Regno Unito, un quinto della carne contiene DNA di animali non indicati in etichetta. La BBC rivela i risultati dei test delle autorità locali
Regno Unito, un quinto della carne contiene DNA di animali non indicati in etichetta. La BBC rivela i risultati dei test delle autorità locali
Beniamino Bonardi 24 Settembre 2018Oltre un quinto dei test effettuati nel 2017 su campioni di carne ha rilevato la presenza di DNA di animali non indicati in etichetta. Lo scrive BBC News, che attraverso una richiesta fatta sulla base del Freedom of Information Act ha ottenuto i documenti raccolti dalla Food Standards Agency (FSA), che raccolgono i risultati di 665 test effettuati nel 2017 dalle autorità sanitarie locali di Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord. Su 665 campioni, 145 erano costituiti in parte o interamente da carne non specificata.
I campioni provengono da 487 aziende, ristoranti e supermercati. 73 campioni contaminati provengono da rivenditori, tra cui tre supermercati, 50 da ristoranti e 22 da impianti di produzione o trasformazione alimentare.
Alcuni campioni contenevano DNA di ben quattro diversi animali, mentre altri non contenevano alcuna traccia della carne che appariva sull’etichetta del prodotto. La carne con più probabilità di contenere tracce di DNA di altri animali è quella di agnello, seguita da manzo e capra. Il DNA della mucca è il contaminante più comune, seguito da maiale, pollo, pecora e tacchino.
Il prodotto più comunemente etichettato in modo errato è il macinato, seguito da salsicce e kebab. Carne non dichiarata in etichetta è stata trovata anche in piatti pronti, come spaghetti alla bolognese e curry, mentre una porzione di carne di struzzo è risultata contenere solo manzo
Un portavoce della FSA ha detto che i risultati dei test non sono rappresentativi dell’industria alimentare nel suo complesso ma la BBC osserva che questo quadro complessivo non è disponibile, dato che poco meno della metà delle autorità locali ha inviato i risultati dei test alla FSA.
In nessuno dei campioni analizzati è stata rilevata la presenza di cavallo, la cui aggiunta fraudolenta alla carne bovina fu all’origine dello scandalo scoppiato nel 2013.
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Mi vengono in mente 2 commenti: uno nel merito della notizia, così sconvolgente che è.. Incommentabile!
L’altra sulle autorità inglesi: ma come, non hanno reso pubblici di propria iniziativa tali dati??? Ma la Brexit la vogliamo noi!! altro che, stiano lontani dalle nostre tavole.. E meno male che la carne diversa era comunque di animali commestibili (a meno che non sia venuto fuori il gatto e simili perché non lo hanno ricercato, chissà..)
E pure prelibato.. dicono. Ho citato il gatto per non citare di peggio…
Meno male che da noi ancora esiste la figura del macellaio di fiducia dove farsi fare degli hamburger partendo da tagli interi di manzo o maiale!!!
E…a quando il test sugli atomi????
Dai, siamo seri. Un conto è dire come riporta l’articolo che alcuni prodotti sono “costituiti in parte o interamente da carne non specificata” e allora è frode. Parlare invece di tracce di DNA e farlo passare come un problema o come frode alimentare, fa ridedere….i polli! Sempre che non contengano DNA alieno!
Batutte a parte, se l’idea della trasparenza poggia sul DNA, allora tra un po’ in etichetta comparirà la scritta “Può contenere tracce di qulunque cosa”.
Una ragione in più per mangiare meno carne possibile!
La notizia è sconvolgente per chi non lavora nel settore. Purtroppo le analisi attuali sono solo in presenza assenza, non è possibile sapere quanto ce n’è e quindi distinguere se si tratta di contaminazione o vera miscelazione fraudolenta. Lo stesso macellaio quante volte macina carne di bovino e magari, dopo aver dato una pulita alle lame, macina il suino o viceversa? Bene la seconda sarebbe positiva al DNA della/e specie precedenti.
Lascia perplesso il fatto che ci siano campioni in cui è assente il DNA della specie dichiarata.