Cassetta di verdure biologiche assortite

mercato biologico verdura donna insalataIl biologico è un settore che sta vivendo un vero e proprio boom commerciale. Sono sempre di più i prodotti bio disponibili sugli scaffali dei supermercati e sono 6,5 milioni le famiglie che dichiarano di acquistarli abitualmente. Ma che cosa pensano veramente i consumatori dei prodotti biologici che acquistano? E cosa li spinge a mettere nel carrello cibi da agricoltura bio?

Queste sono alcune delle domande contenute in un questionario, semplice e veloce da compilare, preparato da Giulia Ferrero, una studentessa all’ultimo anno del Corso di Laurea Magistrale in Mercati e strategie d’impresa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. I dati saranno raccolti – in forma anonima – nell’ambito del progetto di tesi “Le percezioni e i valori dei prodotti alimentari biologici”.

Per partecipare al questionario clicca qui.

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DEMETRIA SICARI
DEMETRIA SICARI
6 Novembre 2018 15:38

non può esistere il biologico. Io nel mio orto non uso niente .Mi accontento di ciò che rimane sano .Il mio vicino da di tutto ….il vento la pioggia porta di tutto sul mio terreno. ECCO FATTO IL BIOLOGICO NON ESISTE .TERTA E CIELO SONO UNITI ..

Roberto Pinton
Roberto Pinton
7 Novembre 2018 08:34

È appunto per ovviare alla criticità segnalata dal lettore che le aziende biologiche sono tenute a redigere, far approvare dall’autorità o dall’organismo di controllo e rispettare un piano di misure per evitare contaminazioni accidentali e involontarie. Dopo di che, in Italia è stabilita una soglia di de-certificazione quando l’analisi rilevi la presenza accidentale di residui oltre 0,01 parti per milione (o 0 01 mg/kg se si preferisce, il che sta a dire 1 milligrammo su un quintale di prodotto o un grammo su 100 tonnellate). La rilevazione di residui sotto tale soglia comporta un’indagine per verificare l’accidentalita’ e inevitabilità dell’evento, con l’adozione di eventuali opportune misure correttive.

Diego
Diego
13 Novembre 2018 23:00

Un’agricoltura “normale” oggi viene definita biologica e questa deformazione fa si che qualcosa di normale diventi straordinario; ciò genera speculazione economica, squilibrio nell’economia e truffe a danno del mercato e dei consumatori. L’informazione alimenta questa stortura e contribuisce a favorire l’arricchimento di lobby alimentari che continuano ad affossare la vera produzione alimentare sana; questa andrebbe a vantaggio di economia e salute diffusa con tutte le ricadute sociali che ne deriverebbero.
Auspico che almeno la stampa cambi atteggiamento e contribuisca a modificare, con l’informazione corretta, l’attuale economia alimentare e quindi il benessere di tutti.

Lucia Ferro
Lucia Ferro
Reply to  Diego
16 Novembre 2018 09:16

Non mi intendo molto di agricoltura e non capisco il significato di “normale” attribuito all’agricoltura. Penso solo che trecento anni fa non esisteva la chimica eppure siamo tutti qua perchè gli agricoltori ci hanno mantenuto in vita. Io compro abitualmente biologico e sono tranquilla quando vedo che c’è la certificazione. Alcuni fornitori, però, mi dicono : “Coltivo biologico ma senza certificazione perchè costa” io allora sono piuttosto scettica. Faccio male?

Giancarlo
Giancarlo
14 Novembre 2018 13:01

Ho molti dubbi sui controlli .Le aziende che producano biologico hanno nei loro dintorni aziende che utilizzano di tutto come può questa azienda definere i suoi prodotti biologici.

vignoli guglielmina
vignoli guglielmina
Reply to  Giancarlo
15 Novembre 2018 10:23

Le aziende biologiche non usano nulla di chimico e si proteggono dalle aziende vicine non biologiche con siepi, fasce boscate. Le siepi al confine dell’azienda bio sono una barriera e fermano i trattamenti chimici dell’agricoltore confinante.

Costante
Costante
21 Novembre 2018 12:07

Tutti sanno che le piante quando vengono in qualche modo aggredite si difendono con meccanismi “biologici” producendo sostanze atte alla difesa a volte più potenti e tossiche di quelle utilizzate dall’uomo. Tanta fiducia crescente nel “biologico”, ma un vasto campo quasi totalmente inesplorato dal monitoraggio e dalla ricerca, che potrebbe riservare grosse sgradevoli sorprese, al di là delle speculazioni su qualità reale e prezzi.