Un semaforo sull’etichetta per aiutare il consumatore a mangiare meglio e in modo più consapevole. Ci ha pensato la catena di supermercati il Gigante, che ha messo a punto nuove tabelle nutrizionali con il bollino verde rosso e giallo per 200 prodotti alimentari a marchio proprio (e altri 200 sono in preparazione). La spinta? «La costante attenzione nei confronti dei consumatori e l’esigenza di confrontarci con realtà distributive diverse da quella italiana», fanno sapere dall’ufficio marketing.
In effetti sono molti i Paesi europei che si sono ingegnati per fornire informazioni sulle qualità nutrizionali di un prodotto, usando espedienti grafici efficaci. In Francia, per esempio, è in uso il “Curseur nutritionnel”, in cui l’immagine di un piatto si sposta su un cursore a seconda che l’alimento sia adatto a un’alimentazione solo “occasionale”, “quotidiana” o “sana”. In Inghilterra, invece, il “Multiple traffic light” utilizza il semaforo per mettere in relazione il contenuto di grassi totali, grassi saturi, zuccheri semplici e sale rispetto a una porzione ideale di 100 grammi.
Il sistema più usato in Italia, fino ad ora, è quello delle GDA (“Guideline Daily Amount”), che rapporta zuccheri semplici, grassi totali, grassi saturi e sodio riferiti a una porzione indicata dal produttore, alla quantità giornaliera in relazione al fabbisogno di un adulto sano (2000 calorie) secondo le indicazioni adottate dall’industria europea.
Il semaforo del Gigante parte da un presupposto simile: rapportare i nutrienti di una porzione ai fabbisogni giornalieri, calcolati non rispetto alle GDA ma sulla base dei LARN (“Livelli di assunzione giornalieri raccomandati di nutrienti per la popolazione italiana”, pubblicati dalla Società italiana di nutrizione umana nel 1996 e in fase di revisione) e delle linee guida dell’INRAN (Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione) redatte in base alla dieta mediterranea. «Abbiamo preferito un sistema che pensato per la dieta italiana e studiato in Italia», hanno voluto sottolineare i responsabili dell’iniziativa.
Altra fondamentale differenza rispetto alle GDA è che si prendono in considerazione tutti i nutrienti, non soltanto quelli “critici” come grassi e zuccheri per cui il bollino colorato compare anche sulle voci di: proteine, carboidrati e fibre.
Come si presenta la nuova etichetta? L’azienda ha individuato per ogni alimento una porzione realistica (un cucchiaio di pesto per condire un piatto di pasta e non 100 grammi) e sull’etichetta compare una tabella colorata con il contenuto di nutrienti presenti nella porzione, espressi in grammi e in percentuale rispetto ai fabbisogno giornaliero.
Qui entra in gioco l’innovazione grafica del semaforo che adotta il semaforo rosso quando il prodotto supera il 30% dell’assunzione giornaliera. Dunque luce verde se le proteine di una porzione di lasagne non superano il 30% della quantità consigliata, luce gialla se la quantità è compresa tra il 31 e il 60% e infine luce rossa se supera il 61%.
Attenzione: il semaforo rosso per un determinato nutriente non rende quel cibo “proibito”, perché il colore rosso riferito ai grassi può abbinarsi a diverse luci verdi, per esempio quelle relative al sodio o alle proteine. La filosofia è che non esistono cibi buoni o cattivi ma tutto è relativo alle quantità e agli abbinamenti. Le lasagne sono troppo ricche in carboidrati e in grassi? Significa che al pasto successivo dovrò scegliere un alimento magro e ricco di proteine (per esempio del pollo ala griglia).
Per la verità, a dispetto dell’espediente grafico , il sistema comporta un certo ragionamento. Viene da pensare che le persone in grado di sostenerlo siano le stesse che hanno qualche nozione in campo alimentare e (forse) sanno già come nutrirsi correttamente. Rispondono gli ideatori del progetto: «Chi è interessato, ha un sistema semplice per valutare i suoi acquisti, mentre può essere un traghetto per i consumatori che vogliono approfondire l’argomento. Per tutti una lettura semplice e di primo impatto può essere d’aiuto a scelte più consapevoli».
Nell’ottica di questa attenzione globale verso la propria alimentazione, la catena propone un codice alfabetico per classificare il cibo in cinque gruppi: cereali (C), proteine (P), latte e derivati (L), grassi da condimento (G), vegetali (V). In questo modo il consumatore può sempre sapere quali sono le categorie di appartenenza del prodotto che si appresta a consumare. Per tornare alle lasagne pronte, sull’etichetta troveremo il simbolo C (riferito alla pasta), P (la carne del ragù), L (il latte della besciamella), G (l’olio e il burro del condimento). Praticamente nel piatto troviamo quasi tutti i nutrienti e forse è meglio concludere il pasto con una bella insalata.
Stefania Cecchetti
Foto: Gigante, Photos.com
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