L’Europa è la zona del mondo con il più elevato consumo di alcol pro capite. Questo significa che è anche quella con il maggior numero di tumori associati al consumo. Si stima infatti che siano causati dall’alcol circa il 4,2% dei 4,8 milioni di nuovi casi annuali (dato del 2020) e che questi non si verifichino esclusivamente nei forti consumatori. Nel 2017, per esempio, il 13,3% dei tumori da alcol registrati in Unione europea (23 mila) è stato attribuito a un consumo moderato, cioè inferiore ai 20 grammi di alcol al giorno, circa mezzo litro di birra. Da tempo ci si chiede come intervenire per abbassare la media e si sperimentano o si introducono misure quali il divieto di pubblicità (almeno entro certe fasce orarie) o un limite alla disponibilità di alcolici nei negozi o, ancora, restrizioni di orario per i consumi al bar, nei ristoranti e nelle rivendite. Tuttavia, la misura che si è dimostrata più efficace e, al tempo stesso, conveniente, è la tassazione , che però nel Vecchio Continente risulta tra le più basse al mondo.
Uno studio realizzato dai ricercatori dell’Università di Dresda e dagli esperti della sezione europea dell’Oms e dell’International Agency for Research on Cancer (Iarc) di Lione e del centro per le dipendenze e la salute mentale di Toronto, conferma che continuando a mantenere bassa la tassazione, in Europa si generano migliaia di nuove diagnosi e di decessi evitabili. Come illustrato su Lancet Regional Health Europe, il calcolo è basato sull’incidenza di sette tipi di tumore associati all’alcol, cioè quelli dell’esofago, delle labbra e della cavità orale, della faringe, della laringe, del fegato, del colon retto e della mammella, ed è stato impostato in base a una latenza media di dieci anni. Considerando la situazione del 2009 e quella del 2019 in 50 paesi d’Europa, sono stati stimati i casi che si sarebbero verificati nel decennio se la tassazione fosse stata maggiorata del 20, 50 o 100%. Il risultato è stato evidente. Se le tasse fossero state raddoppiate si sarebbero evitati 10.700 casi e 4.850 decessi, pari al 6% del totale dei nuovi tumori attribuibili all’alcol nell’area considerata.
In Germania, Paese che ha coordinato lo studio, si sarebbero potuti evitare 1.200 casi e oltre 500 decessi, due terzi dei quali per tumori del colon retto o della mammella. Eppure la Germania resta uno dei paesi con la tassazione più bassa, soprattutto per l’amatissima birra: una bottiglia grande di birra è tassata solo per 5 centesimi di euro, mentre una di vino non paga alcuna tassa. Secondo gli autori, anche Francia, Spagna e Italia, così come diversi paesi dell’Europa orientale, a fronte di consumi molto elevati, non fanno abbastanza e avrebbero ampio spazio per aumentare la tassazione e scoraggiare i consumi.
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Giornalista scientifica
Sono d’accordo. Tassare alcool, ma anche sigarette..perche la salute di ogni individuo è chi ci sta vicino non è in vendita e non ha prezzo.
Credo che le sigarette siano già molto tassate.
Però se dovessimo tassare tutto quello che fa male, ci sarebbero tanti altri alimenti…
Certo che ci sarebbero altri alimenti. Diciamo che alcool e sigarette creano una dipendenza subdola e quindi a maggior ragione vanno tassate.
Ma non diciamo eresie!
Dietro vino e birra di qualità c’è tutta una cultura che si perde nel tempo, senza considerare il duro lavoro di un’infinità di persone che gravitano attorno a tutto l’indotto.
Esistono un sacco di cose che fanno male e possono causare il cancro, come ad esempio i farmaci, gli additivi contenuti in tutti gli alimenti, conservanti, coloranti e porcherie varie.
Come sempre però è più facile criminalizzare l’alcol.