Troppo sale! L’American Heart Association stila la lista dei prodotti cui prestare attenzione: pane, pizza, salumi, cibi pronti confezionati
Troppo sale! L’American Heart Association stila la lista dei prodotti cui prestare attenzione: pane, pizza, salumi, cibi pronti confezionati
Paola Emilia Cicerone 4 Febbraio 2013Che si debba limitare il sale nei cibi, lo sanno tutti. Le linee-guida in merito e le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità suggeriscono di non superare i 5 g di sale al giorno, corrispondenti a circa 2 g di cloruro di sodio: in media ne consumiamo almeno il doppio.
Per rimanere nei parametri bisogna abituarsi ad aggiungere pochissimo sale agli alimenti o a non aggiungerne affatto, insaporendo con spezie, limone o aceto. In casa non è molto difficile, ma le cose si complicano quando, come spesso avviene, si mangia fuori o si ricorre a cibi pronti per risparmiare tempo.
A lanciare l’allarme è l’American Heart Association che segnala all’attenzione dei consumatori i “sei salati”, sei alimenti che, sebbene non siano i primi che ci vengono in mente quando pensiamo al sale, contribuiscono sensibilmente ad accrescere la quantità di cloruro di sodio ingerita quotidianamente.
Questi sei alimenti fanno parte della dieta statunitense e anche della nostra: secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il 54% del sale che ingeriamo quotidianamente è contenuto nei cibi consumati fuori casa, in gran parte precotti e di produzione industriale. È dunque importante anche per noi italiani prestare attenzione ai “sei salati”.
Il primo è il pane: sebbene le autorità sanitarie si stiano impegnando per promuovere la produzione di pane a basso contenuto di sale, come abbiamo già scritto in un recente articolo, una fetta di pane contiene in media 0,15 g di sale, un pacchetto di cracker 0,3 g. Meglio sarebbe consumare il classico pane toscano privo di sale.
Va limitato anche il consumo di salumi e insaccati: 50 g di prosciutto crudo contengono 1,3 g di sodio, 50 g di prosciutto ne contengono circa la metà. Attenzione anche alle alternative “ salutiste” a base di pollo o tacchino: hanno un ridotto apporto di calorie, ma non di sale; 50 g di bresaola di Tacchino Aequilibrium Aia, per esempio, contengono 0,80 g di sodio.
Perciò, tra gli alimenti cui occorre fare attenzione vanno inclusi i panini farciti, che spesso abbinano pane (salato), insaccati, salse e formaggi, tutti alimenti ricchi di sodio, e la pizza.
Certo la nostra tradizionale margherita non è la pizza americana, alta e satura di condimenti, ma 300 g di pizza rossa o bianca possono contenere anche 2 g di sodio, e con le pizze confezionate non va meglio. Una Margherita Buitoni da 330 g “vale” 1,95 g di sodio che salgono a 2,04 g nel caso della Margherita Cameo.
Alimenti a prima vista insospettabili come il pollo possono accrescere sensibilmente il consumo di sodio: parliamo soprattutto del pollo arrosto di rosticceria (che andrebbe consumato togliendo la pelle), dei preparati come panatine e nuggets di pollo (le panature industriali contengono sale) e delle carni già cotte. Il Trancio di petto di pollo Aequilibrium Aia contiene per esempio 0,85 g di sodio ogni 100 g.
Contengono molto sale tutti gli insaporitori a base di erbe aromatiche e sale: 10 g del mix di condimenti per pollo arrosto Le Bontà al Forno Star (33 g la confezione) contengono 0,85 g di sodio, mentre 10 g di Saccoccio per Pollo alla Cacciatora Buitoni contengono 0,75 g di sodio.
Tra gli alimenti cui prestare attenzione l’American Hearth Associaton include anche le minestre, in particolare le zuppe in scatola, popolari negli Usa e meno in Italia. Noi, in compenso, dovremmo controllare il contenuto in sodio dei primi piatti surgelati: ad esempio, i Bucatini all’Amatriciana 4 Salti in Padella Findus contengono 0,65 g di sodio a porzione.
Il problema maggiore lo pongono i dadi da brodo: il sale è il loro ingrediente principale, anche nelle versioni promosse “a basso contenuto di sale”. Il Dado classico Star, per esempio, contiene il 50,6% di sale iodato oltre ad altri alimenti ricchi di sodio come glutammato monosodico, estratto per brodo ed estratto di carne. La versione “meno 30% di sale” contiene solo il 34,5% di sale, ma include tra i propri ingredienti anche estratto di carne e glutammato monopodico e in tal modo il contenuto di sodio del prodotto sale a 0,30 g per 100 ml di brodo. La versione classica del Granulare Star fornisce 0,38 g di sodio ogni 100 ml di brodo e la versione “meno 30%”, 0,32 g di sodio.
Paola Emilia Cicerone
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giornalista scientifica
“Certo la nostra tradizionale margherita non è la pizza americana, alta e satura di condimenti”
Beh, non e’ propriamente corretto paragonare una semplice margherita ad una “americana alta e satura di condimenti”, anche perche’ negli Stati Uniti moltissime pizzerie preparano e servono pizza tipo italiana. Sta al cliente decidere il “topping”. Basta chiedere “tomato and mozzarella cheese” 🙂 Forse lei intendeva quella delle catene tipo Pizza Hut? Infine, di pizze stracondite nei menu’ italiani ne troviamo a bizzeffe. Poi ci sono anche quelle semplici italiane piuttosto salaticchie, esempio quella con le acciughe…
Saluti
Alessandro, a prescindere dal topping il problema dipende dalla quantità di pasta(salata) e dai condimenti usati….Per quanto riguarda gli esempi italiani, abbiamo scelto la pizza più semplice, la Margherita proprio per mostrare che questo piatto è comunque ricco di sale: ovviamente se si aggiungono acciughe salame o altri alimenti ricchi di sale la situazione peggiora….