Per il quarto anno consecutivo i supermercati U2 una piccola catena composta da circa cento punti vendita dislocati prevalentemente in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna si aggiudica la pole position nell’inchiesta realizzzata dalla rivista Altroconsumo che premia i punti vendita dove la spesa costa meno. Come fa una piccola catena di supermercati con volumi di vendita limitati ad avere listini inferiori rispetto a insegne ben più grosse e organizzate. Il segreto è semplice e per capirlo bisogna tornare indietro di cinque anni quando la catena Unes decide di cambiare nome e politica. nel nuovo supermercato non si fanno sconti e promozioni, non ci sono offerte speciali, non si distribuiscono tessere fedeltà e non si organizza raccolte punti.
L’altra scelta vincente è stata quella di potenziare i prodotti con il proprio marchi. Attualmente sono 1300 e secondo l’ufficio stampa hanno un prezzo che consente di risparmiare fino al 50% rispetto alle marche leader. Il risultato è una realtà con una rete di 100 punti vendita situati all’interno delle città che da quattro anni risulta leader sul fronte dei prezzi.
Una buona alternativa è fare la spesa negli ipermercati Auchan che, per quanto riguarda i prodotti di marca, si collocano in cima alla classifica della convenienza redatta da Altroconsumo insieme a U2 con un punteggio identico. La grossa diversità è che i punti vendita Auchan si trovano fuori dai centri abitati sono molto grandi e offrono un ampio assortimento rispetto a U2.
Sara Rossi
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redazione Il Fatto Alimentare
“Curiosa” strategia. Vendo a meno se comprate quello che dico io. Ma va ?
Non ho esperienze dirette, ma sorgono alcune perplessità. Intanto si parte dall’indagine di Altroconsumo. Ricordiamo che loro valutano due carrelli, uno di marca e uno “economico” di una spesa standard e poi confrontano i prezzi. Partendo poi da una base 100 (il carrello più economico d’Italia) come unità di misura per fare confronti in tutta Italia e nelle diverse città per i diversi marchi.
Come già detto, permette un confronto omogeneo, ma NON è detto che noi, con la nostra spesa (ben diversa da quella del carrello “teorico”) risparmieremo davvero comprando cio’ che ci serve nel supermercato meno caro (e NON l’ipotetico carrello). E questo proprio perché l’indagine NON tiene conto non solo delle variabili individuali dei singoli consumatori/carrelli (cosa impossibile, ovviamente) ma proprio delle variabili d’offerta, ovvero di sconti e promozioni basate sulle tessere fedeltà (che, per altro, permettendo un monitoraggio dei consumi dei clienti abituali facilitano la gestione degli acquisti e delle vendite, a vantaggio sia del commerciante che del cliente). Sapere che in una catena NON troverò mai sconti o offerte ma un prezzo mediamente più basso (almeno in teoria, ma di quanto ?) della concorrenza è davvero un incentivo a fare la spesa in quel posto ?
Forse. Se la mia spesa corrisponde al carrello di Altroconsumo e compro sempre le stesse cose nello stesso momento. Magari affidandomi a un “no brand”.
Ma è meglio acquistare mezzo kg di caffè o di pasta “Pincopallino” pagandola sempre il xx% in meno (rispetto a una ipotetica media) tutte le volte che faccio la spesa oppure fare scorta di pasta, caffe, scatolame, biscotti del marchio che preferisco, sfruttando promozioni o 3X2, spesso acquistando un prodotto di marca a un prezzo molto inferiore ?
Il consumatore informato deve saper valutare le proprie strategie di acquisto (cosa, dove, quando e quanto) oppure affidarsi alla ricerca che ti dice che “li si spende meno”. Ma davvero ? Ma spendo meno per comprare cosa ?
Quello che penso io e` che per la prima volta saremmo noi a scegliere cosa comprare, non indirizzati da una strategia di marketing e offerte 3×2 che ci invitano palesemente a mettere nel carrello tutto cio` che guardacaso quel giorno e` in offerta! Altra cosa che vorrei farti notare e di cui forse non sei a conoscenza, ma questo e` normale, e` che un marchio non e` sempre sinonimo di qualita`, ma molti dei prodotti venduti come “private label” vedi Auchan, Carrefour, Despar, Conad, Coop ecc. sono prodotti dalle stesse aziende che producono per marchi piu` conosciuti. Purtroppo i package colorati e spiritosi, invitanti e allegri dei grandi marchi pubblicizzati sembrano sempre i preferiti rispetto a una confezione bianca con una scritta monocromatica…che spesso viene fuori dalla stessa azienda produttrice.
sono pienamente d’ accordo con Maurizio. La nostra spesa non è mai quella del carrelo di riferimento. . .
E questo volantino?
http://www.unes.it/pdf/85unes_12pag_base_os18.pdf
mi sembra che facciano promozioni sulle più grandi marche, pacchi da due o tre…
I supermercati U2, secondo quanto dichiarato a Il Fatto Alimentare, non fanno pubblicità e promozioni. Mentre i supermercati Unes, che fanno parte dello stesso gruppo, continuano a fare promozioni come dimostra il volantone che ci ha segnalato.