Gli europei, e nello specifico i cittadini britannici, non hanno necessariamente una cattiva alimentazione, per quanto riguarda i pasti principali. Ma anche quando fanno molta attenzione a ciò che mettono nel piatto a pranzo e a cena, spesso rischiano di annullare i benefici ottenuti scegliendo più volte al giorno snack poco sani, i cui danni che contrastano gli effetti positivi di una dieta appropriata.
Gli effetti degli snack sulla salute sono stati dimostrati in uno studio effettuato dai ricercatori del King’s College di Londra, che hanno preso in esame le abitudini alimentari di oltre 850 persone, le quali hanno compilato un diario alimentare per 2-4 giorni. Gli scienziati hanno anche controllato i principali parametri antropometrici dei partecipanti e quelli relativi al rischio cardiovascolare. Ne è emerso un quadro alquanto composito, illustrato sullo European Journal of Nutrition, in cui però il ruolo delle merendine, delle barrette, dei salatini è molto chiaro e non è positivo.
Innanzitutto, si vede quanto l’abitudine agli snack sia ormai entrata a far parte della vita di quasi tutti, visto che il 95% dei partecipanti ne mangia almeno uno durante la giornata: si stima che un quarto delle calorie giornaliere provenga da questo tipo di fonte; in media, nel campione esaminato, i partecipanti mangiavano 2,28 snack al giorno, con il 47% delle persone che ne consumavano due al giorno e il 29% più di due. Quanto al tipo, si spaziava dai cibi più sani come la frutta o i frutti a guscio, a quelli peggiori come le patatine, le merendine, le barrette.
Ma ciò che ha sorpreso maggiormente è quanto si è visto in circa metà del campione, e cioè una assoluta discrasia tra gli alimenti di qualità scelti per il pranzo e quelli pessimi scelti per le pause. In queste persone, si sono visti peggioramenti nei parametri metabolici e nel peso, rispetto a chi faceva scelte migliori per le pause e nessuna azione positiva sulla fame, come se l’effetto degli snack di cattiva qualità avesse conseguenze di gran lunga superiori a quelle dei pasti sani.
Per quanto riguarda gli snack più amati, in cima alla classifica si sono piazzati i biscotti, seguiti da frutta, frutti a guscio, formaggi, torte e dalle barrette di creali. Dal punto di vista delle calorie, invece, le categorie di alimenti che contribuiscono di più sono risultate essere le torte, che rappresentavano il 14% del totale, i cereali da colazione (13%), i gelati e i semifreddi (12%), i pasticcini e le ciambelle (12%), le caramelle (11%) i biscotti e i brownie (11%), la frutta secca e i semi (11%). Infine, conta anche il momento della giornata in cui si mangia uno snack: per coloro che lo facevano dopo le 21, gli effetti metabolici sono stati peggiori rispetto a chi preferiva altri momenti della giornata.
Da notare che, contrariamente a quanto si pensa, di per sé interrompere le pause tra un pasto principale e il successivo non è negativo, anzi: dati citati dagli autori dimostrano che chi lo fa con alimenti quali la frutta fresca o a guscio, di solito ha peso, indici metabolici e cardiovascolari migliori rispetto a chi non lo fa mai o a chi lo fa con alimenti di cattiva qualità. Tuttavia, quando si opta per un alimento ultra-trasformato, le conseguenze sono evidenti. E ciò significa anche che per avere un effetto positivo sul peso e sulla salute in generale, intervenire su quest’abitudine, probabilmente sottovalutata quanto a importanza, potrebbe essere uno strumento decisamente efficace, a costo zero e più soft rispetto a intraprendere una vera dieta.
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Giornalista scientifica
non ho letto l’articolo originale, ma una grossa perplessità sorge spontanea: la vostra sitesi parla di un’indagine durata appena 2-4 giorni, tempo assolutamente insufficiente per valutare in modo affidabile le variazioni dei parametri metabolici.
Credo sarebbe opportuno soppesare meglio l’affidabilità e credibilità di quanto pubblicato in giro per il mondo.
sarebbe bello sapere cosa deve avere uno snack per essere sano o quasi sano !