Secondo l’ultima rilevazione Eurispes il 7,2% degli italiani si dichiara vegetariano e non mangia carne né pesce. A questi si aggiunge il 2,3% di vegani. A parte questa fetta non trascurabile di “integralisti”, sempre più persone consumano ogni tanto, prodotti alternativi a quelli di origine animale, come il seitan, il tofu o i burger a base di proteine vegetali. Fra gli ultimi arrivati nei supermercati ci sono prodotti che “imitano” il tonno.
Incuriositi da queste nuove referenze abbiamo provato il Vuna (vegetal tuna) a marchio Garden Gourmet e i Trancetti gusto mare firmati Insuperabile.
Tonno vegano
L’elenco degli ingredienti del prodotto Garden Gourmet esordisce con l’acqua, seguita da proteine di pisello (18,7%), olio di colza, proteine di frumento (7,9%), aromi, fibra alimentare (agrumi).Gli unici additivi presenti sono “aromi” generici che conferiscono il sapore “di tonno”. La componente proteica è data dalle proteine di pisello e di frumento, il grasso è olio di colza. Aprendo la scatoletta si avverte un profumo che in effetti ricorda quello del tonno anche la consistenza fibrosa si avvicina al modello animale, mentre il sapore è chiaramente diverso.
Analogo discorso per i Trancetti di Insuperabile. L’elenco degli ingredienti riportato in etichetta inizia con: preparazione a base di soia 61% (acqua di mare, proteine di soia 37%, acqua), olio di semi di girasole, aromi, succo di limoni di Sicilia. Anche in questo caso gli ingredienti sono pochi, con gli indispensabili “aromi” come unico additivo. La componente proteica è fornita da proteine di soia e il grasso è olio di girasole. Aprendo la scatoletta si percepisce un odore “artificiale” di prodotto in conserva, che ricorda alcuni burger vegetali. La consistenza è un po’ “sbriciolata” e il sapore è distante da quello del tonno, forse anche per la componente grassa piuttosto invadente.
L’Acqua di mare?
Incuriosisce la presenza nell’elenco degli ingredienti l’acqua di mare. L’azienda fa sapere che si tratta di una scelta per migliorare il sapore, in quanto la composizione in sali dell’acqua di mare è diversa rispetto all’acqua potabile addizionata di sale da cucina. L’acqua di mare viene prima analizzata per escludere la presenza di contaminanti e poi sottoposta a microfiltrazione per rimuovere eventuali particelle solide, trattata con raggi U.V. per eliminare eventuali microrganismi sopravvissuti alla prima fase, e nuovamente sottoposta ad analisi.
L’apporto nutrizionale
Dal punto di vista nutrizionale (vedi tabella sotto) 100 g di Vuna forniscono circa 280 kcal, 20 g di grassi e quasi 23 g di proteine. La stessa quantità di Trancetti al gusto mare fornisce circa 380 kcal, 34 g di grassi e 15 g di proteine. 100 g di tonno al naturale (in questo caso il prodotto a marchio Coop) forniscono circa 100 kcal, meno di 1 g di grasso e più di 22 g di proteine. Dal punto di vista nutrizionale, quindi il tonno al naturale pare preferibile ai prodotti “sostitutivi”, e fra i due considerati quello a marchio Garden Gourmet contiene meno grassi ed è più equilibrato rispetto ai Trancetti Insuperabile. La valutazione dell’app Yuka (63/100 a Vuna, 66/100 ai Trancetti e 75 al vero tonno ) risulta buona anche se il vero tonno al naturale rivela una marcia in più.
I prezzi del tonno vegano si attestano intorno a 20-25 €/kg, più elevati del tonno Coop che abbiamo visto a 16 €/kg, se però scegliamo un tonno di marca, anziché quelli con i marchi delle catene, la forbice dei prezzi si restringe notevolmente.
La scelta vegana viene fatta comunque per motivi etici e per questi prodotti non si uccide nessun animale. A favore dei sostituti vegani, inoltre, bisogna considerare che l’impatto ambientale di un prodotto a base di soia o di piselli risulta certamente inferiore a quello del tonno, animale che viene pescato in grandi quantità in diverse parti del mondo. Forse però, piuttosto che un alimento che imita il tonno, a base di legumi, sarebbe preferibile utilizzare direttamente ceci, fagioli o piselli, combinandoli con il riso o altri cereali.
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Giornalista pubblicista, laureata in Scienze biologiche e in Scienze naturali. Dopo la laurea, ha collaborato per alcuni anni con l’Università di Bologna e con il CNR, per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina. Dal 1990 al 2017 si è occupata della stesura di testi parascolastici di argomento chimico-biologico per Alpha Test. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera. Dal 2016 collabora con Il Fatto Alimentare. Da sempre interessata ai temi legati ad ambiente e sostenibilità, da alcuni anni si occupa in particolare di alimentazione: dalle etichette alle filiere produttive, agli aspetti nutrizionali.
Concordo pienamente con l’ultima considerazione. Perchè imitare consistenze e sapori di carne, pesce, uova e formaggi se si è scelto di non mangiarli? E mi viene in mente Crozza (chef vegano Germidi Soia) quando preparava lo pseudo caciucco
Io invece faccio la stessa domanda ma a chi ancora oggi contribuisce a far soffrire e morire animali. Perchè, se è possibile replicare il sapore di carne, pesce, uova e formaggi senza uccidere nessuno, SCEGLIETE di farli soffrire e morire?
Paola io le mie scelte le ho fatte.. sono vegetariano da 11 anni e trans-vegano da 2 (non sono ancora riuscito a privarmi della pizza margherita). Ho espresso una mia opinione a riguardo e lo ripeto.. trovo grottesco voler imitare la carbonara, il tonno o la mortadella. Crozza a riguardo ha fatto degli indovinatissimi sketch (tutti in rete) dove dal grottesco si va nel ridere a crepapelle.
Umberto non c’è nulla di sconcertante perché i gusti dei prodotti animali sono oggettivamente buoni e l’istinto delle papille ce li fa percepire così ma non vogliamo mangiare la carne sennò vengono ammazzati, se si può trovare una sostituzione proviamola.
Se ragioniamo a fondo ogni alimento per essere più naturale e vero possibile onnivoro e carnivoro non dovrebbe esistere ed essere mangiato per logica, perché alterato rispetto a quelli di una volta, e ogni considerazione che si vuole dire.
Nessuno dovrebbe bere gli alcolici e le bevande gassate e mangiare i panini, le patatine del sacchetto, la frutta esotica perché molti non sono fatti dalla natura e non sono la base alimentare del genere umano che ci hanno permesso di esistere, e certi sono relativamente nuovi in Europa di pochi secoli e non di millenni cibo strano insomma da evitare ma viene divorato da miliardi di persone nel mondo.
Concordo, Paola.
Molti non comprendono che noi siamo vegani non perché non ci piace il sapore di certe “pietanze” (sic!) ma perché rispettiamo la vita degli animali… ma ammetto che tanti anni fa, da onnivora, non lo capivo nemmeno io.
Per fortuna nella vita si può sempre cambiare, io sono felice di averlo fatto!
Perché il sapore della carne, dei formaggi, delle uova e dei pesci non lo replichi, lo imiti con pessimi risultati organolettici.
Non hai mai mangiato i miei piatti, poveri illusi onnivori, la nostra cucina oltre ad essere buonissima è priva di dolore sofferenza sfruttamento e morte. Mica vi manca il gusto o la fantasia !!! Vi ricordo che il ristorante incoronato come migliore del mondo a New York è diventato vegano, e moltissimi cuochi stanno facendo il collegamento.
E il mercurio?
L’articolo offre un’interessante panoramica sul confronto tra il tonno vegetale e quello tradizionale, ma a mio avviso manca di affrontare alcuni aspetti fondamentali che avrebbero arricchito il dibattito.
Un punto importante, non menzionato, è la questione dei metalli pesanti presenti nei tonni. Questo è un problema rilevante, tanto che il consumo di tonno è spesso sconsigliato ai bambini e limitato per alcune fasce della popolazione. Ignorare questo tema non permette di apprezzare appieno i vantaggi di alternative plant-based, che non presentano tali rischi per la salute.
Se l’obiettivo del confronto si riduce esclusivamente al contenuto calorico, allora è evidente che i prodotti vegetali difficilmente possono superare il tonno tradizionale, ma il punto è: stiamo davvero parlando solo di calorie? Spostare il focus sull’etica, sull’assenza di antibiotici e, come in questo caso, sull’assenza di contaminanti come i metalli pesanti, può permettere di valorizzare maggiormente i prodotti plant-based.
In sintesi, l’articolo manca l’occasione di esplorare queste dimensioni fondamentali per chi valuta alternative vegetali non solo dal punto di vista nutrizionale, ma anche etico e ambientale. Aggiungere queste considerazioni avrebbe reso l’analisi più completa e utile per i lettori.
Mi spingo a equiparare – celiando, ma non tanto – la ricerca di “tonnosità” in questi prodotti con quella del sesso nelle bambole di silicone. L’articolo suggerirebbe – riportando la classifica degli ingredienti – che queste alternative al tonno faranno sì bene agli animali in questione, ma molto meno alla salute dei consumatori. Da provare, però.
Dalle tabelle mi sembra di notare che il dato più significativo sia l’eccesso di grassi e quindi di calorie nei prodotti vegetali, ma basta stare attenti a quello che si mangia assieme.
Invece vedo che nel tonno vero c’è più sale,che non è un bene!
Forse però non uccidere animali sarebbe meglio in qualsiasi caso…. I sostituti servono a voi onnivori noi vegani, soprattutto di lunga data, lo sono dal 2009, mangiamo di solito legumi cereali e frutta e verdura…. Il vuna è un prodotto sicuramente molto simile come sapore e odore al tonno vero, magari è meno digeribile ma farà sicuramente meno male del tonno dato che il povero animale ormai sono più di vent’anni che è pieno di plastiche e altre porcherie che noi gettiamo nei mari prime fra tutte proprio le reti da pesca…. A livello nutritivo poi sicuramente un qualsiasi prodotto vegan sarà meno completo come pool aminoacidico del corrispettivo animale, ma come ho detto prima NON HA VELENI cosa ormai COSTANTE in tutti i prodotti contenenti sfruttamento e morte,, siano essi animali di terra che d’acqua. Poi ai transvegani gli dico di smettere di scrivere corbellerie, già la parola vegetariano mi fa sorridere, se mangi latticini e derivati sei onnivoro, la sofferenza che è dietro l’industria del latte è la stessa della carne…. Vegano è scelta di vita e di campo, è scelta di giustizia e non alimentare semmai chi non mangiamo è il risultato di chi rispettiamo (cosa che voi onnivori e vegetariani o transqualsiasicosa o flexialtro NON FATE). Noi siamo vegani per giustizia, voi siete onnivori per abitudine tradizione gusto e convenienza TUTTE cose che non sono necessarie mentre la vita lo è.
Fernando ,ha ragione; però non dev’essere cosi rigido con i vegetariani “transvegani”,(s0n0 una di questi!), la teoria non è sempre cosi immediata da mettere in pratica! ognuno ha i suoi tempi e limiti, non tutti arrivano alla perfezione senza difficoltà!
l’importante è aver preso coscienza del dolore degli animali e impegnarsi ad eliminare il piu possibile o tutto il cibo animale; non trova?
Ci sto arrivando!!
Sui veleni bisognerebbe però prendere in considerazione anche frutta e verdura, come d’altronde fatto notare anche dal Fatto Alimentare poco tempo fa (pesticidi & Co., dove si salvavavano i prodotti BIO, ma non tutti se non ricordo male, per via della trasmissione accidentale…).
Sul fattore carnivoro e ambientale comunque in parte sono d’accordo.
I vostri articoli sono sempre molto interessanti e aprono su nuove possibilità di nutrirsi bene senza perdere il senso di Umanità ❤️
Iniziare un articolo definendo integralisti i vegani già fa capire cosa pensa la giornalista. Ripeto per l’ennesima volta che i prodotti che sostituiscono quelli veri sono fatti prima di tutto per chi la carne è il pesce li mangia. Secondo aggiungo che questi prodotti, perché forse non è chiaro, sono anche per chi amava il Sapore della carne e il pesce ma non vuole contribuire alla loro uccisione. Per cui non capisco perché nessuno ancora comprende questa spiegazione ma continua imperterrito a dire ma se ti piaceva questo o quello sei un controsenso. Andate a vedere come vengono ammazzati poi ne riparliamo. Sono davvero stufa di questi ragionamenti a senso unico.