È dalle ultime settimane di ottobre che in Italia si susseguono i richiami di prodotti alimentari causati dalla presenza di semi di sesamo provenienti dall’India che contengono livelli di ossido di etilene oltre i limiti previsti dalla legge. Oltre a numerose confezioni di sesamo, sono già stati ritirati dal mercato dozzine lotti di prodotti che lo indicano nella lista degli ingredienti: mix con semi e cereali, legumi, frutta secca ed essiccata, prodotti da forno dolci e salati, piatti pronti e snack, sia convenzionali che biologici. I richiami, oltre all’Italia, riguardano tutta l’Europa.
Secondo la Commissione europea, come riporta il magazine dei consumatori francesi 60 Millions de consommateurs, sono già stati interessati più di 30 lotti di sesamo, pari a oltre 268 tonnellate di semi di origine indiana forniti da diversi esportatori, alcuni dei quali con livelli di ossido di etilene fino a 186 mg/kg. Si tratta di un valore 3.500 volte più elevato del limite di 0,05 mg/kg stabilito per questo prodotto.
Per fare chiarezza sul caso del sesamo contaminato, l’Agenzia federale belga per la sicurezza della catena alimentare (Afsca) ha pubblicato delle domande e risposte sulla vicenda, sui rischi per la salute dei consumatori e sulle contromisure messe in atto dall’Unione europea, che vi proponiamo.
Perché alcuni prodotti a base di semi di sesamo sono stati richiamati?
Alla fine di agosto in Belgio è scattata l’allerta per una contaminazione da ossido di etilene (un prodotto fitofarmaceutico) presente nei semi di sesamo provenienti dall’India. Questi semi e alcuni prodotti alimentari che li contengono non sono conformi alle norme europee: esiste un rischio potenziale per la salute dei consumatori. È per questo che, nel corso dei mesi seguenti, molti prodotti sono stati ritirati dal mercato o richiamati.
Che cos’è l’ossido di etilene?
L’ossido di etilene è un gas disinfettante utilizzato per evitare la formazione di muffe. L’uso è vietato in Europa, ma non in India. A lungo termine e ad alti dosaggi, l’ossido di etilene può essere cancerogeno, mentre in quantità minori non c’è alcun pericolo.
Se si consumano semi di sesamo o prodotti contaminato, c’è qualche rischio?
L’Afsca ha effettuato una valutazione generale del rischio per capire se i consumatori corrono rischi consumando questi semi di sesamo. Gli esperti hanno concluso che esiste un rischio cronico potenziale. Ciò significa che se un consumatore dovesse mangiare semi contaminati tutti i giorni della sua vita in grandi quantità, allora ci sarebbe un rischio per la sua salute. Nel quadro di questa problematica, le autorità effettuano una valutazione del rischio per ciascun prodotto sul mercato concentrandosi su tre aspetti: i dati tossicologici sull’ossido di etilene, gli alimenti in cui è presente il sesamo e in quale percentuale.
Perché i prodotti non sono richiamati tutti in una volta sola?
Sono coinvolti molti lotti provenienti da differenti fornitori indiani. I semi di sesamo in questione sono usati generalmente in piccole quantità ma in numerosi prodotti, e ciò spiega l’elevato numero di richiami. Per ciascun lotto non conforme deve essere ricostruita la tracciabilità e per ogni prodotto finito deve essere effettuata una valutazione del rischio. Questi elementi spiegano perché i richiami non sono pubblicati tutti in una volta.
Sono coinvolti altri Paesi?
Diverse autorità europee e stati membri utilizzano il sistema di allerta rapida Rasff per informare gli altri Paesi sui prodotti non conformi presenti sul mercato. Attraverso questo sistema, il Belgio ha informato gli altri stati membri della problematica e altri Paesi hanno confermato l’importazione di semi non conformi. Attualmente i Paesi europei coinvolti sono 25.
Quali misure sono state prese per evitare che i prodotti non conformi siano presenti sul mercato?
L’Europa ha preso delle contromisure affinché solo i semi di sesamo che rispondono agli standard europei siano messi sul mercato. La Commissione europea ha fissato delle nuove condizioni di importazione del sesamo proveniente dall’India: dal 26 ottobre, ogni lotto di semi di origine indiana importato in Europa deve essere accompagnato da un certificato ufficiale che attesti la conformità alle norme europee. Oltre a questo certificato, tutti gli stati membri si sono accordati per aumentare la frequenza dei controlli alla frontiera (sarà ispezionato il 50% dei lotti di sesamo che entrano in Europa).
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Buongiorno vorrei sapere se quest’allerta vale anche per il gomasio prodotto a base di semi di sesamo e sale
Grazie
Valeria Gili
Le allerta valgono solo per i prodotti indicati
Buon giorno, da anni usiamo sovente il thain ” LUXOR”importato dall’ India che acquistiamo all’ ESSELUNGA di Milano, sapreste dieci qualche cosa in merito
Grazie e cordiali saluti . Pierluigi & C.
Gentilissimo,
tutti i richiami di cui veniamo a conoscenza li pubblichiamo qui immediatamente. Per adesso nessuna crema tahina è stata ritirata, ma i richiami sono numerosi e si susseguono velocemente.
Buongiorno è possibile avere una lista di tutti i semi di sesamo richiamati fino ad oggi? Oppure confrontando una confezione è possibile sapere se rientra in tale lista? Grazie
Sul sito abbiamo pubblicato tutti i richiami e i ritiri