Le regole da seguire quando c’è un’allerta botulino sono tre, ma nessuno le vuole applicare. Eppure tutti dicono di tutelare i consumatori
Le regole da seguire quando c’è un’allerta botulino sono tre, ma nessuno le vuole applicare. Eppure tutti dicono di tutelare i consumatori
Roberto La Pira 5 Dicembre 2013 Quando scoppia un’allerta botulino nazionale in diverse regioni, come è sauccesso 4 giorni fa nei supermercati Eurospin per due lotti di olive a marchio Bel Colle e c’è anche un ricovero d’urgenza di una paziente con una grave sintomatologia le procedure da seguire sono molto chiare. La catena di supermercati interessata deve avvisare il maggior numero di persone nel più breve tempo possibile visto che il botulino è una tossinfezione alimentare che può causare la morte. Il metodo da seguire è semplice
1) Comprare una pagina intera sui principali quotidiani nazionali ed uscire il giorno dopo informando i lettori e pubblicando le fotografie dei prodotti.
2) Inviare un comunicato stampa alle agenzie con le fotografie dei prodotti che, vista la gravità della situazione sarebbe stato rilanciato dopo pochi minuti.
3) Pubblicare sulla home page del proprio sito la notizia con grande rilievo e avvisare in tutti i modi possibili i clienti interessati.
A parte Ikea che segue questa procedura anche per casi di minor gravità, le catene di supermercati italiana ignorano queste regole. Lo si è visto nel mese di luglio 2013 quando è scoppiato un’allerta botulino a causa di un lotto di pesto alla genovese venduto da tutte le principali catene di supemercati italiani. Di fronte ad un pericolo serissimo i supermercati hanno fatto una comunicazione del tutto insufficiente, lacunosa e paragonabile a quella disastrosa del Ministero della salute. Per fortuna dopo 6 giorni l’allerta botulino è rientrato perchè i vasetti non contenevano la tossina. Tutto ciò è inaccettabile. Qualcosa forse sta cambiato. Per il caso delle olive il ministero ha subito publicato le foto del prodotto e dato una certa visibilità al ritiro, mentre Eurospin ha diffuso in rete la notizia con molto rilievo e la notizia è stata subito rilanciata dalle agenzie.
Roberto La Pira
Foto:Photos.com
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
E bravo sig. Roberto La Pira bell’articolo anche il suo.
Rinnovo la mia domanda:
gli enti preposti al controllo che devono vigilare sull’effettiva messa in atto delle procedure previste in caso di allerta/ritiro/richiamo in tutto questo cosa fanno? dove erano? L’ASL in tutto questo cosa fa?
Lo fa questo tipo di controllo? Va a verificare che le comunicazioni delle catene vengano effettivamente fatte? e che vengano fatte in modo efficace?
Oppure si fa bastare il poco che le catene stanno facendo? Perchè d’accordo le responsabilità delle catene, ma delle responsabilità di chi controlla, o meglio, da chi, pagato da noi, dovrebbe farlo, non si parla mai…
Condivido pienamente tutte le responsabilità elencate da Alessandro. Come sempre chi è preposto al controllo non si vede mai, se non per chiedere lo scontrino del caffè.
Premesso che chi chiede lo scontrino del caffè non effettua il controllo delle allerte alimentari, le ASL svolgono correttamente il proprio lavoro (in modo anonimo, senza cercare la 1^ pagina) sulle centinaia di allerte alimentari (e contenitori x alimenti) che ogni anno vengono diramate (vedi RASFF). Creare allarmismo ingiustificato non fa del bene a nessuno, operatori, cittadini, produttori; dare la giusta evidenza dove serve quello sì. E’ corretto trovare il giusto equilibrio, senza per forza dare le notizie “in pasto” ai giornali quando non serve; il primo ad esserne danneggiato sarebbe il prodotto made in italy!
Se fanno correttamente il loro lavoro e nei punti vendita della GDO non compaiono i cartelli di avviso in caso di allerta e richiamo allora significa che in sede di controllo è stato reputato che fosse giusto così. Ne si deduce che la GDO non è tenuta a mettere i cartelli.
Non si tratta di allarmismo: se c’è il botulino nelle olive la gente va avvisata. Quale mezzo migliore del cartello all’ingresso del punto vendita e di un avviso sullo scaffale dove c’è abitualmente il prodotto?
Da quello che continuamente si legge qui, pare che questi cartelli non vengano mai messi. E da quello che ho capito, chi controlla non lo ritiene un problema.
Se mi sto sbagliando ritiro immediatamente la critica. Ma da quello che leggo qui quotidianamente pare sia così. Mi fido di quanto leggo, non è certo il mio lavoro girare per i supermercati per controllare se i cartelli siano stati messi o no…
Diciamo che i ritiri negli altri Paesi europei sono quasi quotidiani e così pure i cartelli da noi sono trimestrali. Perchè ?
Nella mia provincia i catelli (quando servono) ci sono e non è vero che sono trimestrali.
Sig. La Pira immagino che più denigri il sistema pubblico (e gli operatori alimentari) più aumentino gli introiti del suo sito, però bisogna fornire le informazioni esatte al cittadino che le legge. Saluti.
Gentile Matteo ogni settimana dal almeno 20 anni frequento almeno due supermercati e di cartelline ho visti raramente. Mi mandi le foto quando neincontra qualcuno . Negli ultimi sei mesi a quando Il fatto Alimentare ha iniziato a sollecitare i supermercati alllora qualcuno inizia a diffondere meglio le notizie. Mi mandi comunque le foto dei cartelli che lei troca che le pubblichiamo tutte.
La Pira
All’OPERATORE DEL SETTORE ALIMENTARE, secondo i Regolamenti , l’obbligo di ritirare il prodotto allertato nel più breve tempo possibile e di allertare, con QUALSIASI MEZZO NECESSARIO (Giornali, Cartelli, Radio, TV) i consumatori. Alle ASL ed Enti di Controllo Ufficiale il compito di verifica dell’applicazione di quanto sopra, con sanzioni proporzionate fino alla chiusura dell’attività interessata. Quindi niente alibi per nessuno, Operatori e Controllori. Anche i Controllori vanno sanzionati adeguatamente, ove trascurino il loro dovere, ma le operazioni devono partire dagli Operatori , responsabili dell’AUTOCONTROLLO OBBLIGATORIO. LE REGOLE CI SONO E SONO CHIARE !!!!