La Sugar Tax è probabilmente la tassa più ridicola che verrà adottata dal governo Meloni (dopo l’ennesimo rinvio al 2025). È un modo per fare cassa (poca visto che sono previsti 100 milioni l’anno a partire dal 2025), senza incidere minimamente sullo stile alimentare degli italiani, visto che il consumo di bibite zuccherate resterà identico. Per rendersene conto basta il buon senso. Da quando entrerà in vigore la tassa, un litro di Coca-Cola o Fanta costerà, ai prezzi di oggi, 1,75 euro anziché 1,70, mentre una bibita alla cola o un’aranciata marchiata Esselunga, Coop o Carrefour costerà 0,85 euro anziché 0,80. Si tratta di un incremento di prezzo ridicolo che non sposterà di un millimetro i consumi.
Basta vedere cosa è successo negli altri 50 Paesi che adottano una Sugar Tax. Dove è stato applicato un sovrapprezzo minimo come in Italia il mercato è rimasto pressoché identico. Laddove l’incremento di prezzo ha raggiunto il 20-30% allora si è registrato un vistoso il calo dei consumi. La tassa funziona soprattutto quando lo stato utilizza il ricavato per campagne di educazione alimentare e iniziative per la riduzione del consumo dei prodotti zuccherati.
La nostra campagna a favore della Sugar Tax
Nel 2019 Il Fatto Alimentare ha promosso una raccolta firme a favore della Sugar Tax del 20% sulle bibite zuccherate. L’iniziativa ha ricevuto l’adesione delle 10 società scientifiche italiane più rappresentative che si occupano di nutrizione e diabete e di 340 nutrizionisti, pediatri e medici fra cui Giuseppe Remuzzi del Mario Negri e Walter Ricciardi, ex presidente dell’ISS. La proposta stimava un possibile incasso annuo di 400 milioni di euro da destinare a iniziative di educazione alimentare e progetti per incentivare la riduzione dei consumi. Allora, la ministra della Sanità Giulia Grillo non ha preso in considerazione l’appello. Nello stesso periodo il governo discuteva di Sugar Tax, ma con il solo scopo di fare cassa, cercando in qualche modo di non disturbare troppo i produttori ed escludendo qualsiasi forma di progetto da finanziare per ridurre i consumi di zucchero. Proprio come è stato fatto adesso.
Gli italiani consumano troppo zucchero
Purtroppo il problema dell’eccesso di zucchero nella dieta degli italiani è serio, ma questa criticità non interessa il governo Meloni. I dati sono talmente eclatanti che non servono commenti per capirli. In Italia consumiamo in media 83 g di zuccheri semplici al giorno (dato Studio sui Consumi Alimentari in Italia – IV SCAI 2023 del CREA) al posto del 5o consigliati per una dieta da 2.000 kcal. Ogni anno beviamo 54 litri di bevande gasate a testa, che corrispondono a 5 kg di zucchero pro capite. E la classifica con l’indice di obesità fra i bambini di 8-9 anni fra i 50 Paesi della regione europea ci vede al quarto posto con il 30% di soggetti obesi e in sovrappeso dopo Cipro, Grecia e Spagna. L’ultimo dato elaborato da Epicentro dell’Istituto superiore di sanità indica che il 24,6%dei bambini consuma bibite zuccherate e/o gassate tutti i giorni.
Molto probabilmente fra i parlamentari che hanno legiferato sulla Sugar Tax nessuno ha chiesto un parere alle società scientifiche che si occupano di nutrizione e di problemi sanitari collegati all’eccessiva assunzione di zucchero. La voce ascoltata è stata quella dei produttori di bibite che hanno prospettato un futuro disastroso per il settore, riuscendo a ottenere dilazioni per una tassa che qualcuno ha il coraggio di presentare come un provvedimenti a salvaguardia della salute.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Ma pensate veramente che la lobby della coca-cola lasci passare un aumento più consistente? Si muoveremo il governo USA…ricordatevi la storia raccontata dall on. BOCCIA
Il problema è proprio questo adottare una finta Tassa sullo zucchero che non cambia nulla a livello di consumi
Di che storia parla?
Visto che parli della lobby della Coca-Cola, perché non parli anche del contenuto esagerato di zucchero nelle italianissime merendine che fanno vedere in pubblicità bambini e mamme sorridenti
Anche questo diagramma rappresenta bene l’italia “culturale” divisa in tre parti: il piccolo alto nord, il grande profondo sud e la vasta entropica parte centrale.
Un paese disattento alla salute che investe poco o niente nella prevenzione cioè in un moltiplicatore di benessere. Ecco allora tante malattie in crescita e quindi tanti profitti per le case chimico-farmaceutiche.
Perfetto articolo con una piccola pecca, ricordarmi di che partito è o meglio era la ministra Grillo, certo che il grado di ignoranza, incapacità, mediocrità dei ns parlamentari ,rappresenta una presa in giro: possibile che non ce ne sia uno che si ribelli e si dimetta ?
Pienamente d’accordo. Come spesso si fanno tanti discorsi sul nulla. 0,05 Euro avrebbero un impatto uguale a 0.
Caro La Pira, se ben ricorda, avevo previsto esattamente cosa sarebbe successo. Resto sempre dell’avviso che la via maestra sia l’imposizione di limiti specifici al contenuto di sodio e di zuccheri semplici per i diversi gruppi di alimenti, bibite comprese. Si tratta di una battaglia che conduco da anni come quella sulla riduzione del consumo di sale che sto portando avanti in questi giorni.
concordo con la via maestra, ma il problema è che le leggi in Italia le fanno le lobby più forti e non dei politici saggi (assenti)…
Più che le imposizioni a mio modesto parere, penso che la cosa migliore sarebbe una buona educazione alimentare a cominciare dall’asilo.
Facendo in modo che da grande ognuno di noi sappia autorecolandosi, cosa è meglio evitare, cosa assumere con moderazione e ciò che fa bene per un corretto stile di vita.
Ho paura che il piccolo aumento di prezzo
portino ad un effetto contrario.
per raggiungere un risultato utile al più presto, la via maestra suggerita da Pasquale sarebbe l’ideale. ma ciò non significa che l’educazione alimentare introdotta a scuola sarebbe superflua, perché costruire le basi della conoscenza dell’argomento sin da studenti, sarebbe un investimento per un futuro molto migliore, che farebbe risparmiare alla sanità una montagna di soldi.
Purtroppo si torna al solito punto, con la scusa dei posti di lavoro si manda in vacca il paese, allora seguendo questo esempio avremmo dovuto permettere alle multinazionali del Tabacco di fare pubblicità, stessa cosa per il gioco d’azzardo.
Per quanto riguarda la tassa, secondo me dovrebbe essere minimo 20 -50 centesimi a bottiglia, tanto comunque le persone le bevande zuccherate le comprano lo stesso, poi in caso il consumo diminuisca, ci sarebbero meno costi sanitari, invece se il consumo rimanesse stabile, lo Stato ci “guadagnerebbe” per fare informazione, quindi vincerebbe sempre e comunque.
limitare per legge il contenuto di zucchero in bevande dolci e merendine come si fa per altre sostanze usate nell’industria alimentare, li si vedrebbe la vera volontà di tutelare la salute delle persone. ma chissà perchè non lo faranno mai.
Il problema delle bevande zuccherate è talmente antico che nessun italiano/a fa ci fa più caso. Penso a tutti i bambini, in particolare, che vengono alimentati con merendine e bevande ad alto contenuto di zuccheri..L’obesità infantile è diffusa sempre di più nel nostro paese, specie in alcune regioni del sud italia ma anche in Piemonte, Liguria e Veneto come si vede molto bene nel vs. diagramma.. Siamo sempre di più America dipendenti non vi sembra??? Cari saluti
Una delusione grande, ma aspettata, come la <> che purtroppo questo parlamento continuerà a bocciare. Avanti con zucchero e plastica!