La pubblicità dell’integratore alimentare Vibracell è un concentrato di bugie.  E’ questa la tesi dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria che il 4 giugno ha censurato  l’annuncio apparso nel mese di marzo sulla rivista Starbene.

Secondo l’Istituto, il cui compito è controllare la veridicità dei messaggi, la documentazione presentata dalla società Named per avvallare le mirabolanti caratteristiche dell’integratore risulta carente e insufficiente.

Vibracell è un integratore alimentare multivitaminico venduto a circa 30 euro che contiene: succhi concentrati di 26 tipi di frutta e verdura, latte di cavalla, vitamine, pappa reale, L-carnitina, lecitina di soia, lievito, selenio, coenzima Q 10 e betacarotene.

 

 

Secondo la sentenza  la pubblicità contiene diversi  concetti inventati come la tesi di Vibracell in grado di sostituire integralmente la  frutta e la verdura. Nel testo si legge che “viene infatti accreditato nel pubblico l’erroneo convincimento che una dose giornaliera di Vibracell sia in grado di assicurare oltremodo i benefici derivanti dall’assunzione di frutta e verdura”.  

 

Per convincere il consumatore si teorizza un altro concetto alquanto singolare, si tratta della diminuzione della quantità di vitamina C nelle fragole nel corso degli anni. La tesi è interessante, ma purtroppo la Named dimentica di citare la fonte scientifica. 

La  chicca finale riguarda una “speciale piastrina posta sul fondo della confezione, in grado di mantenere e potenziare l’energia dei succhi concentrati contenuti, che rende Vibracell un prodotto unico“. La condanna ritiene questa tesi potenzialmente ingannevole,  perchè lascia immaginare che la piastrina interagisca con le componenti del prodotto. Un vero miracolo!

Roberto La Pira