Pattumiera aperta in una cucina piena di cibo; concept: spreco alimentare

mensa ristorazioneAbbiamo ricevuto una mail da un lettore che ci sottopone un quesito sullo spreco dei piatti invenduti nei bar situati all’interno dei supermercati Esselunga.

La lettura di un vostro articolo di qualche giorno fa sugli sprechi nelle mense mi induce a fare una segnalazione. I supermercati Esselunga sono partner della catena Bar Atlantic. Questi bar offrono anche un servizio di ristorazione con piatti pronti in vetrina che vengono preparati la mattina stessa. Parlando con un dipendente ho scoperto che alla fine della giornata i piatti invenduti vengono tassativamente buttati. E non sto parlando di piatti velocemente degradabili, ma anche di cibarie che potrebbero essere consumate (ad esempio frutta fresca, piadine e via dicendo) oppure vendute a prezzo ridotto o regalate a qualche mensa della Caritas. Da quanto ho capito, questo comportamento è imposto dalla politica aziendale.

Abbiamo inoltrato la questione all’ufficio stampa Esselunga, che così ha risposto:

I piatti pronti e i prodotti indicati nella lettera sono referenze delicate dal punto di vista della deperibilità (di brevissima durata e altissima rotazione e prodotte in stretta correlazione con le necessità di vendita e quindi con limitate quantità di invenduto) e non sono prodotti pre-confezionati (ossia confezioni sigillate e protette da possibili contaminazioni con l’esterno). Il pericolo che la non corretta gestione di questi prodotti all’esterno del negozio possa andare ad interrompere la catena del freddo o comunque a comprometterne l’igiene con il rischio che diventino quindi alimenti non sicuri per il consumo, non rende per ora accettabile da Esselunga la donazione.

Esselunga, da sempre attiva nel campo etico e attenta a non sprecare gli alimenti, ha infatti collaborato alla stesura della Legislazione nazionale e ha allo studio nuovi progetti per donare altri alimenti, ad esempio il pane.Pur comprendendo le motivazioni che spingono ad una sempre maggiore richiesta di prodotti alimentari e non solo, Esselunga ha valutato con le stesse associazioni le aree di miglioramento per le donazioni degli alimenti più critici. Come da politica aziendale, dal 1995 ha stretto un forte rapporto di collaborazione con il Banco Alimentare che si è poi consolidato nel 2005 con visite condivise presso Parrocchie, Mense, Conventi, Associazioni di Volontariato, Centri disabili, Comunità di recupero, 163 strutture valutate per fare formazione dei volontari, garantire sicurezza nel processo e consapevolezza della filiera.  Per attuare quanto sopra e garantire sia chi consuma il nostro cibo sia il nostro nome, alcuni esperti tecnici eseguono delle visite periodiche alle associazioni caritatevoli e alle parrocchie che accolgono chi ha fame, con l’obiettivo di creare, in accordo con il Banco Alimentare, un sistema centralizzato sempre più efficiente ed etico per incrementare la quantità e la tipologia di cibo donabile.

 

 

 

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Alberto
Alberto
12 Luglio 2018 11:46

Buongiorno,
forse sarebbe il caso, come si fa già all’interno del supermercato per il pesce in scadenza o per il sushi che non può essere venduto il giorno successivo, di mettere in vendita i piatti pronti a prezzo scontato, avendo cura di annunciare gli sconti alla clientela presente nel punto vendita tramite altoparlanti.

Credo che sia sempre meglio vendere il cibo a basso costo, piuttosto che buttarlo via.

anna
anna
24 Luglio 2018 13:30

buongiorno,
in riferimento all’articolo sui piatti di cibo invenduti, si potrebbe organizzare di vendere nella giornata i pasti rimasti a metà prezzo informando la clientela che ad esempio verso le 17,00 le rimanenze dei cibi saranno venduti a metà prezzo.
Ad esempio dove io abito il fornaio alle ore 12,00 mette in vendita tutto il pane, pizzette, crescenta etc a metà prezzo, non ci crederete ma c’è molta gente che ci va, come ad es un discount alle ore 17,00 vende le buste di insalata a metà prezzo.
Io ritengo che anche il cliente, non solo i Banco Alimentare etc dovrebbe essere in condizione di poter usufruire di questo servizio, piuttosto che buttarlo via.

Sara
Sara
24 Luglio 2018 13:51

E invece prepararne di meno?

Massimo
Massimo
25 Luglio 2018 08:21

Nell’economia agricola circolare non si è mai buttato niente. Ciò che non si mangia oggi si utilizza domani. Non è mai morto nessuno e non si è mai ammalato nessuno nemmeno quando non esistevano i frigoriferi. Quello che rimaneva lo si dava agli animali, dal maiale alla gallina e così niente andava sprecato. Oggi stiamo rifocillando e ingrassando i topi, poi non meravigliamoci se in città scorrazzano cinghiali, volpi, rapaci, ecc. E pensare che c’è chi non può permettersi un po di verdura o di frutta ….. figuriamo la carne…

Anna Maria Giulia Fozzi
Anna Maria Giulia Fozzi
25 Luglio 2018 09:55

Ci sono tanti canili che hanno necessità! Il cibo non si butta!

roberto
roberto
25 Luglio 2018 16:41

Che ne dite se 30′ prima della chiusura questi prodotti fossero ceduti gratis o al prezzo simbolico di 1 $ la rimanenza invece di essere rifiuto potrebbe essere considerata come sottoprodotto con destinazione all’alimentazione animale?

Mauro
Mauro
25 Luglio 2018 17:33

Ho provato anche io a chiedere ad un commesso del supermercato Esselunga una cosa analoga.
Al banco, insieme ai prodotti in vendita e ai piatti pronti, ci sono mazzi di insalata messi lì come ornamento.
Quando ho chiesto se potevo avere l’insalata a fine giornata per dare alle mie galline mi hanno risposto che non era possibile perché doveva essere gettata obbligatoriamente nella porzione umida.
E in questo caso non si trattava di deterioramento del prodotto e quindi un potenziale rischio per le persone perché era destinato ad animali da cortile.
Ho trovato la risposta veramente assurda.