Una grande inchiesta sull’industria scozzese del salmone rivela sofferenze diffuse dei pesci, violazioni della legislazione sul benessere degli animali e tassi di mortalità scioccanti. L’indagine realizzata sotto copertura e il relativo report intitolato “Gabbie subacquee, parassiti e pesci morti: perché è necessaria una moratoria sull’espansione dell’allevamento dei salmoni in Scozia”, è stata diffusa da una rete globale di Ong in 30 paesi e guidata dall’organizzazione per il benessere degli animali d’allevamento Compassion in World Farming. Il report evidenzia la triste realtà di molti pesci allevati in gabbie collocate in mare per produrre il famoso salmone scozzese. In Italia l’investigazione è stata rilasciata da Animal Equality, Animalisti Italiani, Animal Law, Ciwf Italia Onlus, Enpa, Essere Animali, Jane Goodall Institute Italia, Marevivo e Sea Shepherd Italia.
L’inchiesta è stata condotta in 22 aziende, con filmati raccolti in diverse realtà scozzesi tra settembre e novembre 2020. Dopo aver esaminato i filmati si è notato che una parte considerevole dei pesci vive in uno stato di scarso benessere. Sono stati rilevati danni da pidocchi, alghe che crescevano nelle ferite aperte dei pesci, danni alle branchie, danni alle pinne, teste bianche, abrasioni e lesioni e danni alla bocca. Ad alcuni pesci mancavano pezzi di carne. Compassion ha prontamente segnalato queste scoperte all’Animal and Plant Health Agency, ritenendo che le criticità si possono considerare una violazione dell’Animal Health and Welfare (Scotland) Act 2006. In due allevamenti è stata riscontrata la presenza di salmoni letargici che faticavano a respirare a causa dell’acqua sporca, pesci con deformità della spina dorsale, e molti con lesioni e pidocchi e inoltre salmoni morti venivano lasciati galleggiare nelle gabbie.
Secondo le associazioni l’industria scozzese dell’allevamento di salmone ha gravi problemi di benessere animale e ambientali da risolvere. Con gli attuali livelli di produzione, le infestazione di pidocchi marini e le malattie sono fuori controllo e causano sofferenza ai pesci in maniera allarmante, minacciando anche le popolazioni di pesci selvatici. C’è poi un problema ambientale dovuto ai rifiuti organici e chimici che stanno cambiando la chimica dei sedimenti e uccidono la vita marina sul fondo del mare. Oltre a ciò milioni di tonnellate di pesce catturato in natura sono ridotte a farina e olio di pesce per nutrire i salmoni negli allevamenti intensivi (ne abbiamo parlato qui).
La Scozia è il terzo produttore mondiale di salmone atlantico d’allevamento (circa 38 milioni di pesci prodotti nel 2019), con esportazioni in oltre 50 paesi, e il governo scozzese sostiene un piano per la massiccia espansione dell’industria entro il 2030. L’Italia è fra i primi dieci importatori. Oltre il 96% della produzione di salmone scozzese è gestita da cinque aziende: Cooke Aquaculture, Grieg Seafood, Mowi, Scottish Sea Farms e The Scottish SalmonCompany.
L’industria scozzese dell’allevamento di salmone presenta gravi problemi di benessere animale e ambientali. Con gli attuali livelli di produzione, l’infestazione di pidocchi marini e le malattie sono fuori controllo e causano sofferenza ai pesci in maniera allarmante. Compassion ha scritto una lettera aperta al governo scozzese, chiedendo urgentemente una moratoria sull’espansione dell’industria. Ciò è urgente e necessario fino a quando non saranno messe in atto misure di controllo efficaci in grado di garantire il benessere del salmone d’allevamento e dei pesci pulitori oltre che prevenire l’impatto negativo sull’ambiente e sulla biodiversità della Scozia.
© Riproduzione riservata Foto: Ciwf Italia Onlus
[sostieni]
giornalista redazione Il Fatto Alimentare
“Entra in azione” … basta che ogni singola persona (siamo tra i primi 10 importatori) .. non compri più
salmone scozzese ..e quella quota di raddoppio .. non avrà più senso di essere raggiunta
Buongiorno Signora Rossi,
a questo riguardo, molto interessante è anche il documentario del regista inglese Ali Tabrizi, “Seasparicy” (sottotitolo: “Esiste la pesca sostenibile?”, 2021 – Netflix) che indaga sui fatti e misfatti della pesca commerciale ai danni degli oceani, dei mari e dell’intero pianeta. Sconcertane è quanto si viene a sapere anche sull’allevamento dei salmoni in Scozia.
I consumatori devono essere messi a conoscenza di quest’orrore.
Grazie per aver pubblicato questo articolo.
Lucia Ballarin
purtroppo ci si indigna e tutto si esaurisce con l’indignazione. E, SE NON COMPRASSIMO PIU’ I SALMONI? COSA NE PENSATE. Io lo sto facendo. Danneggiare economicamente i produttori é l’unico modo efficace per il loro RIPENSAMENTO.