Nel 2021, nel mondo sono stati prodotti circa 400 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica, parte dei quali derivanti dal settore alimentare e, in modo particolare, dal food delivery. Quasi ovunque, soprattutto dopo la pandemia, si è registrato un aumento significativo del cibo pronto consegnato a casa che, per essere conservato adeguatamente, è quasi sempre confezionato con materiali plastici monouso, accompagnati spesso da posate, che vanno ad aumentare la quantità già enorme di plastica che finisce nella spazzatura. In Cina, dove già nel 2019 oltre 540 milioni di persone erano utilizzatori regolari di servizi di consegne a domicilio. Uno dei problemi è che ogni giorno non meno di 50 milioni di set di posate o bacchette (e tovaglioli di carta) non vengono smaltiti adeguatamente. Il governo ha deciso di agire, ponendosi un obiettivo specifico: la riduzione del 30% delle posate monouso usate nel food delivery entro il 2025.
A tale scopo, tre città – Pechino, Shangai e Tianjin – tra il 2019 e il 2020 hanno introdotto una norma che vietava espressamente di includere le posate negli ordini, a meno che non fosse il cliente a chiederlo. Ma Alibaba, con la sua piattaforma per il food delivery Eleme usata da 753 milioni di persone (simile, per dimensioni, a Uber Eats e DoorDash), ha fatto un passo ulteriore, collaborando a un progetto dell’Università di Hong Kong. Ha modificato la sua app di prenotazione, rendendo l’opzione priva di posate quella standard e non viceversa, come era prima, e costringendo quindi il cliente che lo desideri ad aggiungerle in modo attivo. In più, secondo una strategia nota in inglese come green nudge, ovvero spinta gentile verde (teorizzata dal Premio Nobel Richard H. Thaler e da Cass Sustein nel libro Nudge), ha inserito un meccanismo di ricompense, con punti premio. Ogni volta che si decide di non farsi consegnare le posate, infatti, si guadagnano punti verdi che, raggiunta una soglia (piuttosto elevata, pari a circa mille pasti ordinati), si trasformano nella messa a dimora di un albero in una zona desertica della Cina. I ricercatori dell’Università di Hong Kong, poi, hanno analizzato che cosa era successo nelle tre città e, per confronto, in altre sette di controllo in cui l’app non era stata ancora modificata (Qingdao, Xi’an, Guangzhou, Nanjing, Hangzhou, Wuhan e Chengdu), prendendo in considerazione in totale circa 200mila clienti che avevano fatto almeno un ordine tra il 2019 e il 2021.
Come illustrato su Science, il risultato è stato che la quota individuale di ordini senza posate è aumentata in media di 20,1 punti percentuali, con un incremento, del 648% della loro frequenza. Inoltre, il giro di affari di Alibaba non ne ha risentito affatto: un esito cruciale per la riuscita di questo genere di interventi, che i gestori possono essere disponibili a promuovere solo se non ne hanno un danno economico. Secondo gli autori, la strategia del green nudge apporta poi vantaggi ulteriori, molto importanti, dal punto di vista culturale, perché favorisce la presa di coscienza del singolo cliente che, una volta resosi conto dell’inutilità di ordinare posate e tovaglioli che molto spesso non utilizza o ha già in casa e che hanno un impatto rilevante sull’ambiente, modica le abitudini in modo permanente.
Infine, impressionanti i calcoli sulla plastica: se questo tipo di approccio all’ordinazione fosse esteso a tutta la Cina, ogni anno si potrebbero non utilizzare 21,75 miliardi di set di posate, pari a 3,26 milioni di tonnellate di plastica e si potrebbero salvare 5,44 milioni di alberi non tagliati per ricavarne bacchette e tovaglioli monouso. Il consiglio finale non può quindi che essere rivolto a tutte le piattaforme di food delivery, affinché adottino semplici modifiche come quelle proposte in Cina in tutto il mondo. In questo modo darebbero un contributo significativo alla riduzione dei rifiuti in plastica e dell’abbattimento degli alberi e aiuterebbero a rendere i consumatori più consapevoli, senza che gli affari ne risentano in alcun modo.
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Giornalista scientifica
Una bellissima notizia, ringrazio per questa informazione.
Perché questi numeri fanno riflettere sulla crisi ambientale che il pianeta sta vivendo “In Cina … già nel 2019 oltre 540 milioni di persone erano utilizzatori regolari di servizi di consegne a domicilio. Uno dei problemi è che ogni giorno non meno di 50 milioni di set di posate o bacchette (e tovaglioli di carta) non vengono smaltiti adeguatamente”