microbiota, due yogurt in vasetto di vetro con cucchiaini

Mentre le bevande vegetali che sostituiscono il latte vaccino negli ultimi anni sono state analizzate in modo piuttosto dettagliato, via via che conquistavano porzioni del mercato sempre più rilevanti, lo stesso non è accaduto per prodotti altrettanto popolari, nella versione tradizionale: gli yogurt. Delle loro versioni vegetali, infatti, si sa ben poco. Per questo un gruppo di nutrizionisti dell’Università del Massachusetts Amherst, negli Stati Uniti, ha voluto compiere un’indagine il più possibile esaustiva, almeno per quanto riguarda ciò che è presente nel mercato statunitense. A tale scopo, i ricercatori hanno analizzato ben 612 prodotti introdotti tra il 2016, 159 dei quali di latte intero, 303 di latte vaccino parzialmente scremato o magro, 61 di cocco, 44 di mandorle, 30 di anacardi e 15 di avena. Per utilizzare un criterio oggettivo, hanno fatto ricorso a un punteggio chiamato Nutrient Rich Foods (NRF) Index, che attribuisce una valutazione numerica in base agli ingredienti positivi quali le proteine, le fibre, il calcio, il ferro, il potassio e la vitamina D, e a quelli negativi quali i grassi saturi, gli zuccheri totali e il sodio. Non sono mancate le sorprese.

Come riportato su Frontiers in Nutrition, infatti, lo yogurt che svetta è quello a base di mandorle, seguito da quello di avena. Solo dopo arrivano quelli di latte vaccino a basso tenore di grassi, poi quelli interi, quelli di anacardi e, ultimi, quelli di cocco. In generale, gli yogurt vegetali contengono molto meno zucchero, meno sodio e più fibre e per tale motivo, attenendosi rigidamente a questo punteggio, il bilancio nutrizionale premia, innanzitutto, proprio due yogurt vegetali. Tuttavia, questi hanno anche meno proteine, calcio e potassio rispetto a quelli tradizionali, che potrebbero quindi essere preferibili in caso di esigenze specifiche come quella di assumere calcio e vitamina D a sufficienza. 

Da ciò emerge anche una proposta: creare una nuova tipologia di yogurt misti, a base vegetale e vaccina integrate l’una con l’altra, che massimizzino gli aspetti positivi di ciascuna delle due categorie, aggiungendo così proteine, vitamina B12 e calcio al prodotto vegetale e mantenendo bassi gli zuccheri e i grassi saturi. Prodotti di questo tipo avrebbero un effetto importante anche sull’ambiente, perché la produzione di latte è una delle voci a maggiore impatto ambientale, tra quelle associate agli allevamenti intensivi e il consumo è in crescita costante. Del resto, è assai probabile che si giunga a nuove tipologie di yogurt, vista la crescita del mercato: secondo le stime, si dovrebbe passare, solo per gli USA, dagli 1,6 miliardi di dollari del 2021 ai 6,5 miliardi di dollari del 2030.

© Riproduzione riservata Foto: iStock

Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.

Dona ora

3.7 7 voti
Vota
1 Commento
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Danilo Azzali
Danilo Azzali
29 Giugno 2023 09:37

Buongiorno.
Articolo che mi lascia un po’ perplesso:
– si commenta uno studio fatto negli USA che hanno un mercato ed una legislazione differente da quella europea e da quella italiana. Certo, i prodotti potrebbero essere veduti anche nel nostro mercato ma molto probabilmente dovrebbero essere riformulati per via delle differenze legislative sulle materie prime;
– si introduce un nuovo indice di giudizio nel già affollato panorama europeo (vedi NutriScore, batterie, semafori, buchi della serratura, ecc.);
– ma soprattutto non si fa educazione al consumatore, chiamando “yogurt” alimenti che non lo sono per legge. La denominazione “yogurt” in tutta Europa è riservata al latte fermentato con specifici batteri e non può e non deve essere utilizzata per altri alimenti, indipendentemente dal valore nutrizionale.