Uomo beve una bibita da una lattina; concept: bevande zuccherate, bibite, energy drink, sugar tax

La Sugar tax è uno strumento efficace per combattere l’eccessivo consumo di bevande gassate. È quanto afferma la comunità scientifica, e lo conferma l’OMS che ha da poco pubblicato una guida pratica destinata alle autorità dei paesi che vogliono adottare provvedimenti di questo genere, descritti come “una strategia efficace per la salute e per la spesa pubblica, di cui i dati disponibili hanno già dimostrato l’utilità”. Fino a oggi oltre ottanta paesi, secondo il database GINA dell’OMS, hanno adottato provvedimenti fiscali che penalizzano alimenti e bevande dannosi per la salute. Proprio mentre in Italia la Sugar Tax – che sarebbe dovuta entrare in vigore nel gennaio 2023- ha subito un ulteriore rinvio al 1° gennaio 2024, e rischia di essere cancellata definitivamente (leggi approfondimento). Il governo Meloni insomma sembra orientato a dare ascolto alle associazioni di categoria che si sono opposte fin dall’inizio alla sua approvazione, più che alla comunità scientifica.

Noi abbiamo espresso più volte la nostra opinione sul consumo di bibite zuccherate – o dolcificate con il fruttosio, che causa varie patologie come uricemia e steatosi epatica,- oltre che su altri comportamenti dannosi come il consumo eccessivo di sale e alcol o il fumo”, spiega Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Medicina Interna (Simi). “Ben vengano dunque le iniziative di questo genere, anche se devono essere sostenute da un’opera di sensibilizzazione e di educazione alimentare. Gli spunti dovrebbero partire dalle scuole ed essere introdotti parallelamente ai divieti, “che aiutano a ridurre i consumi ma hanno effetti limitati sui comportamenti della popolazione”, osserva Sesti. Anche l’OMS, d’altra parte, ricorda che la Sugar tax sono è più efficace quando rientra in un intervento globale a favore di una dieta più sana. “Abbiamo visto come soprattutto il divieto di fumare al chiuso abbia indotto gli italiani a cambiare abitudini”, prosegue Sesti, “lo zucchero è qualcosa di diverso, anche se gli alimenti zuccherati sono un comfort food che può creare una sorta di dipendenza, ma è comunque importante disincentivare questi comportamenti, per esempio togliendo le bevande zuccherate dai distributori automatici nelle scuole o in altri luoghi per sostituirle con alternative più sane, o promuovendo il consumo di caffè senza zucchero: se il caffè è di buona qualità non è necessario zuccherarlo.” Per Sesti l’obiettivo è coinvolgere anche i produttori, come è stato fatto con i panificatori, “con la cui collaborazione siamo riusciti a ridurre la quantità di sale aggiunto al pane”, ricorda l’internista, che conferma la gravità del problema: “il diabete è una malattia del benessere, o meglio di un travisamento del benessere”, prosegue. “Ed è causato da una dieta scorretta e da scarsa attività fisica: tra le cause c’è la diffusione di alimenti ricchi di grassi saturi e zuccheri – pensiamo al classico pasto da fast food – che influiscono sull’aumento del peso”.

sugar tax
Bibite gassate o al gusto di frutta, energy drink, tè o bevande a base di latte o yogurt, contengono zuccheri semplici che fanno alzare rapidamente la glicemia

Tanto che oggi, come ricorda il manuale dell’OMS, in un mondo in cui obesità e patologie correlate come diabete e malattie cardiovascolari sono in aumento, un numero crescente di paesi sta valutando la possibilità di utilizzare la Sugar tax per promuovere una dieta più sana e tutelare la salute della popolazione. Si tratta di un provvedimento che si applica in generale a tutte le bevande che contengono zuccheri liberi: bibite gassate o al gusto di frutta, energy drink, tè o bevande a base di latte o yogurt, oltre alle polveri che servono per prepararle. Tutti prodotti il cui consumo nel mondo è in aumento, anche perché sono offerti a prezzi sempre più bassi, e che non hanno nessun beneficio nutrizionale e anzi potrebbero ridurre il consumo di alternative più sane come acqua o latte. “Queste bevande contengono zuccheri semplici che fanno alzare rapidamente la glicemia, non a caso le utilizziamo quando è necessario ottenere questo effetto nei soggetti in ipoglicemia”, ricorda Sesti. “Mentre un cioccolatino o un biscotto possono contenere la stessa quantità di zuccheri ma hanno un effetto diverso sul metabolismo perché contengono anche grassi che rallentano l’assorbimento del glucosio”.

Frutta e verdura, pur contenendo zuccheri, restano alimenti sani e di cui promuovere il consumo, “perché contengono anche carboidrati complessi e fibre che ne rallentano l’assorbimento”, prosegue Sesti. “Anche per quanto riguarda le bibite, quelle che può andar bene consumare con moderazione sono i succhi di sola frutta senza zuccheri aggiunti”.

Secondo i dati elaborati dall’OMS un aumento di prezzo del 10% delle bevande gassate dovrebbe portare a una riduzione dei consumi tra l’8 e il 13%, inoltre i fondi raccolti potrebbero essere utilizzati per promuovere educazione nutrizionale e consumi più sani, per esempio incentivando anche con un sostegno economico il consumo di frutta e verdura presso le fasce di popolazione a basso reddito. Potrebbe rappresentare un incentivo per le aziende a ridurre la quantità di zucchero presente nei loro prodotti.

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Negli Stati Uniti tra il 2009 e il 2010 due importanti imprese produttrici di bibite hanno speso 60 milioni di dollari in azioni di lobbying contro la Sugar Tax

Oltre a definire i parametri da valutare per misurare l’efficacia dei provvedimenti adottati (modifiche dei consumi, dell’apporto calorico globale dell’Indice di Massa Corporea della popolazione e dell’incidenza del diabete e di altre malattie correlate) il manuale OMS fornisce anche argomenti per rispondere alle critiche delle industrie alimentari la cui opposizione – come conferma la situazione italiana – rappresenta il principale ostacolo all’implementazione di queste normative. Negli Stati Uniti, ricordano gli esperti dell’OMS, tra il 2009 e il 2010 due importanti imprese produttrici di bibite hanno speso 60 milioni di dollari in azioni di lobbying contro la Sugar Tax. “Idealmente”, si legge nel documento, “gli organismi governativi dovrebbero essere in grado di tutelarsi da queste interferenze che giocano su vari elementi: il tentativo di screditare le asserzioni degli scienziati smentendo il legame tra bibite zuccherate e obesità, la minaccia di azioni legali a tutela della libertà dei cittadini, la retorica secondo la quale queste norme danneggerebbero le classi più povere, il tentativo di migliorare la propria immagine promuovendo attività sportive e un’alimentazione sana e il minacciato impatto sull’occupazione”.

In effetti, non ci sono ancora dati conclusivi sugli effetti della Sugar tax, perché non è ancora trascorso abbastanza tempo dall’implementazione dei provvedimenti, ma le simulazioni effettuate mostrano che i risultati possono essere importanti, e lo confermano i dati disponibili, sulla carie che sembra rispondere in tempi più brevi ai cambiamenti di abitudini alimentari. Ovviamente ci sono differenze dovute alle abitudini alimentari e al reddito dei cittadini: la Sugar tax ha ottenuto buoni risultati in molti paesi extraeuropei, ma anche in Gran Bretagna, “In realtà questi provvedimenti hanno effetto soprattutto in paesi come l’America latina, dove il livello economico è più basso ed è diffusa l’abitudine di consumare a tavola queste bevande”, ricorda Sesti, “nei paesi ricchi non è detto che la tassa senza una strategia globale di disincentivazione ridurrebbe i consumi”. Gli esperti OMS precisano inoltre che sarebbe opportuno tassare anche le bevande che contengono dolcificanti, perché ci sono prove del loro effetto negativo sulla salute e per evitare che diventino un’alternativa alle bevande zuccherate.

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Silvio
Silvio
18 Gennaio 2023 22:25

Nel documento linkato la parola “sparkling” (gasato), appare una volta sola e nulla ha a che fare con la vostra definizione banalotta “eccessivo consumo di bevande gassate”. Stiamo parlando di zucchero o di anidride carbonica? La vogliamo finire con questa confusione?

gianni
gianni
21 Gennaio 2023 15:25

Dare molta risonanza alla sugar tax è una limitazione mediatica a scapito di una strategia globale molto più complessa e contrastata, è solo un pannicello caldo dato a un malato grave e se la c. s. avvalora tale provvedimento come contributo importante per combattere il flagello, allora bisogna proprio guardare bene alla definizione di “comunità scientifica” e cercare di capire a che gioco giochiamo…..da buon umarell bolognese come sono mi viene da scuotere la testa.
La persona intervistata poi che dice che il caffè può sostituire una bevanda per chi ha sete…beh non so che dire ma scuoto ancora la testa incredulo, un paragone assurdo.
Il nuotatore con una pesante palla al piede non andrà lontano e non arriverà mai al traguardo, farà una fatica bestiale a fare anche solo qualche metro e dovrebbe essere convinto di aver fatto progressi allontanandosi appena dalla linea di partenza?
Ma sappiamo tutti chi ci ha appioppato la palla al piede e i sistemi che usa per convincerci che poi non è così male, con il consistente aiuto di una parte rilevante della stessa c.s……………

Beti PIOTTO
Beti PIOTTO
7 Febbraio 2023 09:26

Sono d’accordo con la sugar tax. Va ricordato che il gusto si può educare gradualmente: si può passare in modo indolore da un cappuccino troppo dolce a uno senza zucchero.

Stefania
Stefania
7 Febbraio 2023 09:55

Buongiorno, sarebbe meglio specificare a che tipo di diabete si fa riferimento perchè il diabete di tipo 1 non ha nulla a che vedere con sedentarietà, cattiva dieta ecc.