A dispetto di chi attribuisce al governo Erdogan una tendenza verso l’Oriente, la legislazione turca in materia di alimentazione è allineata ai parametri dell’Unione europea. Lo dimostra la legge adottata l’11 giugno 2010 che, in un unico testo, scandisce i principi messi a fuoco in Europa con il “General Food Law” (reg. CE n. 178/02) e il “Pacchetto Igiene” (reg. CE n. 852, 853, 854, 882/04 e successivi). La normativa adottata rappresenta un grande passo in avanti,realizzato dopo avere perfezionato il proprio “Codex Alimentarius”, e avere avviato programmi di formazione in accordo con la Commissione europea (DG Tutela e Salute del Consumatore, DG Impresa, DG Allargamento). Adesso la Repubblica turca ha allineato la legislazione sulle tematiche riguardanti la sicurezza di alimenti e mangimi, le piante, il benessere animale e i controlli pubblici ufficiali”. In questo ambito non si può certo ritenere causale l’appuntamento annuale a Smirne della riunione della Commissione Codex Alimentarius sui “Food Contaminants”. Per completare la notizia a detto che le rappresentanze industriali e il Governo turco portano avanti insieme all’EU Platform for Action on Diet, Nutrition and Physical Activity, programmi per l’educazione dei cittadini verso una dieta equilibrata, a partire dalle scuole, e per la riformulazione degli alimenti (riduzione di zuccheri, grassi saturi). Anche la legislazione ambientale avanza su percorsi virtuosi. Tutto ciò si affianca ad una crescita interessante della filiera agroalimentare della mezzaluna indifferente alle crisi di Wall Street e dintorni.
Dario Dongo