognerebbe dare altro che il latte materno. E quasi sempre vantano qualità salutistiche o proprietà nutrizionali ingannevoli. Per questo Action on Sugar, l’iniziativa promossa dai nutrizionisti della Queen Mary University di Londra, che ha appena pubblicato un dettagliato rapporto sui prodotti in vendita nella Gdo, rompe gli indugi e chiede il divieto totale di qualunque claim nei prodotti da colazione per la prima infanzia.
Nell’indagine, i ricercatori hanno analizzato le etichette di circa 100 tra alimenti e bevande venduti nelle principali catene della Gdo –Tesco, Lidl, Marks & Spencer’s, Aldi, Boots, Asda, Waitrose & Partners, The Co-operative, Morrison, Sainsbury’s – e hanno dimostrato che tutti, nessuno escluso, recano sulla confezione qualche claim che sottolinea un aspetto positivo. Più di tre quarti, poi, riportano indicazioni sull’assenza di zuccheri aggiunti o sulla presenza esclusiva di zuccheri naturali, e qualcuno presenta diciture che non sono mai state autorizzate. Ma quasi sempre, anche quando viene proclamata l’assenza di zuccheri aggiunti, la realtà è molto diversa, perché c’è un uso massiccio di sciroppi ed estratti di frutta concentrata, che contengono quantità elevatissime di zuccheri, sia pure di origine naturale.
Così, se si osservano le quantità, si vede che alcuni alimenti come la farina di riso aromatizzata, la crema per il porridge o gli yogurt alla frutta contengono livelli di zuccheri che arrivano a 14 grammi a porzione (il caso peggiore) e che in media sono attorno ai 10 grammi. Solo un marchio (Little Freddie) non reca claim salutistici, per una scelta dichiarata, e solo una pappa (Babease Simply Smooth Avocado Breakfast with Yogurt, Spinach & Oats) impiega esclusivamente verdura e non frutta per dare sapore: e infatti ha una quantità di zuccheri pari a 3,5 grammi per porzione. Un altro prodotto, di una linea presente anche in Italia, HiPP Organic Banana Yogurt Breakfast, ha 6,9 grammi di zuccheri per 100 di prodotto, perché contiene circa il 40% in meno di banana rispetto a quelli simili (per esempioElla’s Kitchen Banana Baby Brekkie, che di grammi di zucchero per 100 di prodotto ne ha 13,6).
Ma i ricercatori londinesi sono andati anche oltre, e hanno intervistato circa mille genitori di bambini con meno di 36 mesi, per capire le loro preoccupazioni e aspettative. Hanno così scoperto che due su tre (il 65%) è preoccupato della quantità di zucchero presente negli alimenti confezionati, e quasi il 90% vorrebbe che sulla confezione fosse riportato il vero quantitativo di zuccheri aggiunti, compresi quelli di origine naturale. Inoltre, il 91% degli intervistati supporterebbe eventuali azioni pubbliche che assicurino alimenti nutrizionalmente appropriati per i figli, soprattutto per quanto riguarda il rischio di obesità e di carie. Dal punto di vista delle iniziative pubbliche, nel 2016 il governo ha indicato un obiettivo per il 2020: ridurre lo zucchero aggiunto del 20%, ma ha lasciato fuori gli alimenti per bambini. Nel 2020, poi, ha reso nota una bozza di linee guida specifiche per i prodotti per la prima infanzia, che però non sono mai state implementate.
Tutto ciò, secondo Action on Sugar, dimostra che è necessario un intervento drastico, anche perché tutte le linee guida dei pediatri chiedono esplicitamente di evitare di dare ai bambini così piccoli alimenti e bevande (comprese puree, succhi e così via) ai quali siano stati aggiunti zuccheri. E i genitori dovrebbero potersi fidare di ciò che affermano le aziende (definite dagli autori il Selvaggio West), cosa di fatto impossibile, oggi. In attesa che il nuovo governo decida in merito, i nutrizionisti della Queen Mary rendono noti i loro consigli per i genitori:
- Cercare di limitare il più possibile il consumo di alimenti per neonati e bambini confezionati e trasformati, e scegliere cereali a basso contenuto di zucchero e/o prodotti per la colazione venduti nelle zone del negozio dedicate che non sono dedicate ai bambini. Il porridge, i cereali a basso contenuto di zucchero e lo yogurt naturale sono ottime opzioni per i bambini, ancora meglio se con frutta fresca tritata, che migliora il sapore e fornisce sostanze nutritive extra;
- La colazione non deve essere necessariamente dolce: provare pietanze salate come uova e verdure;
- Anche se sulla confezione è dichiarato ‘Senza zuccheri aggiunti’, fare attenzione a ingredienti come succhi di frutta o verdura, puree, concentrati e polveri che includono zuccheri;
- Chiedere consiglio a fonti attendibili come gli esperti del sistema sanitario pubblico, i nutrizionisti e i dietologi certificati.
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Giornalista scientifica
Interessante. Veramente meritorie le ricerche e gli studi che si svolgono oltralpe.
E così, a fronte di linee-guida mediche in sintonia con le aspettative e i desiderata dei genitori c’è un “mercato degli zuccheri e dei dolcificanti” che in modo esplicito – ma senza disdegnare modalità subdole – rema in direzione contarria, portando danni alla salute pubblica.
La prima domanda che viene è: ma dove sono le istituzioni? Qual’è il loro ruolo oggi per bilanciare queste spinte estremistiche dannose per la sanità pubblica?