
Uliveto e Rocchetta basta bugie nella pubblicità, bocciata l’acqua della salute. Antitrust condanna Cogedi a 10 mila euro di multa. Quarta censura in pochi anni
Uliveto e Rocchetta basta bugie nella pubblicità, bocciata l’acqua della salute. Antitrust condanna Cogedi a 10 mila euro di multa. Quarta censura in pochi anni
Roberto La Pira
Ad onor del vero nel marzo 2013 c’è stato un intervento dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria (anche in questo caso sollecitato da Il Fatto Alimentare,) contro l’uso arbitrario della frase “acqua della salute”. La dicitura veniva utilizzata negli spot di Rocchetta e Uliveto per presentare l’acqua come un prodotto in grado di lenire i malanni correlati a osteoporosi e calcolosi urinaria. Per essere precisi anche dieci anni prima nel 2004 il Giurì dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria aveva censurato la pubblicità per motivi simili: abbinamento dell’acqua minerale a frasi, immagini e associazioni di medici che lasciano intendere improbabili vantaggi per l’organismo.

Il provvedimento di censura diffuso oggi è l’ultimo in ordine di tempo. La novità è che questa volta Cogedi ha ammesso gli errori e ha avviato “interventi di ravvedimento operoso” per eliminare dai messaggi i riferimenti alle associazioni mediche abbinata alla parola “acque della salute” e ad altri elementi che lasciano intendere un beneficio per l0organismo per contrastare patologie o disturbi vari. C’è anche una promessa per il futuro di utilizzare per Uliveto e Rocchetta solo le diciture autorizzate dal Ministero. Il provvedimento di censura riguarda spot tv, radiofonici, carta stampata e siti internet.
Dopo Kilocal l’olimpo dei prodotti più censurati in Italia negli ultimi anni probabilmente vede in seconda posizione Uliveto e Rocchetta, due marchi che, nonostante le multe e i provvedimenti di censura fino ad ora, hanno mostrato poca voglia di cambiare strada.
(*) Il provvedimento riguardava una pubblicità che aveva totalizzato 150 uscite su diversi quotidiani come il Corriere della sera, La Repubblica, Il Messaggero, oltre a innumerevoli spot su diverse radio. Il manifesto era stato affisso anche in centinaia di studi medici e per questo motivo la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG) che ha supportato con il proprio logo la campagna ha pagato una multa di 30 mila euro. La multa non sortisce però l’effetto sperato, visto che Uliveto e Rocchetta rilanciano il medesimo slogan e agitano gli stessi temi più volte un anno dopo nel 2014 con altre due associazioni mediche Aigo (Associazione Italiana Gastroenterologi e Endoscopisti Digestivi Ospedalieri) e CLU ( Associazione urologica per la calcolosi) e per questo motivo il Fatto alimentare ha inviato un esposto all’Antitrust.
Roberto La Pira
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19 Gennaio 2015
10mila euro… perché ci si sorprende per le recidive? Io mi sorprendo per la miseria di queste multe.
E’ come se per un divieto di sosta la multa fosse di 1 euro con una recidiva di 2 euro. Secondo voi la gente sarebbe incentivata a non parcheggiare in divieto?
I giudici dovrebbero multare le società di una percentuale sul fatturato, e parlo di milioni di euro, con raddoppi continui in base alle recidive, e vietarne le pubblicità per mesi, anche in questo caso con raddoppi temporali in base alle recidive.
Qui c’è una palese truffa che con queste ridicole multe rimane in pratica impunita.
…perfettamente d’accordo….a loro conviene enormemente di più essere recidivi!
Sono assolutamente d’accordo con Andrea
Probabilmente spendono più di 5000 al secondo per fare una pubblicità su un canale nazionale in prima serata, figuratevi se si spaventano per una multa da 5-10000 euro, gli conviene pagare le multe e continuare con questo tipo di messaggio.
Non ho mai capito le associazioni di medici che centrano con le pubblicità e in che modo sponsorizzano questo o quel prodotto, che sia acqua o dentifricio.
Andrea ha ragione, ma sappiamo come vanno le cose in Italia per cui i consumatori facciano lo zapping con i prodotti e boicottino, NON comprandoli, quelli multati e/o condannati.