Un rapporto provvisorio dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), aperto ai commenti delle parti interessate, indica le azioni necessarie per combattere e prevenire l’obesità giovanile. Il documento parte dalla constatazione che, tra il 1980 e il 2013, la percentuale di persone obese è cresciuta del 27,5% tra gli adulti e del 47,1% tra bambini e adolescenti fino ai 19 anni. Il problema riguarda soprattutto i paesi più ricchi anche se si registrano dati preoccupanti in quelli a reddito medio-basso.
L’Oms afferma che è necessario un approccio multisettoriale, con una responsabilità primaria dei governi e un importante ruolo che può essere giocato dal settore privato. L’Oms propone l’adozione di norme e standard internazionali, come quelli della Codex Alimentarius Commission, compreso un sistema standardizzato di etichettatura.
Secondo l’organizzazione, per ridurre il consumo di alimenti malsani, come i cibi nutrizionalmente poveri e le bibite zuccherate ad alto contenuto energetico, i governi potrebbero considerare politiche fiscali, la cui efficacia sta emergendo dai dati dei Paesi dove sono state adottate. Sapendo poi che l’obesità infantile e adolescenziale è legata al marketing dei cibi malsani, è necessario ridurre l’esposizione alla pubblicità e alle promozioni del marketing di bambini e ragazzi.
Secondo l’Oms occorrono norme vincolanti per produttori e pubblicitari dal momento che le iniziative volontarie non sono sufficienti, e perché le aziende che le adottano si trovano in una situazione di svantaggio rispetto ai concorrenti .
Beniamino Bonardi
© Riproduzione riservata
Foto: iStockphoto.com