L’industria delle spezie indiana desta qualche preoccupazione da quando le autorità europee hanno scoperto una serie di punti deboli nelle procedure di sicurezza del Paese al fine di prevenire contaminazioni da aflatossine.
A seguito delle numerose segnalazioni del Rasff (Sistema di allerta rapido europeo), gli esperti del Food Veterinary Office (Fvo) europeo hanno effettuato un viaggio di 10 giorni sul territorio indiano per approfondire la questione. Rispetto alla precedente ispezione del 2004 sono stati fatti molti progressi, ma restano ancora tanti punti deboli.
Le spezie indiane sono uno dei prodotti che, soggetti al Regolamento Europeo CE 669/2009, si trovano sotto osservazione in seguito al riscontro di un’elevata percentuale di prodotti contenente aflatossine (il numero di notifiche Rasff ha subito dal 2010 un balzo del 600%, 98 nell’ultimo anno contro 12 dell’anno precedente). Attualmente circa il 50 per cento delle spedizioni sono sottoposte a ispezione alle frontiere dell’Ue.
La supervisione da parte delle autorità locali di controllo sui coltivatori di spezie non è ancora abbastanza robusta e non garantisce il miglioramento delle pratiche di coltivazione e fabbricazione da parte dei produttori.
Secondo il rapporto del Fvo, esistono servizi di consulenza ad hoc, ma non tutti i coltivatori, e in particolare i produttori su larga scala, li conoscono; perciò sono inconsapevoli dello sforzo che sarebbe necessario per raggiungere un buono standard qualitativo.
In India è stata introdotta una specifica legislazione per gli oltre 3500 esportatori di spezie, ma non sono state specificate regole chiare in merito alle misure igieniche che i produttori devono rispettare e non è nemmeno obbligatorio migliorare il sistema di controllo.
«Il livello di qualità del sistema Haccp nelle società che lavorano le spezie per l’esportazione verso l’Ue è molto basso, dice il rapporto. I produttori di spezie o i commercianti che esportano i loro prodotti non sono soggetti ad alcun controllo dell’igiene degli alimenti e non esiste un organismo ufficiale che garantisca la conformità ai requisiti previsti dell’UE».
Tra l’altro, gli obblighi normativi in materia di controlli di aflatossine coprono solo alcune delle spezie destinate all’esportazione come da regolamento CE 669/2009: spezie diffusissime come la curcuma e lo zenzero non sono normate.
Il problema del dialogo tra autorità indiane e aziende distribuite sul territorio è più grande del previsto se si pensa che, in taluni casi, persino le notifiche del Rassf non sono state trasmesse da parte delle autorità alle imprese coinvolte.
Luca Foltran
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