Anche i pesci dovrebbero essere trattati tenendo sempre presente che provano emozioni, dolore e che hanno diritto al rispetto delle loro esigenze e necessità. Questo pensa la stragrande maggioranza dei cittadini europei, che ha esteso la sensibilità verso le sofferenze degli animali anche alle creature marine, come certifica un sondaggio condotto da Sapience per Compassion in World Farming ed Eurogroup for Animals. La rilevazione è stata fatta in 12 Paesi, nove dei quali europei (Italia, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Grecia, Polonia, Spagna, Svezia e Paesi Bassi), su 12mila persone.
I risultati del sondaggio
Dalle risposte, emerge un aspetto forse inedito degli italiani, in particolare: sono più esigenti e consapevoli rispetto ai cittadini di altri Paesi europei. In Italia, infatti, il 94% degli intervistati pensa che il benessere dei pesci debba essere tutelato nella stessa misura o in misura maggiore rispetto agli altri animali allevati a scopo alimentare, mentre la media europea è il 91%, una percentuale comunque altissima, e significativa di un vero e proprio cambiamento culturale.
Dalle risposte emerge inoltre che c’è comunque ancora molto da fare per far conoscere ai cittadini europei le condizioni di allevamento dei pesci. Quasi un intervistato su due (il 47% del totale) ne sa molto poco delle pratiche di acquacoltura (la media europea è del 48%). Per esempio, il 63% non sa che la percentuale di pesci che muore negli allevamenti è molto più alta di quella che muore negli allevamenti terrestri.
La consapevolezza sta però aumentando: oggi più di sette italiani su dici (il 73%) e una percentuale di poco inferiore di europei (il 71%) si dice d’accordo sul fatto che i pesci possono provare dolore. Tuttavia, quando si scende più nel dettaglio, le idee sono più confuse. Per esempio, il 66% degli italiani non sa che la maggior parte dei pesci allevati non viene stordita prima della macellazione, mentre il 75% ritiene che lo stordimento dovrebbe essere obbligatorio per legge.
Anche i pesci sono animali intelligenti
Al tempo stesso, più della metà degli intervistati pensa che i pesci siano intelligenti (il 61%, contro una media europea del 51%) e possano provare emozioni positive (lo pensa il 54% degli italiani, contro una media europea del 45%). C’è comunque la speranza che si vada verso un miglioramento. Il 69% degli italiani ritiene che si dovrebbe vietare l’allevamento di nuove specie carnivore (rispetto a una media europea del 58%).
Infine, solo il 14% ritiene che si dovrebbe continuare a permettere di vendere pesci vivi, contro una media europea del 19%. Tutto ciò dovrebbe essere sostenuto con fondi pubblici: per il 91% degli italiani il denaro pubblico dovrebbe sostenere solo gli allevamenti che garantiscono elevati standard di benessere.
Lo stesso tipo di sensibilità si ritrova poi nel momento dell’acquisto: la quasi totalità degli intervistati (94%) dichiara che vorrebbe comprare pesce allevato in condizioni di maggior benessere, mentre quasi tre quarti (il 73%) vorrebbero che i prodotti ittici avessero una chiara etichettatura specifica. In ogni caso, già oggi in Italia c’è la percentuale più alta di persone i cui acquisti sono influenzati dal benessere dei pesci: il 72% del totale, contro una media del 61%.
Un miliardo di pesci allevati ogni anno in UE
In Europa ogni anno si allevano circa un miliardo di pesci ma, nonostante questi numeri, non esiste una legislazione dedicata, e questo lascia spazio a pratiche non etiche, a causa delle quali i pesci si ammalano, vivono in condizioni di sovraffollamento, esposti ai patogeni, allo stress, all’aggressività reciproca, e sono spesso uccisi con pratiche dolorose, che non tengono in alcun conto la loro sofferenza, talvolta eviscerati da vivi, o lasciati morire per asfissia.
Per tutti questi motivi, le due associazioni hanno inviato una lettera aperta affinché i nuovi commissari europei ai settori Agricoltura e alimentazione, Salute e benessere animale e Pesca e oceani, portino a compimenti tutti i regolamenti relativi al benessere dei pesci allevati e degli altri animali marini, e stabiliscano i divieti indispensabili a garantire pratiche meno crudeli.
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Giornalista scientifica
Personalmente preferisco evitare di acquistare pesce allevato, per via dei problemi ambientali causati dagli allevamenti stessi, dai possibili frequenti trattamenti medicali effettuati e dal basso livello di benessere in generale degli animali.
Purtroppo il costo del pesce allevato è la metà di quello pescato e pochi se lo possono permettere.
Servirebbe più etica su tutti i tipi di allevamento, terrestri e marini.
Bisognerà arrivare a non mangiarne più, perché oltre alla sofferenza c’è anche l’inquinamento da metalli pesanti e micro plastiche! Cosa si mangia?!
Sondaggio fatto per sapere quanti pensano che i pesci siano intelligenti?!?
E chiederlo a degli scienziati? Chessò, a degli etologi?
E definire il concetto di intelligenza, anche.
Un conto è un’opinione a sentimento, un conto un parere scientifico.
Non so quanti di quelli che hanno risposto hanno idea di come sia fatto il cervello dei pesci ossei.
Tra l’altro, quello dei pesci cartilaginei è ancora più primitivo.
Ha letto anche l’articolo sul intelligenza dei polpi ?!