Sulle confezioni di Toblerone non comparirà più l’immagine del monte Cervino. La multinazionale Mondelēz International, proprietaria dell’iconico marchio svizzero, ha annunciato che a partire dal prossimo autunno gran parte della produzione del Toblerone si sposterà a Bratislava, in Slovacchia (solo le tavolette da 100 grammi saranno prodotte a Berna). Per questo l’iconica barretta di cioccolato triangolare non potrà più essere definita ‘prodotta in Svizzera’, né utilizzare simboli nazionali.
Dal 1° gennaio 2017, infatti, è in vigore una legge federale che rafforza la protezione dei prodotti Made in Switzerland, secondo la quale almeno almeno quattro quinti delle materie prime di un alimento devono provenire dalla Svizzera e il processo produttivo che conferisce le caratteristiche essenziali del prodotto finito deve avvenire in Svizzera. I prodotti che non rispettano questi criteri non possono essere definiti ‘produit suisse’, utilizzare la bandiera svizzera sulle confezioni, né altri simboli nazionali, come appunto il Cervino e l’orso, simbolo della città di Berna, dove il Toblerone era nato nel 1908. Il nuovo packaging, fa sapere la multinazionale, conterrà l’immagine stilizzata di una montagna, la scritta ‘established in Switzerland’ (con sede in Svizzera) invece dell’attuale ‘of Switzerland’ e la firma del creatore, Theodor Tobler, scrive Euronews.
La scomparsa dei simboli della Svizzera sul Toblerone, non è l’unica tegola per i prodotti iconici della federazione elvetica. Una Corte d’Appello della Virginia ha stabilito che negli Stati Uniti il nome ‘groviera’ può essere utilizzato per etichettare formaggi prodotti al di fuori delle Regioni della Gruyère, che si trovano in Svizzera e in Francia. L’Interprofession du Gruyère e il Syndicat interprofessionnel du Gruyère, che rappresentano i produttori rispettivamente in Svizzera e in Francia, avevano cercato di registrare il marchio negli Stati Uniti nel 2015, ma lo US Patent and Trademark Office (USPTO) aveva rifiutato la richiesta sostenendo che ‘groviera’ fosse una nome generico per indicare una tipologia di formaggio. Secondo i criteri stabiliti dalla Food and Drug Administration americana, infatti, può essere definito groviera qualsiasi formaggio con ‘piccoli buchi’ o che sia stagionato per almeno 90 giorni, senza includere criteri di origine geografica.
Come riferisce Swissinfo, secondo i giudici statunitensi, infatti, “il formaggio, indipendentemente dal luogo di produzione, è stato etichettato e venduto come groviera negli Stati Uniti per decenni” e per questo “i consumatori di formaggio negli Stati Uniti capiscono che il termine ‘Gruyère’ si riferisce a un tipo di formaggio, rendendo il termine generico”. I due consorzi fanno sapere che cercheranno altri modi per tutelare i formaggi Gruyère negli Stati Uniti.
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, Interprofession du Gruyère
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
L’Italia dovrebbe prendere esempio dalla Svizzera e tutelare i prodotti distintivi del made in italy in modo molto più incisivo.