Spazzolini da denti cinesi: la qualità è disastrosa. I risultati di un test sulle setole arrotondate. Nessuna tutela per i consumatori
Spazzolini da denti cinesi: la qualità è disastrosa. I risultati di un test sulle setole arrotondate. Nessuna tutela per i consumatori
Roberto La Pira 17 Giugno 2013Molte aziende italiane comprano in Cina spazzolini a 20 centesimi l’uno, poi li confezionano con il proprio marchio e li rivendono a 2-4 euro. Purtroppo nella maggior parte dei casi gli articoli importati sono di mediocre se non addirittura di pessima qualità. Non bisogna però generalizzare, c’è una famosa multinazionale del settore che ha trasferito in Cina una parte della produzione, mantenendo però gli standard qualitativi occidentali.
La scarsa qualità degli spazzolini è dovuta all’assenza di normative internazionali obbligatorie. L’unica regola tecnica riguarda lo stiffness (la rigidezza), ovvero la classificazione delle setole in tre tipologie: morbide, medie e dure.
«L’aspetto più importante di uno spazzolino – precisa Laura Strohmenger coordinatrice del Centro di collaborazione dell’Oms di Milano per l’epidemiologia e l’odontoiatria – non è la durezza, ma l’arrotondamento delle punte delle setole che non devono intaccare lo smalto dei denti. Se le setole dopo il taglio non vengono lavorate adeguatamente, in modo da rendere il più possibile uniforme la superficie di contatto con i denti, la possibilità di intaccare lo smalto diventa un’ipotesi realistica». Purtroppo nella maggioranza degli spazzolini cinesi le setole vengono tagliate, perché la procedura di arrotondamento assorbe tempo e incide in modo significativo sui costi.
Un produttore italiano attento alla qualità e stanco di vedere articoli mediocri importati dalla Cina e venduti a prezzi stracciati, ha analizzato al microscopio 9 modelli acquistati in vari supermercati per valutare l’arrotondamento. I risultati sono disastrosi. Un solo modello ha superato la prova a pieni volti, due sono stati giudicati “appena sufficienti”, mentre gli altri hanno ricevuto giudizi negativi (in questo gruppo c’è anche un marchio venduto in farmacia). Persino il grado di arrotondamento di uno spazzolino per gengive sensibili è risultato scarso.
C’è di più, in diversi campioni la prova di strappo dei ciuffi per valutare la validità dell’ancoraggio alla testina, ha avuto esito insufficiente. L’altro elemento curioso è che non esiste una correlazione tra il prezzo e la qualità: ne test in laboratorio ci sono stati spazzolini da 4 euro giudicati negativamente.
Che cosa fare? In una situazione così confusa dove il prezzo non garantisce la qualità, bisogna leggere con attenzione l’etichetta. L’impresa non è banale. Gli spazzolini cinesi riportano in caratteri tipografici minuscoli la scritta Made in RPC, oppure Made in PRC (dove la sigla indica la Repubblica Popolare Cinese). Meno spesso si trova la frase Made in China. Chi vuole comprare uno spazzolino di qualità deve cercare sulla confezione una scritta o un’immagine che indica l’avvenuto arrotondamento delle setole e magari il rispetto delle norme BSI del 1979*.
«La qualità di uno spazzolino – conclude Laura Strohmenger – dipende da tanti fattori. Un ruolo importante è quello delle setole, ma bisogna anche considerare la qualità dei materiali plastici utilizzati visto che finiscono direttamente in bocca, l’ergonomia e il rispetto degli standard internazionali che però sono facoltativi».
* Le norme inglesi BSI del 1979 sono volontarie e comunque risultano blande, visto che autorizzano i produttori a dichiarare in etichetta la presenza di setole arrotondate quando il numero supera il 50%. Seguendo questo criterio sono promossi anche i modelli che hanno il 49% di setole irregolari e non è certo confortante.
Roberto La Pira
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
si va bene le notizie…però MAI una volta che si scrivano le marche incirminate…bella informazione per i consumatori!
Gentile Wilma , il nostro sito in genere pubblica i nomi di prodotti e delle aziende. Ma a volte non ci sono i nomi ma le notizie sono interessanti per questo le pubblichiamo .
Non ci sono i nomi? Secondo me non volete citarli o non avete fonti attendibili. Mi chiedo come sia possibile non citare nemmeno il nome del produttore che ha fatto eseguire le analisi. Siete restati sul vago dicendo “un produttore italiano”. Visito spesso questo sito e lo trovo di immensa utilità, però un articolo come questo potrebbe essere tranquillamente inventato (non cita nomi, prodotti, marche, risultati specifici dei test). Spero che provvediate ad aggiungere informazioni piu approfondite e quindi utili ai lettori. Buon lavoro
Non è nostra abitudine inventare le notizie. Il documento e le analisi esistono ma essendo state realizzate da un privato, citare nomi e marchi potrebbe risultare un’iniziativa di concorrenza sleale.
Circa i consigli per gli acquisti mi vien da pensare che nel momento in cui un produttore realizza gli spazzolini con bassa qualità e li vende poi con un prezzo elevato (rispeto alla qualità reale), anche in farmacia, possa benissimo scrivere in etichetta “setole arrotondate”.
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Come scrivete voi, non c’è tutela per il consumatore e non sarebbe la prima volta che si scrive una cosa in etichetta e se ne vende un’altra.
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Forse l’unico parametro resta quello di eliminare a priori tutti i prodotti che fanno riferimento alla Cina.
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Ai lettori che criticano l’assenza dei nomi delle aziende, da blogger, vi dico che dovreste evitare di lanciare accuse superficiali ed avere più rispetto di chi si sbatte per fare l’informazione vera, quella che i giornali non fanno, se non a mezzo di un ripetitivo Copia & Incolla, con inesattezze che si trascinano, facendo solo disinformazione.
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Io nel mio piccolo ho già ricevuto numerose diffide legali per avere raccontato e/o ripubblicato verità assolute e provate. Si fa fatica a fare una buona Informazione.
Oggi mia madre, dopo che le avevo spiegato i contenuti dell’articolo mi ha fatto vedere le testine (usa e getta) che utilizza per il suo spazzolino e sono marcate Made in Italy.
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Non vi è però nessuna dicitura circa il fatto che le setole siano arrotondate e/o che faccia riferimento alla normativa BSI.
Per la stampa delle etichette la legge è molto chiara. E’ un reato penale indicare dati discordanti rispetto a quanto prodotto o importato. Se qualche azienda segue infrange la legge se ne assume le responsabilità. Ha scritto bene l’autore dell’articolo che non si può incriminare ogni articolo fabbricato in Cina. E’ un paese molto grande che offre articoli di tutte le qualità. I desideratissimi I-phone sono prodotti in Cina, ma rimangono oggetti di qualità. Anche i grandi marchi mondiali di articoli sportivi e pelletteria producono in Cina e vendono a prezzi molto superiori rispetto a ottimi prodotti italiani, magari realizzati in vera pelle. Questa è la globalizzazione nel bene e nel meno bene. Dovremmo però farci delle domande sulle ragioni per le quali sia così difficile produrre oggi in Italia, o in Europa, o negli USA. Questo è solo un breve commento, perché il problema è vastissimo e va a toccare non solo i beni che consumiamo quotidianamente, ma il nostro stesso stile di vita. Grazie per il vostro lavoro.
Ugo , sono assolutamente d’accordo sul fatto che in Cina si producono articoli eccellenti e di top gamma e anche articoli pessimi. In questo caso la scelta dipende dalle aziende occidentali e non certo dai cinesi. I migliori giocattoli italiani sono fatti in Cina come pure i peggiori gadget.
Già. Io reputo molto più nociva l’attività dei “nostri” che celano dietro i propri marchi (forti di un pubblico consolidato) dei prodotti scadenti, al fine di realizzare i massimi profitti.
Le aziende italiane che si servono in Cina valutano sicuramente i propri fornitori e sanno quello che passano a comprare per rivenderlo qui da noi. Le aziende cinesi, d’altro canto, producono quello che viene loro richiesto.
Capisco che voi fate inchiesta e non pubblicità gratuita, ma un articolo di questo genere dovrebbe dire qual’è la marca “virtuosa” che noi consumatori si possa comprare con tranquillità.
In caso contrario non ci trovo un gran utile a sapere che gli scaffali sono pieni di spazzolini scadenti.
Grazie
Gli elementi per acquistare bene li abbiamo dati.
Si, certo: portarsi appresso una lente di ingrandimento e guardare se le setole sono arrotondate.
Ma non potete dirmi QUALI sono le aziende oneste ?????
Ho acquistao una confezione con 4 spazzolini Mentadent e sorpresa! Ho letto tutto ciò che è scritto sulla confezione, ma non risulta alcun “made”. Sono fuorilegge? Dove saranno stati costruti? Che fare?
gent. dr la pira
l’articolo e’ interessante ma non aver inserito le fonti lascia molti dubbi e incertezze: non metto in dubbio che non si inventi nulla ma questo dev’essere comprovato con documenti consultabili dai lettori. Forse non sono aggiornato ma segnalare le fonti non crea una concorrenza sleale; forse questo e’ un problema di chi ha fatto l’analisi; forse bastava chiedere alle marche coinvolte nelle valutazioni il loro parere.
Altrimenti diventa puro allarmismo che lascia disorientati i lettori (basta leggere i commenti per percepirne lo smarrimento).
Con stima
Gentile Riccardo, la capisco ma posso dire che in Italia ci sono produttori seri che arrotondano le setole. Questa indicazione si trova o tra le diciture proposte sull’etichetta dello spazzolino, ci sono anche aziende che utilizzano dei disegni dove si vedono chiaramente le setole arrotondate.