Uova strapazzate in padella antiaderente con paletta accanto a cartone delle uova

padelle, primo piano di padella piena di carne, con cucchiaio di legno Tra i tanti effetti della pandemia c’è stato, oltre all’aumento del fenomeno delle consegne a domicilio, un grande ritorno alla cucina casalinga. In quest’ultimo campo, i risultati non dipendono esclusivamente dalla perizia di chi si mette ai fornelli, ma anche dagli strumenti impiegati e, in particolare, dalle pentole. Scegliere quella giusta è importante non solo per assicurarsi ottime prestazioni durante la cottura. Resistenza, stabilità, facilità di utilizzo e sicurezza sono fattori che devono essere tenuti in considerazione e la differenza tra un modello e l’altro può essere notevole.

A dimostrazione di ciò, Altroconsumo ha sottoposto a test condotti in forma anonima in laboratori indipendenti 29 padelle antiaderenti del diametro di 24 cm e ne ha evidenziato i pro e i contro, in relazione ai diversi tipi di rivestimento (teflon, pietra e ceramica) e ai differenti sistemi di cottura (piastra elettrica, gas, induzione). Le conclusioni dei test evidenziano che, qualunque sia il materiale, tutti i prodotti assolvono la propria funzione e nessuno è stato valutato come “da evitare”.

padella Ikea Hemlagad
Una delle tre padelle risultate migliori al test di Altroconsumo è il modello Ikea Hemlagad, disponibile a un prezzo di 8 euro (a dicembre 2021)

Se è vero infatti che i cinque prodotti risultati migliori sono tutti in teflon, è altrettanto vero che le padelle in questo materiale costituiscono la maggioranza di quelle testate, oltre a essere le più numerose sul mercato. L’analisi dei risultati mostra immediatamente che il prezzo per questi prodotti conta poco. Nonostante le padelle presentino differenze di costo anche macroscopieche, visto che si va dai 100 agli otto euro, il prezzo non sembra in realtà fare la differenza sul fronte della qualità. Fra i tre prodotti risultati migliori al test, figura infatti una pentola che costa solo otto euro (Ikea Hemlagad), con punteggi del tutto simili a Stoneline Back To Nature (35 euro) e Moneta Nova (26 euro), mentre la più cara (marca Le Creuset), costa 103 euro e non è fra le tre migliori del test.

Uno degli aspetti funzionali più importanti tra quelli analizzati è l’uniformità della distribuzione del calore: caratteristica fondamentale per ottenere una cottura omogenea. Questa non dipende solamente dallo spessore e dal materiale di cui è fatto il fondo del tegame, ma anche dal sistema di cottura impiegato. Per tale ragione, Altroconsumo ha condotto le sue prove su diversi tipi di fornelli ed è sul fornello elettrico che le pentole antiaderenti si sono comportate meglio sul fronte dell’uniformità della distribuzione del calore, seguito dal fornello a gas e dal piano a induzione.

padelle, peperoni in cottura
Per quanto riguarda l’uniformità della distribuzione del calore, cambia in base al sistema di cottura: il migliore è l’elettrico, seguito dal fornello a gas

Spostando l’attenzione sulla durata di vita, è utile precisare che, pur ponendo la massima attenzione alla cura del prodotto, le padelle sono sottoposte a diversi fattori di stress, sia legati al susseguirsi di condizioni di riscaldamento e raffreddamento, sia inerenti all’usura del rivestimento. Esistono comunque alcuni accorgimenti che è bene seguire per evitare di rovinare la pentola e di doverla sostituire prima del tempo. L rivista ricorda che quando si usa la padella per la prima volta, è meglio lavarla con acqua tiepida e detersivo per piatti. Dopo averla asciugata, è consigliabile stendere sul fondo un velo d’olio, procedura che va ripetuta periodicamente. Per conservare intatto il fondo è poi fondamentale evitare l’uso di utensili di metallo, sostituendoli con cucchiai, palette e spatole di legno, plastica o silicone. Inoltre, non bisogna tagliare gli alimenti all’interno della pentola: anche quando si usa la massima accortezza, infatti, è impossibile farlo preservando intatto il rivestimento.

Per lavare le padelle dopo l’utilizzo, va inoltre usata una spugna morbida, mentre la parte abrasiva della spugna, spazzole e pagliette, sono da evitare. La possibilità di lavare la pentola in lavastoviglie va verificata sulle istruzioni (la pentola Ikea risultata tra le migliori al test, per esempio, non può essere lavata in lavastoviglie). Altro aspetto da controllare è la possibilità di utilizzare la padella anche in forno. Bisogna inoltre evitare di preriscaldare padelle antiaderenti a fuoco vivo senza cibo al loro interno perché in pochi minuti possono raggiungere temperature a cui il rivestimento inizia a produrre fumi o a decomporsi.

padelle, patatine che friggono
Non bisogna scaldare a vuoto le padelle antiaderenti perché rischiano di rovinarsi, mentre non c’è nessun problema durante la frittura

Nessun problema invece se la padella viene usata per friggere visto che, in quel caso, grazie alla presenza dell’olio, si resta a temperature più basse. Da ultimo, riscaldare la padella progressivamente permette di evitare che si deformi e sia da smaltire anzitempo. Mentre vanno sostituite le pentole graffiate in modo troppo esteso: oltre a venir meno la qualità antiaderente, possono presentare problemi di sicurezza, visto che la superficie sottostante il rivestimento potrebbe non essere idonea al contatto con gli alimenti.

Nonostante la cura, è comunque inevitabile che, a un certo punto, questi prodotti debbano essere sostituiti. Dove buttare, quindi, le padelle ormai inservibili? È importante sapere che questi prodotti non sono da gettare nell’indifferenziata. La municipalizzata di Milano (Amsa), per esempio, fa sapere che vanno riposte nel sacco giallo trasparente per la raccolta di metallo e plastica. L’Ama di Roma, da parte sua, invita invece a portarle nei centri di raccolta. A conti fatti, se abbiamo una pentola da smaltire, meglio chiedere all’azienda locale dei rifiuti la corretta destinazione.

padelle
I rivestimenti in teflon e in pietra sono i più delicati per quanto riguarda i graffi, quelli in ceramica, invece, sono più robusti ma tendono a sporcarsi facilmente

Vediamo quindi quali sono vantaggi e svantaggi di ciascun rivestimento secondo Altroconsumo:
Teflon:
Vantaggi: materiale leggero, indicato per preparazioni brevi e semplici. Il potere antiaderente è massimo e si può evitare l’impiego di olio o burro durante la cottura, facile da pulire, gli alimenti non bruciano. Svantaggi: Il calore si disperde facilmente, la temperatura deve essere sempre controllata e può non essere omogenea. È piuttosto sensibile ai graffi, a causa dei quali può perdere parte della sua antiaderenza.

Pietra:
Vantaggi: Mantiene bene la temperatura, consentendo una maggiore facilità d’uso. Ha una buona antiaderenza. Svantaggi: impiega più tempo a scaldarsi, è una superficie delicata.

Ceramica:
Vantaggi: un buon livello di antiaderenza. Resiste bene alle temperature elevate e ai graffi. Svantaggi: tende a sporcarsi con facilità, ha bisogno di più tempo per scaldarsi rispetto alle padelle con fondo in teflon.

© Riproduzione riservata; Foto: Fotolia, Depositphos, sito Ikea

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Sandro kensan
6 Marzo 2022 03:08

Le sostanze perfluoroalchiliche (PFASs) sono composti chimici utilizzati in campo industriale per la loro capacità di rendere i prodotti impermeabili all’acqua e ai grassi. I PFAS vengono impiegati dagli anni ’50 per la produzione di numerosi prodotti commerciali: impermeabilizzanti per tessuti; tappeti; pelli; insetticidi; schiume antincendio; vernici; rivestimento dei contenitori per il cibo; cera per pavimenti e detersivi. L’utilizzo più noto di questi composti è probabilmente per il rivestimento antiaderente delle pentole da cucina (Teflon®) e nella produzione dei tessuti tecnici (GORE-TEX®, Scotchgard™).

Fonte legambienteveneto punto it

Giova
Giova
Reply to  Sandro kensan
29 Marzo 2022 16:26

Grazie. Mi fa piacere che qualcuno ricordi quanto pericolosi siano per l’ambiente queste sostanze, e a quale tragedia di sanità pubblica rimandano. I problemi sanitari emersi in Veneto sono talmente rilevanti da aver spinto le istituzioni a verificare altre realtà regionali. Grazie ancora.

Luca CODELUPPI
Luca CODELUPPI
29 Marzo 2022 10:59

Se posso aggiungere un accorgimento che spesso non viene valutato – consiglio di inserirlo nell’articolo – per preservare la superficie: quando si raccolgono le stoviglie e più ancora quando si lavano a mano nel lavello, non mettere mai piatti/stoviglie di ceramica o porcellana dentro le padelle antiaderenti perché il bordo di appoggio dei piatti non è mai vetrificato ed è molto più abrasivo delle pagliette di metallo.
Nell’impilare i piatti o durante uno spostamento basta un movimento qualsiasi durante la manipolazione della pila per creare graffi profondi nella superficie su cui i piatti appoggiano, sia essa teflon o altro rivestimento meno duro della ceramica del piatto.

Dionigi Angeli
Dionigi Angeli
29 Marzo 2022 14:50

Siamo alle solite: i test di Altroconsumo non si comprendono mai a causa della loro incompletezza; certo forse dovuta al costo dell’operazione affidata a vari operatori esterni. Nel caso delle padelle per stessa amissione dell’articolo “La conduzione del calore ….Questa non dipende solamente dallo spessore e dal materiale di cui è fatto il fondo del tegame, ma anche dal sistema di cottura impiegato. Per tale ragione, Altroconsumo ha condotto le sue prove su diversi tipi di fornelli ed è sul fornello elettrico che le pentole antiaderenti si sono comportate meglio sul fronte dell’uniformità della distribuzione del calore, seguito dal fornello a gas e dal piano a induzione”.
Da questo si deduce che sia di grande importanza lo spessore non solo del fondo ma anche di tutta la padella, quindi come escludere da un test di funzionalità questo elemento? ovvio che i costi cambiano a seconda della quantità di materiale di supporto e di conduzione.

Giova
Giova
Reply to  Dionigi Angeli
29 Marzo 2022 19:50

probabilmente lo spesssore del bordo influisce in modo non significativo sull’uniformità di distribuzione del calore …

Giova
Giova
29 Marzo 2022 16:22

Certo, sì. Proprio così. Aggiungo anche che quando si ripongono dopo il lavaggio e’ meglio separarle dalle altre stoviglie con un pezzetto di stoffa o una carta o con le “palline di plastica” che abbondano nei beni acquistati on line