Abbiamo presentato all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) una richiesta di censura dello spot televisivo e online di Estathé deteinato Ferrero. La pubblicità mostra bambini di circa 7-8 anni mentre corrono, giocano e consumano la bevanda, che viene proposta come una merenda. Le immagini trasmettono un messaggio gravemente diseducativo, in contrasto con le raccomandazioni pediatriche e con le linee guida nutrizionali. Nello spot una madre offre la bibita al figlio in un contesto spensierato, normalizzando il consumo di una bevanda zuccherata come opzione appropriata per i più piccoli. Un messaggio che rischia di minare l’impegno di famiglie e pediatri nella lotta all’obesità infantile.
Un problema di zuccheri
Il nodo centrale della contestazione è la quantità di zucchero contenuta in una confezione da 250 ml di Estathé, pari a 19,5 grammi, equivalenti a circa 79 kcal. Le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) raccomandano di non superare il 10% dell’energia giornaliera di zuccheri liberi, e di ridurli ulteriormente al 5% come soglia prudenziale per una maggiore tutela della salute. Per un bambino di 7-8 anni con un fabbisogno medio di 1.700 kcal al giorno, vuol dire un tetto massimo di 42-43 g di zuccheri, con una soglia prudenziale di circa 20 g.

Una brick bottle di Estathé da 250 ml copre da sola quasi il 50% dell’assunzione massima raccomandata per gli zuccheri liberi (*) se si considera il limite massimo e quasi il 100% se si considera il valore prudenziale! In pratica, con una sola porzione, un bambino assume zuccheri equivalenti a circa due merendine (un plumcake o un panino al latte farcito contengono in media 8-12 g). Bisogna però considerare che spesso la bibita non sostituisce la merenda, ma si aggiunge a essa.
Il rischio educativo
Lo spot non è soltanto una promozione commerciale ma, soprattutto quando va in onda con una frequenza elevata come accade spesso con le pubblicità Ferrero, si può considerare a tutti gli effetti un potente strumento di formazione culturale. Associare una bevanda zuccherata a momenti di gioia e condivisione in famiglia e con i coetanei rischia di vanificare gli sforzi di educazione alimentare messi in atto da scuole, pediatri e genitori.
Nota
Gli zuccheri liberi comprendono lo zucchero da tavola, il miele e gli sciroppi (acero, agave, datteri, ecc.), tutti gli zuccheri aggiunti dei prodotti confezionati e gli zuccheri naturalmente presenti nei succhi, nei frullati e nelle puree di frutta (in quanto ‘liberati’ dalla loro matrice naturale).
© Riproduzione riservata – Foto: sito e spot Ferrero
giornalista redazione Il Fatto Alimentare



“Le immagini trasmettono un messaggio gravemente diseducativo” oltre che per l’aspetto nutrizionale, anche per quello del rispetto ambientale. La continua circolazione di immagini di cibi imballati in contenitori di plastica altro non fa che incrementarne la diffusione con tutto quello che ne consegue in termini di inquinamento. Senza contare che spesso imballi usa e getta e cibo spazzatura vanno a braccetto.
Ma….son proprio bravi alla Ferrero! Per fortuna c’è Il fatto alimentare come sentinella seria ed autorevole. Grazie.
Siete fantastici e puntuali.
Da sempre abbiamo abolito le bevande zuccherate.
Consumo frutta fresca, frullati ai bambini o te` deteinato fatto in casa con 3 pillole di stevia, limone e fatto freddare in frigo.
Bene, meno zuccheri semplici e industriali nel metabolismo del bambino,meno Plastica ingerita con gli effetti collaterali dei PFAS e PFOA, e Microplastiche,meno sporcizia della plastica per terra e dove giocano, e più salute, un bambino non è business o marketing, ma un piccolo essere che deve crescere sano e forte, con alimentazione senza problemi di patologie come obesità infantile, diabete,e conseguenze di addittivi e stabilizzanti ,conservanti e coloranti che minano la sua salute,mangi sano, resti sano.
Invece e’ tutto il contrario! Dovrebbero vietare le pubblicità con bambini e mamme beote che pur di raggranellare qualche centinaia di euro affidano i figli alle lobby!
Bene sono d’accordo. Tra l’altro ci sono biscotti e merendine che rasentano i 25g di zuccheri con una media che va da 15g/20. Basta fare un semplice giro nei supermercati.
Quando vado al supermervato guardo sempre il contenuto dei carrelli davanti a me. Il piu’ delle volte vedo un mare di schifezze (biscotti, merendine, bibite zuccherate, succhi di frutta, yogurt zuccherati, creme spalmabili piene zeppe di zuccheri e grassi, insaccati a gogò, salsicce, puntine di maiale, formaggi grassi cibi confezionati di ogni genere gia’ pronti per il consumo e, chi piu’ ne ha piu’ ne metta…)
Pertanti mi viene spontaneo chiedermi come non si possa essere affetti non solo da iperglicemia ma da sindrome metabolica a 30 anni se non in eta’ pediatrica…….
Voi fate un ottimo lavoro pur tuttavia non tutti vi leggono
Andrebbe davvero fatta tanta informazione attraverso i media (almeno quanta ne fanno le aziende del settore alimentare (nel caso di specie Ferrero) per informare correttamente, chi vive di cibo spazzatura, per come alimentarsi per salvaguardare la loro salute e quella dei loro cari.
L’educazione alimentare nelle scuole e’ ancora poco diffusa se non assente
Se continuiamo così lasciando al “buon senso” ed alla “preparazione” di certi genitori (i primi da erudite in materia) l’educazione alimentare delle nuove generazioni il sistema sanitario nazionale, siamo rovinati….
La lobby “dolce” si farà in 4 per contestare questo articolo! Mi pare addirittura di aver intravisto uno spot di Eridania o roba simile che magnifica la bontà dello zucchero… tutti d’accordo con le industrie farmaceutiche immagino!