Persona che succhia da una cannuccia in un bicchiere di zollette di zucchero; concept: bevande zuccherate, sugar tax

La sugar tax è legittima. Lo ha stabilito una sentenza della Corte Costituzionale pubblicata ieri (27 marzo). Dopo anni di rinvii, quindi, l’imposta sulle bevande zuccherate ed edulcorate può entrare in vigore senza incorrere in rischi di incostituzionalità. Sempre che l’attuale Governo non decida di rinviarla ulteriormente, la sugar tax entrerà in vigore il prossimo 1° luglio.

La sugar tax in Italia

La storia della sugar tax in Italia è lunga e travagliata. La legge di bilancio varata nel dicembre 2019 dal Governo Conte II (articolo 1, commi 661-676) ha introdotto un’imposta sul consumo delle bevande zuccherate ed edulcorate (con dolcificanti sia naturali che sintetici), fissata nelle misure di 10 € per ettolitro di prodotto finito o 0,25 € per chilogrammo di polveri da diluire (per esempio i preparati per tè freddo).

Dalla sua istituzione, però, l’entrata in vigore è slittata di anno in anno, finché la Seconda Sezione del Tar del Lazio ha sollevato la questione di legittimità e si è rivolta alla Consulta, per presunta violazione del principio di uguaglianza tributaria. Questo perché l’imposta andrebbe a colpire solo alcune bevande analcoliche e non altri prodotti zuccherati o edulcorati. Secondo il Tar del Lazio questo diverso trattamento non troverebbe alcuna giustificazione e pertanto sarebbe discriminatorio.

La sentenza della Corte Costituzionale

La Corte Costituzionale ha respinto la questione di legittimità sollevata dal Tar, affermando che “la scelta disincentivante del legislatore – operata con l’introduzione della citata tassa – non risulta né irragionevole, né arbitraria, né ingiustificata quanto alla sua limitazione alle sole bevande edulcorate rispetto a prodotti alimentari di altro tipo”. Il Governo, infatti, ha disegnato la sugar tax sulla base di un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Politiche fiscali per l’alimentazione e la prevenzione delle malattie non trasmissibili), che raccomanda di introdurre una tassa sulle bevande con dolcificanti naturali o sintetici, in virtù dei dati scientifici raccolti nei Paesi che l’hanno già implementata.

Sugar tax tassa zucchero
Il Governo ha disegnato la sugar tax sulle raccomandazioni dell’OMS

Secondo la Corte, “la medesima giustificazione scientifica risulta […] sufficiente a impedire che i prospettati profili di omogeneità, rispetto alle citate bevande, di altri prodotti alimentari edulcorati raggiungano una soglia di evidenza tale da rendere arbitraria, e quindi irragionevolmente discriminatoria, la scelta impositiva del legislatore”.  La sugar tax, inoltre, è considerata un tributo indiretto sulla produzione e sul consumo di prodotti ritenuti dannosi “per la salute, il cui eccessivo utilizzo può, pertanto, generare un aggravio di spesa pubblica, connesso alla conseguente necessità di assicurare appropriate cure attraverso il SSN”. Secondo la Consulta, quindi, tutto ciò dimostra che, nell’istituire una sugar tax, “il legislatore ha fatto uso ragionevole dei suoi poteri discrezionali in materia tributaria”.

Per quanto riguarda l’accusa di discriminazione tra bevande edulcorate e altri prodotti con zuccheri o dolcificanti, la Corte ritiene infondata l’ipotesi di violazione del principio di eguaglianza tributaria. Secondo la Consulta “la nuova imposta non grava sulle sostanze edulcoranti in sé considerate (e quindi su tutti i prodotti che le contengono, ndr), ma propriamente sulle bevande edulcorate e in funzione della quantità di edulcoranti aggiunti evidentemente calcolata in base alla tipologia di prodotti alimentari (liquidi) interessata.

Il Fatto Alimentare sostiene la sugar tax

Nel 2018, Il Fatto Alimentare ha lanciato una campagna per chiedere al Governo di adottare una sugar tax anche in Italia. La nostra petizione ha raccolto 350 firme di professionisti del mondo della salute e della nutrizione, tra cui Francesco Branca, Direttore del Dipartimento di Nutrizione e Sicurezza Alimentare dell’OMS, Walter Ricciardi, ex presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Giuseppe Remuzzi, Direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, e Marco Lanzetta del Centro nazionale artrosi di Monza. La campagna ha ottenuto anche l’adesione di 10 società scientifiche: Società Italiana Diabetologia (SID),Associazione nazionale dietisti (ANDID), Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), European Childhood Obesity Group (ECOG), Slow Medicine, Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), Associazione Nazionale Specialisti in Scienza dell’Alimentazione (ANSISA), Società Italiana Obesità (SIO), Associazione Medici Diabetologi (AMD) e Società Italiana Medicina Estetica (SIME).

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Roberto
Roberto
2 Aprile 2024 12:43

Ma, se capisco bene, la sugar tax (perchè poi dobbiamo usare gli inglesismi e non chiamarla semplicemente tassa sullo zucchero non lo capisco…) è riferita solo alle bevande?

Se è così, mi sembra limitativo ed inefficace considerando tutti gli zuccheri che possiamo assumere con l’alimentazione solida.

Per principio poi sono contrario ad una tassazione come deterrente perchè discrimina i poveri dai ricchi i quali, questi ultimi, avendo disponibilità finanziarie sono meno penalizzati.
Spero solo che questi eventuali introiti vadano a finire nelle casse degli enti che si occupano di combattere l’obesità per finanziare le loro attività.

rosaria
rosaria
3 Aprile 2024 10:13

Sono d’accordissimo a mettere una tassa sulle bevande zuccherate. In Inghilterra dove è stata introdotta, le aziende hanno ridotto del 40% l’uso dello zucchero o prodotti dolcificanti nelle bevande. È’ compito dello Stato occuparsi della salute dei cittadini con ricadute gravi sulla salute delle persone….. la puntata di Riccardo Iacona sull’ obesità la dice lunga su come siamo messi male anche in Italia,la patria della Dieta Mediterranea.

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