Le birre analcoliche hanno sempre più successo: le troviamo nei bar, nei pub, nelle pizzerie, e sugli scaffali dei supermercati occupano sempre più spazio. Le ragioni di questo consenso sono da cercare soprattutto nella maggior attenzione che molti di noi dedicano alla salute, nelle normative sulla guida, sempre più stringenti sul fronte del tasso alcolemico, ma anche in un apprezzabile fattore moda che sta rendendo sempre più ‘trendy’ bere analcolico.
Nel 2024, il consumo di birra, nel nostro Paese, è stato pari a 36,4 litri pro capite, l’1,89% in meno dell’anno precedente, mentre la versione analcolica, pur rappresentando solo circa il 2,1% del mercato, è cresciuta del +13,4%, consolidando una tendenza in atto da alcuni anni (dati AssoBirra).
Secondo una recente indagine di BVA Doxa per AssoBirra, la birra low alcol (a basso contenuto di alcol) e no alcol (completamente priva) è consumata dal 67% degli amanti della birra e un terzo di questi la sceglie spesso come alternativa alla birra ‘tradizionale’.
La birra analcolica
Per essere definita “analcolica”, secondo la normativa europea, una birra deve avere un contenuto di alcol etilico inferiore allo 0,5%. Secondo la legge italiana, invece, è sufficiente che questo valore rimanga sotto l’1,2%. Per confronto, ricordiamo che le birre più comuni (lager, pils) hanno un tasso alcolico pari al 4,5-5%, le birre speciali possono anche superare il 10% di alcol, e il vino rimane fra 11 e 14 gradi alcolici. Se vogliamo evitare completamente l’alcol dobbiamo leggere le etichette e scegliere birre con alcol 0,0% (vedi foto sotto).
L’alcol contenuto nella birra è frutto della fermentazione operata dai lieviti a partire dagli zuccheri presenti nella miscela di partenza (acqua e malto). La birra analcolica può essere prodotta con diverse modalità: interrompendo la fermentazione, per evitare che si formi l’alcol etilico, oppure andando a rimuovere l’alcol, dopo una fermentazione completa. La seconda via viene effettuata di solito tramite filtrazione attraverso membrane, oppure con distillazione a bassa temperatura, richiede impianti costosi ed è la tecnica utilizzata dai grandi birrifici.
In entrambi i casi, mancando la componente alcolica, le caratteristiche organolettiche sono diverse da quelle delle birre tradizionali, quindi queste bevande sono generalmente meno corpose e hanno un sapore più delicato. Questo accade in particolare quando viene bloccata la fermentazione.
Una terza via, meno utilizzata, è l’impiego di lieviti selezionati che effettuano fermentazioni a basso tasso alcolico, pur mantenendo aromi tipici delle birre. La sfida, per i produttori, è eliminare l’alcol etilico mantenendo corpo, sapore e aromi apprezzabili.
Ingredienti
Gli ingredienti principali sono gli stessi delle birre tradizionali: acqua, malto d’orzo (o di frumento), lieviti e luppolo. A volte nelle versioni analcoliche, per migliorare aroma e sapore, si trovano aggiunte di zucchero, o sciroppo di glucosio, e di aromi. Gli aromi caratteristici delle birre derivano soprattutto dal malto e dal luppolo. Si utilizzano anche aromi naturali ricavati da piante (per esempio scorza d’arancia), mentre quando in etichetta leggiamo semplicemente “aromi” si tratta di sostanze artificiali aggiunte per migliorare le caratteristiche di un prodotto altrimenti poco interessante.

Se sul fronte del gusto la birra analcolica può risultare un po’ ‘annacquata’, dal punto di vista della salute vince sicuramente il confronto con la versione alcolica. L’alcol etilico è un composto tossico per l’organismo: a lungo andare può danneggiare il fegato, inoltre è riconosciuto come cancerogeno, per cui non è possibile indicare un livello di consumo sicuro, ma il consiglio può essere solo di evitarlo (ne abbiamo parlato in questo articolo).
Zero alcol, meno calorie
Ricordiamo inoltre che una birra tradizionale, con il 5% di alcol, fornisce circa 40-45 kcal per 100 ml e questo apporto energetico è dovuto principalmente alla presenza dell’alcol, la versione analcolica infatti si limita a 20-30 kcal per 100 ml. Quindi una lattina da 330 ml di birra analcolica può avere 60-100 kcal, contro le circa 140 della versione tradizionale. Entrambe le tipologie contengono una certa quantità di zuccheri, più abbondanti, di solito, nelle versioni prive di alcol.
La birra analcolica ha un impatto sulla dieta contenuto, quindi può essere bevuta tranquillamente. Le persone astemie, però, le donne in gravidanza o in allattamento, e coloro che vogliono eliminare completamente l’alcol, non si dovrebbero accontentare della definizione merceologica di birra analcolica, ma dovrebbero scegliere birre completamente prive di alcol (0,0%). Ricordiamo che, quando una birra è dichiarata analcolica dal produttore, non è obbligatorio riportare in etichetta l’esatto grado alcolico. Di solito però questa indicazione è presente, proprio perché, rivolgendosi a un pubblico attento alla salute, è un’informazione ritenuta importante.
Una nota particolare deve essere dedicata ai minori: anche se queste bevande sono prive di alcol non è assolutamente opportuno proporle a bambini e ragazzi, perché l’abitudine precoce al sapore della birra favorirebbe il passaggio alla versione alcolica.
I prezzi delle birre analcoliche mediamente sono leggermente più elevati, ma questo non è sempre vero e in generale le due tipologie hanno prezzi simili. Insomma, il mercato delle birre analcoliche è ricco e variegato e ci permette di trovare alternative all’alcol etilico, anche nei momenti di socialità, tradizionalmente accompagnati da una bevanda alcolica.
*Prezzi visti sui siti di vendita delle principali catene di supermercati.
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Giornalista pubblicista, laureata in Scienze biologiche e in Scienze naturali. Dopo la laurea, ha collaborato per alcuni anni con l’Università di Bologna e con il CNR, per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina. Dal 1990 al 2017 si è occupata della stesura di testi parascolastici di argomento chimico-biologico per Alpha Test. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera. Dal 2016 collabora con Il Fatto Alimentare. Da sempre interessata ai temi legati ad ambiente e sostenibilità, da alcuni anni si occupa in particolare di alimentazione: dalle etichette alle filiere produttive, agli aspetti nutrizionali.








C e un piccolo errore nell’ articolo, si parla di burre speciali fino ad 8 gradi, ci sono birre che superano i 10 gradi come alcune birre Belghe, le Barley Wine ecc.
Grazie Enrico, ci è sfuggito. Correggeremo.
Ho assaggiato tutte le birre analcoliche che ho trovato sul mercato italiano e ho constattato che la migliore e Heineken 00, perche ? Ecco perché: il sapore iniziale di tutte le birre analcoliche e lo stesso,si sente che e stata riscaldata per estrarre il alcol,non ad alta temperatura ma comunque riscaldata, forse anche la Heineken 00 ma la diffrenza e che e stato aggiunto un profumo floreale che fa in modo che non si sente il sapore iniziale di una birra analcolica.
Peter
Come in tutte le questioni riguardanti gli alimenti, i “puristi” storcono il naso… no birra e vino senza alcool!!! Eppure tra anni le nuove generazioni crederanno che kiwi ed avocado sono frutti della tradizione italiana, perché se li sono trovati fin dalla nascita…
Le aziende invece guardano alle vendite e colgono le nuove opportunità e richieste del mercato, nel caso dell’alcool certamente esiste il fattore dei problemi per la guida che spinge alla ricerca di prodotti che abbiano lo stesso sapore pur privi di alcool.
L’alcool è una sostanza tossica e praticamente priva di qualità nutrizionali. Faccio notare che l’alcol contenuto in un vino da 2 euro o in uno da 100 è la stessa identica sostanza, sebbene pagata a prezzo del tutto diverso… Naturalmente la presenza o meno di alcool ha influenza sul sapore/profumo, l’alcool è anche un solvente: un prodotto senza alcool può avere un sapore/profumo diverso da uno con. Non è nemmeno detto che risulti meno gradevole della bevanda alcolica! Che poi quale è “il sapore” della birra? Negli ultimi anni si è verificata “la moda” delle birre artigianali dove usano ogni tipologia di prodotti ed aromi… Alla fine, è buono ciò che piace! Io con la pizza gradisco la birra, ma anche l’aranciata e la cola… Ovviamente, a chi utilizza le bevande alcoliche per l’effetto alcolico… questi prodotti non vanno, danno magari il piacere del gusto, ma non l’euforia dello sballo…
Quindi, viva la birra analcolica, forse non è ancora perfetta, ma le aziende ci stanno lavorando. Meglio se c’è, la mia patente non rischia…