Negli Stati Uniti, l’obbligo di indicare gli zuccheri aggiunti in etichetta, introdotto nel 2016 e la cui piena applicazione è prevista tra il 2020 e il 2012, dovrebbe avere effetti molto significativi. Secondo una stima condotta dagli esperti della Friedman School of Nutrition della Tufts University e pubblicata su Circulation, infatti, nei prossimi venti anni dovrebbe tradursi in poco meno di un milione di casi di malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2 evitati, con un risparmio di 31 miliardi di dollari per le spese sanitarie, e di circa 62 miliardi per i costi sociali.
I ricercatori hanno utilizzato i dati contenuti nell’archivio del National Health and Nutrition Examination Survey, che ogni anno registra il comportamento alimentare di oltre 5.000 cittadini di età compresa tra i 30 e gli 84 anni. In base ai dati del 2018, hanno valutato (con sistemi di stima approvati a livello internazionale e molto utilizzati per queste analisi) che i consumatori, in seguito all’introduzione delle etichette, diminuiranno il consumo di alimenti zuccherati del 6,8%. Se poi l’obbligo di legge spingerà i produttori a modificare le ricette (come avvenuto, per esempio, per gli acidi grassi trans), si potrebbe avere un’ulteriore diminuzione dell’8,25%.
Tradotto in patologie, ciò significherebbe 354.400 casi di malattie cardiovascolari e 599.300 casi di diabete 2 in meno e, appunto, un risparmio di 31 miliardi di dollari per i costi sanitari e di 61,9 miliardi per quelli sociosanitari. Nel caso i produttori iniziassero a aggiungere meno zucchero, i numeri sarebbero: 708.800 casi di malattie cardiovascolari evitati, 1,2 milioni casi di diabete di tipo 2 evitati, 57,6 miliardi di spese sanitarie e 113,2 miliardi di spese sociali risparmiati.
In entrambi i casi gli effetti dovrebbero iniziare a essere visibili nel 2023. Sempreché – hanno commentato gli autori – le etichette siano facili da capire, e soprattutto sia facile da capire il legame tra zuccheri aggiunti, obesità, patologie cardiovascolari e diabete.
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Giornalista scientifica