Salmonella nella bevanda di riso in polvere: il batterio colpisce 32 bambini sotto i 2 anni in tre Paesi. Ma nello stabilimento non si trova
Salmonella nella bevanda di riso in polvere: il batterio colpisce 32 bambini sotto i 2 anni in tre Paesi. Ma nello stabilimento non si trova
Giulia Crepaldi 19 Marzo 2019Sono 32 i bambini colpiti da un focolaio di Salmonella enterica sierotipo Poona causato, con tutta probabilità, da formule per lattanti a base di riso. Lo affermano Efsa ed Ecdc, che hanno pubblicato una valutazione sull’epidemia, in cui si ribadisce come i casi accertati sembrerebbero avere una comune causa alimentare, cioè le bevande di riso in polvere a marchio Modilac, prodotte nello stesso stabilimento in Spagna. Il condizionale resta ancora d’obbligo, però, perché le analisi di laboratorio non sono state in grado di rilevare il batterio né nel prodotto finito, né nello stabilimento.
L’epidemia finora ha coinvolto 32 bambini dai 3 mesi ai 2 anni di età, che hanno consumato tre diversi prodotti Modilac e hanno manifestato i sintomi dell’infezione tra l’agosto del 2018 e il febbraio 2019, quando l’allarme era già scattato in Europa. I casi di salmonellosi sono stati registrati in tre Paesi europei – Francia (30), Belgio (1) e Lussemburgo (1) –, ma i prodotti potenzialmente contaminati sono stati distribuiti in 20 nazioni, Italia compresa.
Alla fine di gennaio, quando ancora i casi accertati erano solo quattro, il ministero della Salute italiano aveva richiamato tutti i prodotti e tutti i lotti di bevanda di riso in polvere a marchio Modilac, perché non era possibile escludere che fossero stati venduti online e spediti in Italia. Si è poi scoperto, infatti, che 48 confezioni dei prodotti potenzialmente contaminati sono state vendute nel nostro Paese tramite Amazon, in 15 diversi ordini.
Le formule per l’infanzia interessate sono state prodotte nello stabilimento di Anleo, nella regione delle Asturie, di proprietà dell’azienda Industrias Lacteas Asturanas SA (Ilas), che ha immediatamente sospeso la produzione nella torre di essiccazione in cui sono stati realizzati i prodotti al centro delle indagini. Lo stesso impianto, tra il gennaio 2010 e il luglio 2011, era stato implicato in un altro focolaio di Salmonella Poona che aveva colpito quasi 300 bambini, come riferisce Food Safety News. I ceppi delle due epidemie sono geneticamente molto vicini.
Eppure, tutti i campioni – centinaia – prelevati dallo stabilimento e dal prodotto finito sono risultati negativi per Salmonella Poona. Secondo Efsa ed Ecdc, questa difficoltà ad individuare la fonte di contaminazione ambientale potrebbe essere dovuta al fatto che Salmonella è molto difficile da rilevare in prodotti e ambienti secchi, e richiede tecniche di campionamento e analisi molto precise e sofisticate.
Tra il 2017 e il 2018, un altro focolaio di Salmonella, in quel caso del sierotipo Agona, aveva colpito 38 lattanti in diversi Paesi europei. A causare l’epidemia era stato il latte in polvere prodotto da Lactalis nello stabilimento di Craon, in Francia, di cui erano state richiamate 12 milioni di confezioni in 67 Paesi. In questo caso, era stata accertata una contaminazione persistente dell’impianto produttivo che era già stato collegato a un altro focolaio di salmonellosi nel 2005.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.