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Più tempo davanti allo schermo e più si ingrassa: due studi per confermare questa correlazione

Più tempo si passa davanti a uno schermo (computer, telefono, tablet e, soprattutto televisione) maggiore sarà il peso corporeo e minore il benessere psicologico. L’equazione non è nuova, ma è sempre stata suggerita nell’ambito di studi che non sono mai risultati del tutto convincenti. Ora però JAMA Pediatrics pubblica due articoli sullo stesso numero: hanno alcune analogie e molte differenze e che sembrano aggiungere ulteriori prove, anche se rimangno diversi elementi che ancora oggi si prestano a interpretazioni differenti.

 

Nel primo studio un team internazionale di ricercatori coordinato dagli esperti del Centre for Physical Activity and Nutrition Research della Deakin University di Melbourne, Australia, ha verificato le abitudini di 3.600 bambini di tutta Europa (18 i paesi coinvolti) di età compresa tra i due e i sei anni, che partecipavano a un grande studio della durata di 3 anni – chiamato IDEFICS – sulla salute infantile. Gli scienziati hanno visto che più aumenta il tempo passato davanti a uno schermo – soprattutto televisivo – più diminuisce il benessere psichico dei bambini e, in parallelo, aumentano le probabilità di essere vittima di problemi emotivi e familiari. Nei casi peggiori il rischio raddoppia. Naturalmente – hanno subito commentato gli autori – non si può definire un nesso di causa-effetto: è possibile infatti che i bambini che soffrono maggiormente per una situazione familiare o personale non serena siano più portati a trascorrere il tempo davanti al televisore o a un videogame. Tuttavia, anche considerando che non è la prima volta che si manifesta l’associazione, gli indizi sono abbastanza convincenti e meritano ulteriori approfondimenti.

 

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La tv è dannosa anche per la pubblicità di junk food continua

Nel secondo studio i ricercatori della School of Psychological Science della Oregon State University di Corvallis hanno invece concentrato la loro attenzione su 213 bambini americani di 5, 7 e 9 anni, e sui loro genitori. In media, sono risultati in sovrappeso il 22% dei bambini, e obesi il 19% di loro, e ciò che è emerso è che i bambini sono tanto più in forma quanto più le loro madri – ma non i padri – controllano e limitano il tempo concesso al video.  Inoltre gli autori hanno visto che il controllo materno sembra essere molto efficace se l’oggetto è la limitazione delle ore trascorse davanti a uno schermo finalizzata alla gestione del peso del figlio. Non si può dire la stessa cosa, per esempio – sottolineano gli autori – quando il controllo è finalizzato alla prevenzione dell’uso di droghe o della violenza.

 

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È difficile stabile un nesso causa-effetto: bambini più dediti a tv e pc potrebbero farlo per isolarsi in contesti familiari problematici

Per questo sarebbe utile approfondire anche questo aspetto, comprendere meglio perché la sorveglianza materna funziona così bene in questo ambito e non in altri, e in che modo può essere potenziata e sostenuta. Ciò, tra l’altro, rimanda ad altre questioni connesse come, per esempio, la pubblicità di junk food rivolta ai bambini in TV, sulla quale i genitori possono e devono far sentire la loro voce. Inoltre interroga sul ruolo che tali sistemi di marketing hanno sull’aumento del peso, sulla spinta a mangiare e bere di più e peggio e sulla risposta adeguata che i bambini devono imparare a dare di fronte allo stimolo della fame.

 

 

 

Agnese Codignola

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