Nella settimana n°38 del 2015 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 43 (9 quelle inviate dal Ministero della salute italiano).
L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta comprende cinque casi: istamina in tonno pinna gialla scongelato dalla Spagna; mercurio congelato in verdesca (Prionace glauca) dal Portogallo; residui di medicinali veterinari vietati (nitrofurani – metabolita e furaltadone – AMOZ) in carne di vitello refrigerata italiana; Salmonella typhimurium in ritagli di pollo congelato da Germania; rischio di lesioni alla bocca a causa del consumo di birra della Repubblica Ceca.
Nella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia che non implicano un intervento urgente troviamo: Listeria monocytogenes in formaggio a latte crudo dalla Francia (di cui abbiamo già dato notizia), istamina in filetti di tonno scongelati dalla Spagna.
Tra i lotti respinti alle frontiere od oggetto di informazione, l’Italia segnala: rame oltre i limiti in foglie di vite in salamoia dalla Turchia; residui di pesticida (bifenile) in limoni provenienti dalla Turchia; residui di pesticida (clorpirifos metile) in riso dall’India.
Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal mercato, la Francia segnala un’allerta per Salmonella Kentucky in carne di tacchino congelata preparata dalla Francia, con materia prima italiane; la Croazia segnala istamina in tonno scongelato.
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Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione
Ma scusate i marchi di questi prodotti quali sono????perche parlate parlate di queste cose ma se non sappiamo i marchi da non acquistare al supermercato come facciamo?!!grazie
Gentilissima Silvia, Il Rasff “Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi” è una struttura coordinata a livello europeo. Molti Stati pubblicano i nomi delle marche i cui lotti sono oggetto di ritiro, richiamo o allerta. L’Italia non è tra questi; cioè neanche a noi è dato sapere di che prodotti si tratta. Abbiamo chiesto più volte alle catene di supermercati e al Ministero che questi dati fossero resi pubblici. La nostra intenzione non è di allarmare, ma di creare consapevolezza nei consumatori: anche facendo conoscere il rasff, le tipologie di alimenti, e i motivi di richiamo, si può aumentare la conoscenza del sistema di sicurezza alimentare europeo e italiano.
Se non si possono conoscere i marchi bisogna eliminare dalle nostre tavole tutto quanto appartiene alla stessa tipologia? Certo, questo tutela le aziende truffaldine e danneggia enormemente quelle che lavorano seriamente. Forse una raccolta firme non sarebbe male, paghiamo e abbiamo il diritto di sapere cosa stiamo acquistando.