Alcol, tabacco & cibo spazzatura: sono loro, insieme alle celebrità e agli altri partecipanti, le vere star dei reality show. Le produzioni non esitano a mandare in onda, con una frequenza impressionante per spezzare la monotonia delle lunghe dirette, pubblicità e immagini che altrimenti sarebbero vietate, come quelle relative al tabacco, o all’alcol al di fuori di certe fasce orarie. E come se non bastasse lo fanno non solo nel prime time televisivo, cioè nella fascia serale più seguita, ma anche, attraverso gli streaming in rete, durante tutto l’arco della giornata. Lo dimostra uno studio pubblicato sul Journal of Public Health dai ricercatori dell’Università di Nottingham, nel Regno Unito, che hanno analizzato 20 reality show in lingua inglese andati in onda tra il 2019 e il 2020, per valutare soprattutto a che tipo di messaggio potevano essere esposti i più giovani, spesso appassionati di questo genere di programmi.
Per avere un dato quantitativo, gli autori hanno misurato in quanti intervalli da un minuto l’uno erano visibili immagini appunto di alcolici, tabacco o alimenti ad alto tenore di zucchero e grassi, tenendo in considerazione sia l’uso esplicito che sottinteso (quando si lascia intendere che si consumerà un certo prodotto), così come i momenti in cui si mostrano i prodotti con un brand ben riconoscibile. Hanno valutato oltre 13.200 minuti di 264 episodi, e hanno così scoperto che il tabacco era presente in 227 minuti di 43 episodi, l’alcol in oltre 5.100 minuti di 258 episodi e il cibo spazzatura in 1.750 minuti di 234 episodi. Dal punto di vista qualitativo, raramente si sono visti i marchi delle sigarette e degli altri prodotti con tabacco, ma per gli alcolici la situazione è stata molto diversa: nel 46% degli episodi analizzati sono stati trovati 149 prodotti con marchio ben visibile, con un primato assoluto della birra Peroni, presente 101 volte. Il junk food è risultato solo di poco indietro: è apparso nel 39% degli episodi con 93 diversi brand. Manco a dirlo, la Coca-Cola l’ha fatta da padrona, comparendo 87 volte, seguita dalle Pringles (44 volte).
Ma è incrociando questi dati con quelli dell’audience che è venuta fuori la reale portata del martellamento pubblicitario cui sono esposti gli amanti dei reality. Infatti, in un sotto-campione di 15 serie, è emerso che il pubblico è stato esposto a qualcosa come 157,4 milioni di scene con il tabacco, 3,5 miliardi con l’alcol e 1,9 miliardi con il junk food. Si stima, poi che i bambini sono stati esposti a 24mila scene con tabacco, 12,6 milioni con alcol e 21,4 con junk food. Ancora: tabacco e junk food sono risultati essere molto più frequenti nei programmi televisivi rispetto a Netflix, mentre per l’alcol non c’è stata grande differenza.
“Questo studio – ha commentato Alexander Barker, il primo autore della ricerca – dimostra che i reality show sono una fonte significativa di esposizione a tabacco, alcol e cibo spazzatura. Questi programmi sono ampiamente seguiti dai giovani e la natura dei reality, con i suoi modelli a cui ispirarsi, probabilmente influenza le scelte sul fumo, sull’alcol e sul consumo di cibo. Le attuali norme sulla rappresentazione di questi prodotti nei programmi popolari non sono sufficienti e necessitano di essere riviste per prevenire l’esposizione dei ragazzi”.
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Giornalista scientifica