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In UK si è ridotto il consumo di sale con effetti positivi sul cuore

Negli ultimi dieci anni, il consumo medio giornaliero di sale in Inghilterra è diminuito di 1,4 grammi, pari al 15%, e questo probabilmente ha avuto un ruolo chiave nella riduzione del 40% degli attacchi cardiaci e di ictus, registrata nello stesso periodo. Tradotto in numeri, si sono prevenuti circa 18.000 ictus e attacchi cardiaci, metà dei quali sarebbero stati fatali. L’assunzione media di sale, però, resta ancora alta e necessita di ulteriori riduzioni. Infatti, il 70% della popolazione adulta assume ancora più dei sei grammi giornalieri di sale raccomandati, con l’80% del sale proveniente dai cibi trasformati.
È quanto afferma una ricerca, pubblicata dal British Medical Journal, condotta da ricercatori della Queen Mary University di Londra, che si sono basati sull’analisi dei dati di un campione casuale di oltre 31.500 persone adulte, partecipanti alla Health Survey for England tra il 2003, quando cominciarono le iniziative per la riduzione di sale in tutta la Gran Bretagna, e il 2011.

 

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La riduzione di sale è positiva, ma il suo abuso è ancora alto

In questo periodo, sono diminuiti anche altri fattori di rischio, come i livelli medi di colesterolo, la pressione sanguigna, il consumo di tabacco, mentre è aumentato il consumo di frutta e verdura, ma anche il peso medio. Tutti fattori, ad eccezione dell’aumento di peso, che, insieme con un miglior trattamento delle malattie cardiovascolari, hanno contribuito a una riduzione degli attacchi cardiaci e delle morti, che secondo la ricerca è però da attribuire in larga parte alla riduzione del consumo di sale.

 

 

 

Beniamino Bonardi

© Riproduzione riservata

foto: thinkstockphotos.com

 

 

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MAurizio
MAurizio
25 Aprile 2014 20:00

Boh. Che il sale sia così tossico mi sembra eccessivo.
Come si fa a dire che il 40% di riduzione dell’incidenza delle malattie dipende essenzialmente dalla riduzione del consumo di appena 1,4 g di sale al giorno, quando poi sotto si dice che nello stesso periodo sono parimente diminuiti altri fattori di rischio, dalla colesterolemia al tabacco, forse un filino più “pesanti” del sale ?

costante
costante
29 Aprile 2014 15:27

MAurizio, il “British Medical Journal” non è né un blog, né un giornaletto della domenica, ma una delle più autorevoli riviste scientifiche in campo medico-nutrizionale, e gli articoli , per aver adito alla stampa, passano rigorosamenteal vaglio di un eccelso e numeroso comitato scientifico di redazione.
Il sale, di cui sono stranoti i livelli giornalieri necessari pro Kg peso possibilmente da non superare, notoriamente favorisce il sovrappeso e l’obesità, negli adulti, e nei giovani e giovanissimi che diventeranno adulti tirandosi dietro le problematiche correlate. Tutto il resto non è che una conseguenza, ma con costi individuali e sociali enormi.

Andrea Poli
30 Aprile 2014 09:46

Sono assolutamente d’accordo con Maurizio. Certamente il BMJ è una rivista autorevole, ma una metanalisi su sale e salute di un ricercatore italiano, Pasquale Strazzullo, del 2009, uscita sullo stesso BMJ, consludeva che una riduzione del consumo di sale di 5 grammi ridurrebbe del 20% il rischio di eventi cardiovascolari (precisamente del 17% gli infarti di cuore e del 23% gli ictus). Attribuire un calo così drastico degli eventi cardiovascolari (-40%) ad una riduzione dei consumi di soli 1,4 grammi di sale non concorda quindi con il complesso delle evidenze disponibili, e sottovaluta il ruolo importantissimo che hanno avuto il controllo del colesterolo, il controllo farmacologico dell’ipertensione, la riduzione del fumo di sigaretta.