Sveglia analogica e flaconcino con compresse di integratore alimentare su una superficie azzurra con stelline dorate

La maggior parte delle informazioni che circolano sulla taurina, aminoacido presente in moltissimi alimenti, sintetizzato anche dal corpo umano, è del tutto priva di fondamento. Quanto ai benefici di un’assunzione in forma appunto di supplemento, come tale o in energy drink, sono tutti da dimostrare e anzi, in alcuni casi ci potrebbero essere rischi.

È una stroncatura senza appello quella che giunge dalle pagine nientemeno che di Science, dove uno studio molto scrupoloso e di ottima qualità metodologica, sembra porre una pietra tombale sull’ennesima fake news di successo degli ultimi anni: quella secondo la quale la taurina sarebbe molto efficace nel rallentare l’invecchiamento, aumentare la forza muscolare e migliorare la concentrazione.

Il precedente

Una delle tappe fondamentali della popolarità della taurina è il 2023, anno in cui è uscito, dopo numerosi altri dello stesso segno, un altro studio su Science. La ricerca aveva associato l’avanzare dell’età con una diminuzione delle concentrazioni ematiche di taurina nei topi, nei primati e negli esseri umani. Inoltre, aveva suggerito che un’integrazione potesse allungare la durata della vita media.

I ricercatori hanno fatto le deduzioni, in quel caso, secondo la modalità cross-over, cioè misurando le concentrazioni di taurina e di altri indicatori di longevità in singoli momenti di persone e animali diversi, e poi tracciando un profilo dell’andamento temporale in base a quanto osservato, cioè deducendo indirettamente che cosa succedeva.

Il nuovo studio sulla taurina

Ma quella modalità sembra aver portato a conclusioni forzate, stando a quanto emerso ora. Nello studio appena uscito, infatti, i ricercatori del National Institute of Aging di Baltimora hanno condotto un’analisi diversa, cosiddetta longitudinale, cioè hanno seguito nel tempo gli stessi esseri umani e gli stessi animali con prelievi ripetuti, e hanno così potuto davvero misurare che cosa accade alla taurina in un singolo individuo. Per questo le conclusioni sono ritenute più affidabili. E non sono a favore della tesi della taurina come elisir di giovinezza.

Per quanto riguarda gli esseri umani, i ricercatori ne hanno monitorati 740, di età compresa tra i 26 e i cento anni, che avevano aderito al Baltimore Longitudinal Study on Aging. Invece i singoli primati (Macaca mulatta) sono stati seguiti dai tre anni fino al raggiungimento di un’età ragguardevole per la specie scelta, 32 anni, mentre i topi sono stati valutati dai nove fino ai 27 mesi, cioè praticamente per tutta la vita, e anche in quel caso si trattava di animali inseriti in uno studio specifico chiamato Study of Longitudinal Aging in Mice (SLAM).

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La taurina non può in alcun modo essere assunta come indicatore di età biologica o invecchiamento

I risultati

Il risultato è stato omogeneo, e in contrasto con i precedenti, perché la taurina, con il procedere dell’età biologica, è aumentata in tutti i gruppi, con la sola eccezione dei topi maschi, nei quali è rimasta stabile. Non si è vista in nessun caso una diminuzione.

I dati hanno poi fatto emergere una grande variabilità da soggetto a soggetto, a riprova dell’importanza di fattori quali il patrimonio genetico, il microbiota, l’ambiente, e altro. Vuol dire che la taurina non può in alcun modo essere assunta come indicatore di età biologica o invecchiamento, come invece è stato suggerito negli ultimi: è troppo variabile, e non è affidabile.

Volendo poi approfondire, anche se indirettamente, l’effetto dei supplementi, gli autori hanno valutato due studi cross-over di due popolazioni umane molto distanti geograficamente, e dimostrato che non esiste alcun risultato che regga alla verifica statistica, e che in alcuni casi viene suggerito un beneficio sulla forza muscolare o sulla concentrazione, ma in altri il contrario, ovvero un effetto nocivo.

Le conclusioni

Per il momento, quindi, non è possibile esprimersi in modo scientifico sull’assunzione di taurina, né affidarsi al suo dosaggio per una valutazione delle condizioni generali dell’organismo. E il fatto che essa aumenti nel tempo, e non diminuisca, suggerisce che non vi sia alcun bisogno di un’aggiunta. I claim che si trovano sulle confezioni e nelle pubblicità non hanno pertanto alcuna base scientifica.

Come ricorda Nature in un articolo di commento, qualche risposta specifica sui supplementi potrebbe arrivare tra non molto, perché gli autori dello studio del 2023 stanno conducendo una sperimentazione su 80 persone di età compresa tra i 55 e i 75 alle quali viene dato un supplemento di taurina (quattro grammi al giorno) per sei mesi, ma i risultati saranno resi noti non prima della seconda metà dell’anno.

© Riproduzione riservata. Foto: Depsitphotos.com

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