New York, USA - November 5, 2019 : Close up of a Woman drinking a tall Starbucks coffee in starbucks coffee shop with carrot cake. ManuPadilla - stock.adobe.com

starbucks bicchiere cannucciaLa catena di caffetterie Starbucks ha annunciato il lancio, in 1.300 locali del Midwest statunitense, di una nuova bevanda all’avena, che va ad affiancare il latte di cocco (aggiunto nel 2015) e quello di mandorle (del 2016), già offerti ai clienti di Stati Uniti e Canada. La bevanda all’avena faceva già parte dei menu europei, dove era stata introdotta nel 2018 per verificarne le potenzialità, ed evidentemente è stato un successo.

La decisione, del resto, è il naturale esito della crescente impopolarità del latte vaccino e dei suoi derivati, dovuta a preoccupazioni (per lo più infondate) per la salute e ad altre, assai più motivate, per l’impatto ambientale degli allevamenti: non è certo un caso se, secondo la Reuters, da quattro anni il calo del consumo di latte vaccino è più che vistoso in tutti gli Stati Uniti, e non pochi tra i grandi produttori di latte e derivati hanno chiuso per fallimento.

La bevanda all’avena è quindi la risposta di Starbucks, anche perché nell’ultimo anno nel paese le vendite sono cresciute di sette volte, raggiungendo i 53 milioni di dollari in un mercato – quello delle bevande vegetali – che complessivamente ne vale 1,8 miliardi, mentre quello del latte vaccino è sceso dai 15 miliardi del 2015 ai 12 attuali (dati Nielsen). Secondo gli analisti di Mintel Projects, inoltre, entro il 2023 il giro d’affari delle bevande vegetali varrà 3,1 miliardi di dollari, solo per il mercato americano.

La bevanda all’avena arriva nelle caffetterie Starbucks a più di vent’anni di distanza dall’introduzione, nel 1997, di quella alla soia come alternativa al latte vaccino per gli allergici e gli intolleranti, e come sempre è la base per nuove proposte commerciali su tutte le possibili variazioni sul tema caffè, cappuccino e simili.

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