Supermercati Unes: sì allo stabilimento di produzione in etichetta. Se non si modifica la norma si aiuta chi vuole delocalizzare la produzione in paesi a più basso costo
Supermercati Unes: sì allo stabilimento di produzione in etichetta. Se non si modifica la norma si aiuta chi vuole delocalizzare la produzione in paesi a più basso costo
Roberto La Pira 4 Febbraio 2015Riceviamo e pubblichiamo questo intervento di Mario Gasbarrino amministratore delegato della catena di supermercati Unes, sulla questione dell’indicazione dello stabilimento di produzione.
Condivido ed apprezzo la campagna portata avanti anche da Il Fatto Alimentare sulla importanza dell’indicazione dello stabilimento di produzione. Lungi da voler rivendicare primati su una materia che ci deve vedere tutti impegnati ed allineati nella difesa del Made in Italy, ricordo, solo per onestà intellettuale, che la catena di supermercati Unes è stata la prima azienda a comprare 3 pagine di giornale (dicembre 2014) su 3 quotidiani nazionali per far sentire la nostra voce.
C’è di più, da due anni a questa parte, e quindi in periodo non sospetto, a fianco a tutti i nostri prodotti a marchio mettiamo uno stopperino con la bandiera del luogo di produzione, allo scopo di valorizzare le aziende italiane che producono o confezionano in Italia, senza pero’ esimerci, per trasparenza, di indicare anche altre provenienze ove questo avvenisse. In più fra meno di un mese, abbiamo modificato il lay out dell’etichetta prezzo a scaffale per riportare, di fianco al prezzo, alla descrizione ed altre informazioni anche il luogo di produzione dei nostri prodotti a marchio.
Tutto questo permetterà al cliente di scegliere il prodotto da acquistare in completa trasparenza, ma farà un baffo, è difficile ma doveroso ammetterlo, a tutte le multinazionali che si sono comprati prestigiosi marchi italiani e che non vedono l’ora che passi questa legge per delocalizzare la produzione in paese a più basso costo, contribuendo così alla desertificazione industriale di questo paese (che non è la Grecia, ma che rischia di avvicinarvisi molto se ciò avviene).
Il tutto nel totale disinteresse della classe politica, che non si rende conto delle conseguenze nefaste di un simile provvedimento. Il ministro dello sviluppo economico Federica Guidi ha promesso di interessarsene, ma finora ha solo annunciato la volontà di aprire un tavolo di confronto ??!!!
Continueremo a lottare, per il bene del nostro paese più che per l’interesse di bottega (come distributore una legge che mi permette di comprare dove voglio senza dover indicare il luogo di produzione sarebbe molto meglio nel breve, ma il paese e l’economia va a rotoli, e con esso anche il futuro del commercio).
Mario Gasbarrino
ad di Unes e U2 supermercati
Il Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade hanno promosso una petizione per ripristinare l’obbligo di inserire in etichetta lo stabilimento di produzione.
Per sottoscrivere la petizione clicca qui.
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.