Lo scorso dicembre è stato siglato un Accordo di collaborazione con il ministero della Salute, che prevede l’assegnazione di 415 mila euro a nove Regioni italiane, a sostegno di iniziative finalizzate ad arginare il problema dell’eccesso di peso tra i cittadini. Tra queste spicca l’Emilia-Romagna in cui, secondo quanto emerge dai dati raccolti nell’ambito del programma “Passi”, i numeri di sovrappeso e obesità sono rimasti sostanzialmente stabili dal 2018 al 2021, con il 42% degli adulti tra i 18-69 anni che presentano eccesso di peso. In particolare il 31% (900 mila persone) è in sovrappeso e l’11% (331 mila) è obeso e il picco d’incidenza si registra negli individui di sesso maschile tra i 50 e i 69 anni, soprattutto se dotati di basso titolo di studio, in difficoltà economica e di cittadinanza straniera.
Per far fronte a questi numeri e migliorare la situazione, da alcuni anni la Regione ha attivato, nell’ambito delle diverse unità operative dislocate sul territorio, programmi specifici, integrati e multifunzionali di cura e prevenzione dell’eccesso di peso a partire dall’infanzia, tra cui BMInforma – Bimbi molto in forma, avviato nel 2013 e, nel 2019, riconosciuto come “buona pratica europea” dall’Oms, che lo ha inserito negli interventi sanitari dedicati ai minori in eccesso di peso.

Grazie ai nuovi finanziamenti statali, l’Emilia-Romagna riconferma il proprio impegno nel contrasto a sovrappeso e obesità, prevenendo e rallentando la progressione di queste patologie (soprattutto tra le fasce più fragili della popolazione) con il progetto Applicazione di percorsi preventivi diagnostico-terapeutico-assistenziali (PPDTA), in cui mette a disposizione delle altre otto Regioni aderenti (Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio, Toscana, Campania, Puglia, Sicilia), l’esperienza maturata da anni nell’ambito della prevenzione dell’obesità infantile.

Serve un approccio multidisciplinare che parta da un’attività di sensibilizzazione e di promozione di scelte alimentari corrette

Come spiega Marina Fridel, coordinatrice regionale del nuovo progetto, «anche in questo caso si tratta di un modello basato sulle azioni contenute nei Piani regionali della prevenzione (PRP) 2015-2018, che prevede un approccio multidisciplinare che prende le mosse da un’attività di sensibilizzazione e di promozione di scelte alimentari corrette (in primis quelle basate sulla dieta mediterranea) e di stili di vita sani in tutte le fasce d’età, ma che mira soprattutto alla precoce presa in carico dei soggetti in sovrappeso/obesi, ma anche di quelli a rischio o ancora allo stadio iniziale, e alla loro gestione tempestiva attraverso interventi mirati, efficaci e sostenibili, perché strutturati all’interno della rete sanitaria già esistente». Si tratta di un percorso strutturato su 3 livelli d’intervento, che prevede il coinvolgimento di diverse figure: dai Pediatri di libera scelta (I livello), al personale ospedaliero (III livello), passando per un team multidisciplinare (II livello) composto da medici dello sport, dietisti e psicologi, con il compito di realizzare un intervento per il miglioramento dello stile di vita e per la riduzione dell’eccesso ponderale in tutte le fasi della vita, modificando le abitudini alimentari e motorie del paziente e di tutto il nucleo famigliare.

Poiché infatti, come ha dimostrato l’indagine OKkio alla Salute del 2019, l’eccesso di peso nei bambini è strettamente correlato allo stato ponderale dei genitori, al loro status socio‐economico e alla loro scolarità, non mancano interventi coordinati e continuativi sulle donne in gravidanza, sulle famiglie e sugli altri contesti di crescita del bambino e dell’adolescente che possono determinare un “ambiente obesogenico”.
Come spiega Stefania Raimondi, medico dello Sport dell’UO ISP di Rimini e referente aziendale del percorso di prevenzione e trattamento dell’obesità infantile Bimbinforma, «si lavora in maniera integrata per sostenere la motivazione al cambiamento del paziente e dell’intero nucleo familiare. Allo stesso tempo si indaga la presenza di disagio psico-sociale, in grado di influenzare fortemente l’esito del trattamento per poi attivare interventi mirati, efficaci e sostenibili lavorando in rete con tutti i Servizi presenti in Ausl e anche con le associazioni presenti sul territorio». Il tutto allo scopo di rispondere ai differenti bisogni del paziente in sovrappeso od obeso e sostenere la loro motivazione al cambiamento verso uno stile di vita sano a 360 gradi.
In Emilia-Romagna questo modello operativo ha già fatto registrare i suoi frutti: secondo una ricerca su un campione di 380 bambini presi in carico da parte dei team multidisciplinari di II livello delle Aziende sanitarie della Regione, dal 2013 al 2020 il 79% dei bambini obesi  (circa ⅓ del totale nella fascia d’età tra gli 8-9 anni) ha presentato un miglioramento significativo dell’Indice della massa corporea (Bmi) ma anche una variazione positiva di abitudini e stili di vita: più attività fisica, riduzione del numero di ore davanti agli schermi, riduzione del consumo di bevande zuccherate e aumento del consumo di frutta e verdura.

mensa scolastica bambina studente mela frutta sovrappeso
Contro sovrappeso e obesità occorre coinvolgere tutti i membri della comunità in grado di svolgere un ruolo strategico in termini di educazione agli stili di vita più salutari

«Inoltre – sottolinea Fridel – dalle prime valutazioni, la strategia emiliano-romagnola sembra adattabile a tutte le realtà territoriali italiane (dove si inserisce efficacemente nella rete sanitaria già esistente) ma anche esportabile nel resto del mondo, per rispondere a un problema, come quello dell’obesità infantile, che oggi ha raggiunto proporzioni allarmanti, attraverso il coinvolgimento attivo di tutti i membri della comunità in grado di svolgere un ruolo strategico in termini di educazione agli stili di vita più salutari».

In più, sempre dall’Emilia-Romagna, deriva uno strumento ulteriore per la prevenzione dell’eccesso di peso e la promozione di stili di vita salutari: si tratta dell’app gratuita BeBa – Benessere Bambini – presentata nel maggio 2021 e frutto di 3 anni di collaborazione tra Università di Bologna (per la parte metodologica), Lepida (per la parte informatica) e una Consulta di oltre 20 tra istituzioni ed enti (tra cui l’Istituzione scuole e nidi d’infanzia), nonché di molti pediatri di famiglia (per la parte dei contenuti).
Vincitrice del bando europeo Horizon 2020, nell’ambito del progetto CoSIE (Cocreation of Service Innovation in Europe) finanziato dalla Commissione europea, l’app BeBa si propone come strumento di information technology e health promotion, di facile consultazione, per guidare genitori e nonni nelle diverse fasi della crescita dei piccoli, con i consigli degli specialisti, mirati a seconda dell’età dei bambini, ricettari per promuovere una sana alimentazione e mappe per orientarsi tra le varie opportunità per praticare attività fisica e proposte per sport e giochi da dare in compagnia nel territorio. Ma non mancano neppure guide di primo soccorso e suggerimenti per promuovere la lettura e l’ascolto di musica (in collaborazione con Nati per leggere e Nati per la musica).

Insomma l’Emilia-Romagna è attualmente il perno di un progetto culturale, sociale e sanitario che sta dando i propri frutti in termini di prevenzione e gestione dell’obesità fin dall’infanzia. Il nuovo accordo siglato con il Ministero della Salute, con relativa assegnazione di fondi, risulterà fondamentale per proseguire e ampliare tale esperienza, con un sempre maggiore coinvolgimento degli enti regionali (sanitari e non) e un crescente supporto della tecnologia, intesa come mezzo di comunicazione per raggiungere e istruire quelle fasce di popolazione più svantaggiate da un punto di vista culturale, con messaggi mirati alla promozione della salute.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos, AdobeStock

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