Your Hometown Deli: Foto della rosticceria da Google Street View

Lo strano caso della rosticceria statunitense quotata in borsa per 113 milioni di dollari. Ne parla in dettaglio un articolo di Alessandro Longo pubblicato da Valori.

Prendi un piccolo negozietto di provincia. Crea un’azienda che ha come sola attività quel negozietto. Quotala in Borsa in un segmento poco regolamentato. Aggiungi un po’ di speculazione e di escamotage più o meno legali e il gioco è fatto. Ecco che un alimentari con un fatturato da poche migliaia di euro l’anno è stato trasformato in un asset da 113 milioni di dollari. Sembra uno scherzo e invece è l’ennesimo esempio di una finanza bulimica e completamente distaccata dalla realtà. La storia ha inizio nel 2014 in Nevada, quando viene creata la società Hometown Internationl Inc. L’anno seguente viene aperto a Paulsboro, nel New Jersey, lo Your Hometown Deli. Che altro non era che un “delicatessen”, ovvero un negozio che vende cibo e bevande, ma anche panini e patatine. Insomma, una sorta di rosticceria.

Nello stesso anno, la società – il cui negozietto in questione era l’unica attività – inizia a fornire i propri dati finanziari alla SEC (l’autorità americana che vigila sulla Borsa). A fine 2019 ecco la svolta. La Hometown International si quota in Borsa, a 1,25 dollari ad azione. Ma sul mercato OTC (“over-the-counter”), ovvero quello non regolamentato. Dove i criteri per quotarsi sono meno rigidi, gli obblighi informativi minori e le società non possono essere sospese dalla contrattazione. Al massimo, possono essere segnalate come sospette alla SEC.

Ma mentre la capitalizzazione di mercato viene calcolata come nei mercati regolamentati (ovvero moltiplicando il numero delle azioni per il prezzo corrente), il prezzo si forma in modo diverso. Invece di essere il risultato degli scambi sul mercato, è frutto dell’incontro tra due parti in cui una è disposta a pagare quanto chiede l’altra. Inoltre, vengono registrate solo le transazioni che riguardano almeno 100 azioni. Solo in questo caso, quindi, cambia la capitalizzazione.

E questo è quello che è successo: una serie di transazioni da cento o più azioni a prezzi sempre più alti (persino nel 2020, quando il negozio chiude sei mesi a causa della pandemia). Fino ad arrivare a 14 dollari ad azione, nel febbraio 2021. Così, la capitalizzazione di mercato arriva a superare i 113 milioni di dollari. Nonostante i modesti ricavi registrati dall’attività commerciale: circa 21mila dollari nel 2019, 13mila nel 2020 e 25mila nel 2021. Il fatto che la società avesse fornito alla SEC i propri dati finanziari nonostante non fosse obbligata non rappresentava di per sé un fatto strano. Poteva essere necessario, appunto, in vista di una futura quotazione (come poi effettivamente è avvenuto). Da questi documenti emergeva che i due soci, detentori del 95% dell’attività, erano l’allenatore di wrestling e la professoressa di matematica della scuola superiore locale. E che il primo ricopriva il ruolo di presidente, amministratore delegato, direttore finanziario e tesoriere, mentre la seconda quello di vicepresidente. Il restante 5%, invece, era riconducibile a familiari e amici degli amministratori di una società bancaria della North Carolina, la Tryon Capital. Il cui amministratore delegato, Peter Coker Senior, aveva anche prestato dei soldi alla Hometown.

Fin qui, niente di troppo strano. Ma dopo la quotazione, in una singola transazione, un individuo, Peter Coker Junior (figlio dell’a.d.), diviene azionista di maggioranza. Poi, nel 2020, ne entrano di nuovi, tra cui un hedge fund di Hong Kong, che acquista azioni per un valore di 2,5 milioni di dollari. E un’impresa finanziaria di Macao (che arriva a detenere più del 10% delle azioni). Entrambi erano entrati in contatto con Coker Junior mentre questi lavorava in Asia. Inoltre, a partire da maggio 2020, la Hometown si impegna a versare 15mila dollari al mese alla Tryon e 25mila alla società di Macao, in cambio di “consulenze”. Mica poco per una società che fattura appena poche migliaia di euro all’anno.

Ma anche gli scambi azionari fanno sorgere qualche dubbio. In parte perché talvolta molto sporadici (anche a distanza di settimane l’una dall’altra). Ma, soprattutto, perché talvolta venivano scambiate solo 100 azioni. Ovvero il minimo indispensabile per far sì che il sistema registrasse l’operazione. E che di conseguenza cambiasse la capitalizzazione di mercato dell’azienda. Insomma, poteva apparire come un tentativo volontario di far aumentare i prezzi. L’ennesimo caso di speculazione, con l’aggravante di essere smaccato. Proprio nel periodo in cui la finanza – tra il caso GameStop e la crescita esponenziale del valore delle cripto – sembrava essere in preda all’euforia.

Inoltre, molti indizi lasciavano pensare che si trattasse di una società di comodo da sfruttare al momento giusto per un reverse takeover. Ovvero per essere acquistata da una società non quotata, che, in questo modo, si sarebbe ritrovata quotata in Borsa. Ma senza dover affrontare la lunga e costosa trafila burocratica per quotarsi. Non è raro che vi facciano ricorso – soprattutto nel caso degli Stati Uniti – società straniere il cui obiettivo è di entrare in un determinato mercato (quello in cui è quotata la società che viene acquisita). Oppure per finire sotto una giurisdizione diversa dalla propria.

Il caso ottiene visibilità mediatica ad aprile 2021, quando David Einhorn, investitore e fondatore di un hedge fund, ne parla in una lettera agli azionisti. Chiosando: «Il pastrami deve essere fantastico». Poco dopo, la società che gestisce il mercato OTC sposta Hometown International Inc. nel segmento delle aziende a rischio. E la segnala con un teschio con le ossa incrociate (tuttora presente).

A maggio 2021, i nuovi proprietari licenziano i due azionisti originari (il coach e la professoressa) senza apparente motivo. A giugno 2021 il New York Times rivela che effettivamente, secondo una fonte informata, la società finanziaria di Macao stava cercando un’impresa interessata a realizzare la fusione con la Hometown International. Ed ecco che, il 31 marzo di quest’anno, proprio quest’ultima ha annunciato il merger con una startup che si occupa di bioplastica, la Makamer Inc. E Your Hometown Deli, il negozietto da cui tutto è iniziato? Chiuso il 19 giugno seguente.

Con l’addio del negozio, la storia della piccola gastronomia da 113 milioni di dollari sembra concludersi. Ma il mistero di come possa aver suscitato negli investitori così tanto interesse da farle raggiungere una capitalizzazione così alta non sembra affatto risolto. Era veramente tutto legale? A fine settembre sembra essere arrivata la risposta. Lunedì 26 settembre il distretto del New Jersey del dipartimento di Giustizia ha annunciato che tre uomini sono stati accusati di dodici capi di imputazione, tra cui frode finanziaria e tentata manipolazione dei prezzi di alcuni titoli. I tre uomini altro non sono che Peter Coker Senior, Peter Coker Junior (l’unico a esser sfuggito all’arresto poiché in Asia) e un loro socio.

Sotto la reazione di David Einhorn alla notizia che tre uomini sono indagati relativamente a questo caso © Twitter

https://twitter.com/davidein/status/1574501626294870016?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1574501626294870016%7Ctwgr%5E222e2795c05b1558097c14ebf88db2851e78812b%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fvalori.it%2Fspeculazione-rosticceria-113-milioni-dollari%2F

Questi avrebbero messo in atto un vero e proprio schema di manipolazione del mercato attraverso transazioni coordinate per dar l’impressione di una domanda e offerta maggiore di quella reale, in modo da attirare maggiori investitori. Con lo scopo di arricchirsi grazie all’aumento esagerato del prezzo delle azioni che avrebbero venduto al momento della fusione con l’altra azienda. Tra l’altro, i capi di accusa riguardano non solo Hometown International Inc. (i cui prezzi sono cresciuti del 939%), ma anche un’altra società (con prezzi gonfiati addirittura del 19.000%). Magie della finanza moderna.

Alessandro Longo, articolo pubblicato su Valori

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Giovanni
Giovanni
6 Novembre 2022 15:56

Altro che “magie della finanza moderna”! Per tali crimini l’ironia non si addice. Il problema è sempre lo stesso: l’economia ingorda!